mercoledì, 20 Novembre 2024
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HomesocialeDiabete di tipo 2: in Sicilia si contano più di 300mila casi

Diabete di tipo 2: in Sicilia si contano più di 300mila casi

Un’epidemia silenziosa e in costante crescita, con costi assistenziali che sono arrivati al 10% dell’intera spesa sanitaria pubblica

Sono più di 300 mila i casi di diabete, di tipo 2 in Sicilia. Un dato emerso nel corso dell’evento “La pandemia diabete t2 – dai modelli organizzativi, alle criticità gestionali, alle nuove opportunità di cura”, organizzato a Palermo, a Villa Magnisi, dal Dr Maurizio Di Piazza responsabile Motore Sanità per il Sud Italia e moderato dal Dr Carlo Tomassini già Direttore Generale dell’Assessorato Salute della Regione Toscana, con la collaborazione scientifica di AMD e il contributo incondizionato di Menarini Group e Guidotti.

Per Vincenzo Provenzano, Presidente nazionale SIDMO, “L’obiettivo è di completare il “progetto IGEA”, che prevede una spesa di 7 miliardi di euro per creare le “reti”, che metterà in condivisione dati tra la medicina generale, ambulatoriale, diabetologo ospedaliero, ma anche gli specialisti delle complicanze quali cardiologo e nefrologo. Un progetto che eviterà ripetizioni di esami sullo stesso paziente evitando cure ogni volta diverse e anche non adeguate. Ma la vera sfida della Sicilia e dell’intera Italia sarà la digitalizzazione, il cui PNNR prevede già 7 miliardi nella prima fase. Noi abbiamo già un progetto che riguarda l’organizzazione della cura del diabete in Sicilia. Siamo convinti che dare voce a questo progetto che dice in maniera molto semplice chi fa cosa, come, quando, relativamente al grado di complessità della malattia nelle persone con diabete, ci permetterà certamente di cambiare il volto a una diabetologia siciliana che vive in questo momento il doppio della mortalità in Sicilia per diabete è la più alta percentuale di complicanze”.

Per Salvatore Corrao, Past President AMD, Regione Siciliana, “La situazione epidemiologica in Italia e in Sicilia è in continua crescita. Le criticità riguardano l’organizzazione attorno al paziente, il quale ha una serie di esigenze che non sono solo più quelle del controllo della glicemia. Anche i nuovi provvedimenti terapeutici che abbiamo a disposizione permettono di controllare le alterazioni cardiologiche, le alterazioni renali, ma questi pazienti hanno anche la necessità di un controllo multidimensionale con particolare attenzione al caregiver, visto che diventano sempre più anziani”.

“In un periodo cruciale come questo, – evidenzia Calogero Leanza Vice Presidente Commissione Sanità dell’ARS – ritengo fondamentale orientare il settore sanitario verso una prospettiva incentrata sulla prevenzione. La qualità del sistema sanitario è intrinsecamente legata alla capacità di prevenire le patologie e promuovere stili di vita salutari. Nell’affrontare la complessità della pandemia diabete tipo 2, è imperativo un impegno concreto nella sensibilizzazione e nell’adozione di pratiche preventive. Investire in programmi educativi, promuovere la consapevolezza e sostenere iniziative che favoriscano stili di vita salubri sono pilastri essenziali per costruire una società più sana e resiliente”.

“Dopo quasi due anni dall’approvazione della Nota 100 da parte di AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), – rileva Felicia Maria Pantò, Presidente Regionale SID e Dirigente medico c/o UOC Endocrinologia AOUP Policlinico Università degli Studi di Palermo – che ha visto allargare ai Medici di Medicina Generale la prescrizione dei farmaci “innovativi” per la terapia del diabete di tipo 2 si alternano luci e ombre su modalità prescrittive in sistema TS e sulla stessa utilità della nota. Indubbia resta invece la sicurezza e l’efficacia delle molecole, dotate di straordinari effetti cardio-nefroprotettivi. Oggi queste molecole sono in grado di prevenire e ritardare le gravi complicanze cardiovascolari e renali legate a questa malattia, riducendo il numero e la gravità degli eventi e dei re eventi cardiovascolari ed attuando una fattiva azione nefroprotettiva, ciò al fine di ridurre i costi legati ai ricoveri per complicanze del diabete di tipo 2.  Gli Italiani affetti da Diabete Mellito di tipo 2 sono oltre 3,5 milioni (5% della popolazione, e fino al 21% degli ultrasettantacinquenni) e oltre 1 milione di persone risultano malate senza esserne a conoscenza. Con quasi 340 mila siciliani colpiti dal diabete, l’incidenza di questa malattia è raddoppiata negli ultimi vent’anni. Oggi in Sicilia circa il 7% della popolazione soffre di questa patologia: un’epidemia silenziosa e in costante crescita, con costi assistenziali che sono arrivati al 10% dell’intera spesa sanitaria pubblica”.

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