Trapani. L’associazione Ciao Mauro, in collaborazione con il Circolo del Cinema di Trapani e il consorzio universitario UNISOM, venerdì 28 ottobre (ore 18) propone al Cinema Royal di Trapani una serata dedicata alla proiezione del documentario “Cùntami. Storie di canto magico” di Giovanna Taviani, nell’ambito delle manifestazioni organizzate per l’anniversario dell’uccisione di Mauro Rostagno, di cui ricorrono gli 80 anni dalla nascita, ricordato nell’opera dai versi della “Messa del mafioso” di Vincenzo Pirrotta. La regista – siciliana per scelta come lo stesso Rostagno – parteciperà all’evento insieme all’attore Gaspare Balsamo, tra i protagonisti del film, che presto sarà distribuito nelle scuole con la collaborazione di Palumbo Editore.
“Durante la ‘Messa’ che abbiamo girato a Partinico, zona ad alta densità mafiosa, la gente passando si lamentava e scappava – ricorda la regista –. In quel testo Pirrotta grida ‘Mauro De Mauro morto per noi, Beppe Alfano morto per noi, Mauro Rostagno morto per noi, Giuseppe Fava morto per noi. Voi tutti giornalisti scantativi di noi’. Nella scena successiva arriva Peppino Impastato (interpretato da Gaspare Balsamo) a Radio 102 per il capitolo su Don Chisciotte a Trapani che incontra Peppino e va a combattere contro i mulini a vento di Culcasi”.
“Abbiamo trovato un’assonanza tra i contenuti del film, l’opera dei cantastorie siciliani da Mimmo Cuticchio a Gaspare Balsamo, e la vita e l’opera di Mauro Rostagno – ha dichiarato l’associazione Ciao Mauro –. Specie nell’ultima parte del suo percorso terreno: artisti sognatori che rappresentano la ribellione popolare all’ingiustizia sociale, che nella nostra regione è principalmente lotta contro la mafia”.
“Cùntami è una storia di narratori, ma anche una ricerca di radici che possano essere basi solide per costruire un futuro – afferma il comunicato diffuso da UNISOM –. Racconto e ricerca, due parole che possono condensare almeno una parte del ricordo di Mauro Rostagno che, partendo dall’impegno sociale arriva alla narrazione giornalistica di un territorio, passando attraverso la ricerca spirituale in India e l’attività a sostegno dei giovani tossicodipendenti a Saman”.
“Cùntami. Storie di canto magico”
(2021, italia – 70’) è un film di Giovanna Taviani prodotto da Cloud 9 Film in collaborazione con Rai Cinema. Il documentario è un road movie su un furgone rosso in giro per la Sicilia alla ricerca dei nuovi narratori orali che si richiamano alla grande tradizione del cunto e dei cantastorie, per raccontare l’altra Sicilia, quella che si risveglia attraverso la forza universale delle storie popolari del passato per narrare il nostro presente.
Presentato in prima mondiale alle Giornate degli Autori – sezione Notti Veneziane – del 2021, il film ha vinto il Premio Speciale ai Nastri d’Argento nella sezione “Docufilm” e il premio della giuria del SNGCI per la sezione #Frame Italia al Festival Sguardi Altrove di Milano dove si è aggiudicato anche il Premio della giuria Iulm e il premio per il Miglior Film al Festival Cinema d’iDEA di Roma.
Il viaggio parte da Palermo e tocca cinque luoghi simbolici della Sicilia, ciascuno legato a una storia e a un grande narratore orale siciliano. I protagonisti sono Mimmo Cuticchio a Palermo, primo e ultimo puparo vivente, che oggi si fa chiamare “il nuovo cuntista dei naufraghi” e ci racconta del suo Teatro dei pupi e della sua formazione a Palermo tra gli antichi maestri del cunto da cui ha ereditato un mestiere oggi noto in tutto il mondo; Vincenzo Pirrotta a Partinico, nelle terre di Danilo Dolci e Peppino Impastato (giovane attivista e giornalista italiano ammazzato dalla mafia), che ci cunta di Orlando Furioso per denunciare i latitanti mafiosi che ancora oggi si nascondono in territorio siciliano; Gaspare Balsamo a Trapani, che tra gli studi di una radio locale, le tonnare abbandonate e i mulini a vento di Culcasi, ci racconta dell’incontro tra Don Chisciotte e Peppino Impastato, ma anche della lotta contro i mulini a vento e della fuga di Ulisse dalle grinfie del Ciclope ubriaco; Mario Incudine a Gela, tra i resti del Petrolchimico, e nelle cave di Caltanissetta ci canta il Lamentu di Turiddu Carnevale scritto da Ignazio Buttitta per Ciccio Busacca, che ha raccontato al mondo con la sua chitarra il sogno infranto di chi aveva creduto nel progresso in Sicilia; Giovanni Calcagno a Paternò, dove ha sede la casa del cantastorie in memoria di Ciccio Busacca, e a Piedimonte Etneo, la terra trema e dove l’ex saltimbanco e artista di strada, ora volto noto del cinema e della televisione, vive senza luce e senza acqua in assoluta solitudine, cunta del poeta innamorato e solitario che fu inghiottito dal vulcano sotto le scosse di un terribile terremoto, e della solitudine del Ciclopuzzo innamorato, che proprio qui aveva la sua dimora. Il viaggio si conclude a Palermo, laddove è iniziato, con Mimmo Cuticchio sotto le vesti di Don Chisciotte che percorre Corso Vittorio Emanuele su un bellissimo cavallo bianco guidato da Yousif Latif Jaralla, un narratore orale iracheno che ha imparato l’arte del cunto proprio da Cuticchio, nelle vesti di Sancho Panza.
Dall’800 in poi con il teatro tradizionale delle marionette, attraverso il grande patrimonio di storie antiche e condivise gli opranti diffondevano un gesto di ribellione politica. L’Opera dei Pupi sopravvive nel sud ancora oggi, come uno dei simboli dell’identità siciliana, e nel 2001 è stata proclamata dall’UNESCO Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità. “Il film si chiude sotto la superficie del mare – chiosa Giovanna Taviani – dove i pupi e le loro storie affondano per tornare a riposare, tra le ceneri dei miei genitori a cui questo documentario è dedicato”.