lunedì, 23 Dicembre 2024
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Cultura, a Palermo un bene confiscato alla mafia diventa front office

Un bene confiscato alla mafia, che si trova a Palermo in Piazza Giovanni Amendola 16 ad angolo con la via Paolo Paternostro, da oggi sarà il Front-office del Dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana.

All’inaugurazione, che si è svolta ieri mattina in forma contenuta a causa delle procedure anti-Covid, erano presenti l’Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, il dirigente generale del Dipartimento, Sergio Alessandro e la Direttrice del Centro Regionale del Catalogo, Selima Giuliano.

Il nuovo sito – che da gennaio sarà aperto al pubblico dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 15.00, fornirà agli utenti informazioni sugli orari di apertura dei siti regionali della cultura – sulle mostre in corso, sugli eventi programmati e, in generale, su ogni attività di valorizzazione e fruizione del patrimonio regionale che coinvolga, a qualsiasi titolo, l’assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.

L’idea di un luogo destinato a informare la popolazione su iniziative culturali – sottolinea l’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – è un segnale molto forte e importante per affermare il valore della legalità e della bellezza come deterrente contro ogni forma di violenza e sopruso. Il Governo Musumeci è già da tempo impegnato nel contrasto all’illegalità, sia attraverso l’azione politico-amministrativa rigorosa e attenta sia, anche, con l’acquisizione di luoghi simbolo appartenuti alla mafia, per restituirli al pubblico utilizzo in una simbolica forma di riscatto. È di pochi giorni fa, infatti, l’acquisizione da parte della Regione del Casolare dove è stato ucciso Peppino Impastato, simbolo di contrasto alla mafia, per destinarlo ad attività di interesse pubblico”. 

L’immobile di piazza Amendola, costituito da tre ambienti di cui uno soppalcato e caratterizzato da tre ampie vetrine, faceva parte del patrimonio appartenuto al mafioso Antonino Cinà ed era stato assegnato dall’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati alla Regione Siciliana per finalità di interesse pubblico, secondo le previsioni del Dlgs. n. 159 del 2011.

La richiesta di attribuzione all’Assessorato dei Beni Culturali è partita dal Dirigente generale del
Dipartimento dei Beni Culturali, Sergio Alessandro che lo ha consegnato al CRICD, il Centro Regionale per l’Inventario, la Catalogazione e la Documentazione della Regione Siciliana, che ha curato il progetto di valorizzazione dell’immobile secondo le direttive assegnate.

Le vetrine, allestite con monitor e sistemi digitali avanzati, proietteranno all’esterno immagini e filmati selezionati dalla vasta documentazione del patrimonio culturale siciliano appartenenti all’archivio del Centro Regionale Catalogo.

Gli interessati anche potranno richiedere la consultazione di testi e del materiale presente nella banca dati del CRICD con mail da inoltrare a front.officebci@regione.sicilia.it.

Le postazioni informatizzate sono finalizzate, infatti, alla fruizione del vasto repertorio documentario del Centro Catalogo.
Presso il Front Office sarà disponibile, inoltre, anche la consultazione di un’ampia selezione di cataloghi e pubblicazioni realizzati nel corso degli anni dall’Assessorato dei Beni culturali e saranno resi disponibili, su prenotazione, anche i volumi già editi dalla Regione e quelli di imminente pubblicazione.

Sull’argomento leggi anche qui:

https://www.giornalecittadinopress.it/un-bene-confiscato-alla-mafia-diventa-front-office-informativo-sui-beni-culturali-della-regione-siciliana/

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