giovedì, 19 Dicembre 2024
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Covid e vaccini, la Fiera apre anche di sera. Il punto sull’estensione a medici di famiglia e farmacie

Palermo. L’hub della Fiera del Mediterraneo estende il suo orario fino a mezzanotte. Dal 9 aprile, sarà possibile vaccinarsi contro il Coronavirus anche nella fascia serale, dalle 20 alle 24. Finora i cancelli della fiera sono rimasti aperti ogni giorno fino alle 18, con le somministrazioni andate avanti dalle 8 alle 20. Da oggi ci si potrà prenotare fino alle 22,30, orario di ingresso dell’ultima autovettura in Fiera; il turno di somministrazione andrà avanti fino alle 24.

“L’obiettivo è arrivare a garantire almeno ottocento dosi giornaliere in più con l’ampliamento dell’attività alle ore serali – spiega Renato Costa, commissario per l’emergenza Covid a Palermo -. Gli sforzi della struttura commissariale sono interamente destinati ad aumentare il più possibile le somministrazioni giornaliere”.

Le vaccinazioni sono aperte alle persone estremamente vulnerabili, agli over 80, alle forze dell’ordine, al personale sanitario, al personale scolastico e, dall’8 aprile, anche ai cittadini nella fascia d’età 65-69 anni.

Si può prenotare attraverso la piattaforma della struttura commissariale nazionale, gestita da Poste Italiane, prenotazioni.vaccinicovid.gov.it. Un’altra modalità di prenotazione online è sul portale regionale www.siciliacoronavirus.it.
Sul sito fiera.asppalermo.org è stata inoltre lanciata un’ulteriore piattaforma per le prenotazioni del vaccino in fascia serale. Si potrà scegliere l’orario di somministrazione tra le 20 e le 22,30, ora in cui chiuderanno i cancelli, con il personale sanitario che proseguirà le inoculazioni del siero anti- Covid fino a mezzanotte.

Il vaccino può essere prenotato anche tramite call center (numero verde 800.009.966, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18), tramite i 687 sportelli ATM Postamat e tramite il canale costituito dai portalettere di Poste Italiane che possono inserire in agenda gli appuntamenti.

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“A distanza di un mese dall’accordo Fimmg-Regione siciliana per somministrare i vaccini anti Covid, salvo qualche distinguo, nelle varie Asp siciliane l’operatività dell’intesa in tutte le sue articolazioni continua a non decollare per le difficoltà organizzative dell’ASP”. Così il segretario regionale dei medici di famiglia Luigi Galvano dopo il vertice del consiglio regionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) che ha fatto il punto sullo stato dell’arte dell’accordo in tutto il territorio regionale.

“Difficoltà difficili da spiegare, considerato che i medici di famiglia, da sempre vicini ai bisogni dei propri assistiti, intrattengono con loro un rapporto di fiducia anche trentennale. Dopo le varie ordinanze del presidente Musumeci, dal 12 dicembre hanno dato prova sempre di efficienza, dal tracciamento dei casi positivi e i contatti stretti – chiarisce Galvano –   ai provvedimenti di quarantena”.

“E soprattutto – aggiunge – nei provvedimenti per liberare i pazienti guariti, costretti e isolati a casa anche per diverse settimane aspettando l’istituzione pubblica competente per affrancarsi dalla quarantena rispettata. Situazioni che comportano ore ed ore di lavoro giornaliero anche se non previste nell’accordo. Senza contare la puntualità delle informazioni e dei dati che vengono giornalmente inviati dai medici di medicina generale alle Asp. Come facilmente si può verificare nelle piattaforme aziendali, sono l’indicatore più affidabile dell’andamento pandemico”.

“Presenti sempre e in modo capillare sul territorio, ma penalizzati. L’importante è – sottolinea Galvano – che la collettività sappia che la maggior parte dei medici di famiglia hanno aderito comunque alla campagna vaccinale pur di assistere i pazienti per una vaccinazione personalizzata e competente, frutto di un’esperienza ventennale. Ed è per questo che hanno accettato un compenso inferiore del 50-30 per cento in meno rispetto alle altre categorie di vaccinatori. La medicina generale darà un nuovo impulso alla vaccinazione, soprattutto quando arriveranno molte dosi e si dovranno vaccinare le fasce di età più numerose. A giorni – conclude – partiremo con la vaccinazione dei pazienti più fragili”.

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Federfarma nazionale ha consegnato alla Struttura commissariale del Generale Francesco Paolo Figliuolo l’elenco delle farmacie italiane che hanno aderito alla campagna vaccinale, al fine di organizzare la logistica per la distribuzione dei vaccini. I numeri dicono che la tanto attesa svolta adesso è possibile. Infatti, sono già pronte ad effettuare le somministrazioni ben 11.000 farmacie in tutto il territorio nazionale (10.479 associate a Federfarma più circa 600 farmacie comunali) con oltre 25mila farmacisti che hanno seguito il Corso di formazione erogato dall’Istituto superiore di Sanità. Poiché si stima che ogni farmacia potrà eseguire da 15 a 20 immunizzazioni al giorno, è ipotizzabile che alle attuali circa 250mila dosi somministrate ogni giorno negli hub già allestiti sul territorio nazionale se ne possano aggiungere quasi 200mila presso le farmacie, per arrivare a quota 450mila.

Queste le 10.479 adesioni di farmacie associate a Federfarma, suddivise per regione: Abruzzo, 311 farmacie; Basilicata, 147; Calabria, 485; Campania, 1.055; Emilia-Romagna, 691; Friuli-Venezia Giulia, 246; Lazio, 1.221; Liguria, 245; Lombardia, 1.436; Marche, 258; Molise, 52; Piemonte, 1.016; Provincia di Bolzano, 100; Provincia di Trento, 86; Puglia, 646; Sardegna, 351; Sicilia, 796; Toscana, 600; Umbria, 117; Valle d’Aosta, 23; Veneto, 597.

In particolare, queste le adesioni nelle province siciliane: Agrigento, 62; Caltanissetta, 46; Catania, 161; Enna, 35; Messina, 121; Palermo, 227; Ragusa, 40; Siracusa, 66; Trapani, 38.

“La massiccia adesione delle farmacie, che fa seguito all’accordo tra Governo, Regioni e Federfarma nazionale – spiega Roberto Tobia, segretario nazionale e presidente di Federfarma Palermo – conferma ancora una volta lo spirito di servizio e il costante impegno della farmacia italiana, presente in prima linea sin dall’inizio della pandemia come parte integrante del Servizio sanitario nazionale, garantendo ai cittadini professionalità e assistenza. La vaccinazione nelle farmacie sarà utile come servizio di prossimità sia nelle grandi città, sia nelle aree più interne, lontane dagli hub vaccinali. Sono in corso di definizione gli accordi regionali per permettere l’approvvigionamento delle dosi da parte delle farmacie, che procederanno ad immunizzare i cittadini prenotati attraverso la piattaforma pubblica”.

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“Il ritardo del coinvolgimento dei medici di medicina generale nella campagna vaccinale anti covid è stato finora incomprensibile. Un ritardo che non fa bene né al buon funzionamento della sanità pubblica siciliana, che deve garantire solo e sempre salute, né ai medici di famiglia che devono vaccinare con la stessa dignità di tutti gli altri loro colleghi vaccinatori, alcuni dei quali chiamati alle armi con meno esperienza”.

Così, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, richiamando la governance della sanità regionale al senso di responsabilità.

Per il presidente dell’Ars, “Sarebbe opportuno che non si perdesse di vista la competenza e la capillarità di intervento sul territorio dei medici di medicina generale per uscire da questa pandemia. Il loro coinvolgimento, con tutte le relative garanzie riconosciute, si traduce in anamnesi medica di ogni singolo assistito, scelta del vaccino migliore per ogni paziente e maggiore tutela degli anziani, che possono raggiungere più facilmente e in sicurezza il loro medico curante. Il presidente Musumeci e le sue diramazioni amministrative – ha sottolineato Miccichè – devono creare le condizioni migliori per dare efficienza all’intero sistema andando oltre le singole posizioni sindacali, senza guardare destra o sinistra.  A breve ci sarà la più grande vaccinazione di massa della storia e la Sicilia, che è la regione più povera d’Europa, deve avere uno scatto in più rispetto alle altre regioni. Vaccinare è la nostra unica arma e dobbiamo farlo in fretta e bene, rispettando il lavoro di tutti i medici.  Abbiamo visto – ha concluso Miccichè – la presenza di medici vaccinatori di tutte le categorie mediche chiamate alla somministrazione, con accordi chiari tranne i medici di base nonostante la loro piena disponibilità dall’inizio della pandemia. Ora che l’intesa sembra essere operativa si scopre una penalizzazione economica oltre misura, che nei fatti disorienta tutti e danneggia l’unità e l’efficienza del sistema sanitario regionale”.

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“Apprendiamo con piacere la notizia diramata dalla Regione siciliana sul potenziamento del numero di punti vaccinali nel territorio regionale. E’ quello che desideriamo da tempo, anche se siamo convinti che ci vuole ancora poco per fare un pò di più e meglio.” E’ questo il pensiero della Ugl salute Sicilia, con il segretario regionale Carmelo Urzì ed il segretario dei medici Raffaele Lanteri che chiedono al presidente Nello Musumeci un ulteriore sforzo per rendere ancor più efficiente la campagna vaccinale.

“Abbiamo apprezzato l’iniziativa concordata con la Conferenza episcopale siciliana per la somministrazione nei locali di alcune parrocchie e ci auguriamo possa essere ripetuta. Ci fa piacere che le nostre richieste di allargare il numero di centri per le vaccinazioni siano state accolte, ma auspichiamo possa prendere il via in tempi brevi e si pensi ad allestire pure drive-in itineranti in collaborazione con i sindaci. Prendiamo atto che è stato stipulato un protocollo locale (anche se in assenza dei sindacati) per vaccinare i dipendenti delle aziende, sulla scorta del modello nazionale e speriamo che non si perda tempo a fornire supporto alle imprese ed alle Aziende sanitarie provinciali per mettere in sicurezza i lavoratori. Siamo contenti del fatto che si sta iniziando a dare priorità anche agli over 65, però non conosciamo ancora i dati sull’andamento delle inoculazioni ai fragili ed ai disabili e non sappiamo se è partito il servizio a domicilio. Alla richiesta di queste risposte urgenti, aggiungiamo due proposte secondo noi utili e fattibili – evidenziano Urzì e Lanteri. La prima è quella di valorizzare il ruolo dei medici di famiglia non soltanto dando loro vaccini, ma rendendoli protagonisti della fase di anamnesi. In questo modo si andrebbe a velocizzare il lavoro degli hub vaccinali (dove la fase di triage rallenta il percorso), evitando così disagi agli utenti visto che molti dopo la prenotazione sono stati rimandati indietro perchè ritenuti non idonei (in questo senso ci sono giunte diverse segnalazioni). Il triage stesso preventivo, effettuato dal medico di base, renderebbe più fluide le operazioni di inoculazione e, nel contempo, andrebbe a fornire anticipatamente ai centri la tipologia di vaccino a cui l’utente è candidabile. In secondo luogo, per ogni sede di vaccinazione si potrebbe prevedere una “lista di riserve” pubblica e trasparente, magari abbassando l’età dei candidabili, con prenotazione validata dal medico di medicina generale. Infine, invochiamo chiarezza e massima informazione definitiva sulla sicurezza dei vaccini e sulle tipologie di vaccino associate ad un target specifico. Sono indicazioni, secondo noi, di non difficile applicazione – concludono dalla Ugl salute Sicilia – e per questo siamo certi che, con il consueto buonsenso, la Regione le raccoglierà e le metterà in pratica come ha fatto in altre occasioni di battaglia contro il Covid-19, che stiamo continuando a condurre dalla stessa parte”.

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