Già da ieri sui canali social condiviso da tantissima gente gira l’appello rivolto a tutti coloro che sono guariti da poco dal Sars-Cov-2 di poter donare, attraverso un semplice prelievo, il proprio plasma per aiutare chi, in questo momento, si trova in gravi condizioni in ospedale. Questo plasma sarebbe iperimmune, e i potenziali donatori devono però rispondere ad alcune caratteristiche quali: diagnosi accertata di Covid 19 mediante tampone positivo; devono essere trascorse non meno di due settimane dalla guarigione clinica; guarigione accertata da tampone negativo; età compresa tra i 18 e i 65 anni; le donne possono donare se non hanno avuto gravidanze o interruzioni di gravidanza; ed infine, idoneità alla donazione del sangue con alcuni requisiti, come ad esempio non aver ricevuto trasfusioni o essere portatori di altre malattie infettive.
DOVE POTER DONARE
E’ possibile recarsi per questi controlli e donare il proprio plasma a Palermo, al Policlinico (indirizzo mail per chi voglia prenotarsi: medicinatrasfusionale@policlinico.pa.it *) – o all’ospedale Cervello; a Catania o al Policlino o all’ospedale Garibaldi; a Messina all’ospedale Papardo; a Trapani, Caltanissetta e Ragusa presso le rispettive Asp.
- * I cittadini risultati positivi al Sars-Cov-2, sia sintomatici sia asintomatici, possono infatti effettuare la donazione prenotandosi alla mail medicinatrasfusionale@policlinico.pa.it ed allegando copia del referto del tampone positivo, dei due tamponi negativi e di eventuale certificato di dimissioni, nel caso siano stati ricoverati a seguito della comparsa di sintomi. Sarà il personale dell’ospedale a ricontattare telefonicamente gli interessati per l’appuntamento.
Il plasma immune
Il plasma immune viene recuperato dai soggetti che hanno avuto l’infezione, l’hanno superata e presentano titoli anticorpali prodotti dal loro sistema immunitario per contrastare il virus adeguatamente alti: questi anticorpi possono essere trasferiti ad un soggetto ammalato per aiutare il suo sistema immunitario a debellare il virus in maniera più rapida e più efficace.
In Sicilia, come sopra anticipato, i centri trasfusionali individuati e autorizzati alla raccolta del plasma sono il Policlinico Vittorio Emanuele e Arnas Garibaldi di Catania; il Policlinico Giaccone e Villa Sofia-Cervello a Palermo; il Papardo di Messina e le Asp di Ragusa, Trapani e Caltanissetta. A livello nazionale sono 80 i centri attualmente registrati ma soltanto 21 sono stati attivati e 14 dei quali stanno arruolando pazienti.
Nei giorni scorsi, proprio su questo tema, era intervenuta AttivaSicilia. “A che punto è il programma per la ricerca e l’uso del plasma iperimmune per la cura del Covid in Sicilia? – si leggeva in una nota -. Si stanno potenziando le iniziative di reperimento di donatori e si sta garantendo la piena funzionalità dei centri individuati per le procedure mediche di plasmaferesi”? A chiederlo, il gruppo all’Ars di Attiva Sicilia con in un’interrogazione rivolta al presidente della Regione siciliana e all’assessore regionale alla Salute.
“Tra le numerose terapie approntate per contrastare le patologie sviluppate dall’infezione da coronavirus – spiegava Valentina Palmeri di Attiva Sicilia – la plasmaterapia, che prevede l’uso di trasfusioni di plasma immune, ha ottenuto e sta ottenendo notevoli risultati terapeutici soprattutto nei casi più gravi. Ecco perché riteniamo fondamentale fare in modo che i centri individuati e autorizzati in Sicilia per la raccolta del plasma possano funzionare a pieno regime, mentre attualmente, anche a causa dell’andamento epidemiologico, l’attività di arruolamento di donatori va a rilento”.
Sul punto, ecco un altro intervento. “Apprendo da un comunicato della Regione – dichiara l’Onorevole Pullara – che sarebbero stati attivati 8 centri per la raccolta del plasma iperimmune dai pazienti guariti dal Covid-19. Considerato che ogni donazione di plasma può salvare almeno tre persone, credo che la Regione dovrebbe dare maggior risalto a questa possibilità, aumentando ulteriormente i centri di raccolta e, soprattutto informando e sensibilizzando tutti i potenziali donatori che sono centinaia di persone. Altrimenti annunciare l’esistenza dei centri ma poi non sfruttarne le potenzialità sarebbe uno sperpero di denaro ed energie. L’ennesimo sperpero di denaro ed energie”.