PALERMO – Di là passa spesso tanta gente, ma il degrado invece non passa mai. Corso Tukory, una delle vie più conosciute di Palermo, percorso abitudinario di molti studenti universitari, è sicuramente uno dei luoghi dalle innumerevoli sfaccettature e forme di degrado e inciviltà. La via dedicata al patriota e militare ungherese Luigi Tukory di Algyest, che prese parte alla spedizione dei Mille con le truppe di Garibaldi, è uno dei tanti e chiari esempi di decadimento e scarso decoro della città.
Sin dal mattino è un viavai di gente. Nei pressi della chiesa di Piazza S. Antonino, i venditori sono alle prese con la sistemazione delle proprie bancarelle. Proseguendo, marciapiedi sporchi e deteriorati. Buche all’agguato, causa di improvvise cadute e pronte a slogare le caviglie dei passanti o intrappolare le rotelle di qualche trolley da viaggio.
Tra angoli e fessure ricchi di cartaccia, scatole di cartone e resti di cibo, il meglio deve ancora arrivare. E cosi chi si addentra lungo la via, si rende conto ben presto di come il luogo subisca quasi una metamorfosi. Corso Tukory si trasforma in uno strano mercato all’aperto. Le bancarelle iniziali pian piano svaniscono e cedono il posto al marciapiede imbandito. Direttamente da terra è possibile acquistare piatti, elettrodomestici, mobili, materassi, oggetti e indumenti usati. Alcuni passanti si fermano per contrattare sul prezzo di vendita, altri, saltellando qua e là, superano strumenti musicali e bambolotti, per poi trovarsi di fronte a vestiti e cuscini, appesi a muretti o a cancelli di varie strutture e abitazioni. Quasi inutile precisare che, poco lontano dall’allegro vendi e compra palermitano, rifiuti vario tipo assediano esternamente il museo Gemellaro.
Dall’altra parte della strada, aiuole ricoperte da bottiglie e bicchieri di plastica conducono il pedone al familiare punto di ritrovo per residenti e immigrati. Lì seduti tra panchine alquanto luride, c’è chi chiacchiera del più e del meno, alzando spesso la voce. Non mancano i commenti e i fischi del cafone di turno nei riguardi di qualche ragazza dal passo svelto.
Le panche di questo vivace giardinetto diventano, poi, dei letti, dove molti barboni trovano il loro giaciglio. Briciole di panini e merendine lasciate a terra, attirano folte schiere di piccioni, che spiccano il volo da alcune pattumiere adiacenti che fanno loro da colombaia. E se arrivati qui, dopo il percorso ad ostacoli, la stanchezza comincia a farsi sentire, fermarsi è quasi d’obbligo: sdraio e sedie accuratamente abbandonate potrebbero dare sollievo a qualche viaggiatore sfinito.
Tuttavia, se siete in compagnia e avete più tempo a disposizione, qualche palermitano ha pensato anche a questo e ha ben deciso di posizionare un elegante divano da salotto, immerso nel verde della natura. Qui, messi da parte gli indugi, adagiati comodamente, potete assistere al degradante spettacolo di Corso Tukory.