giovedì, 19 Dicembre 2024
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Coronavirus, sono 4 i ricoverati all’Ospedale Cervello di Palermo

Inoltre, le preoccupazioni di alcuni Sindacati sul fronte sanitario e lavoro

Attualmente presso il reparto di Malattie Infettive del Presidio Cervello di Palermo sono ricoverati quattro pazienti positivi ai test per Coronavirus. Uno di questi pazienti è la donna proveniente dalla bergamasca che è in buone condizioni generali.

Ogni anno al Campus di Ematologia Franco e Piera Cutinodell’Ospedale “Cervello” di Palermo si eseguono oltre 6.600 trasfusioni di sangue, fondamentali per garantire la sopravvivenza di tantissimi pazienti affetti da Talassemia. Queste trasfusioni sono garantite dai donatori di sangue che con grande sensibilità, altruismo e generosità, attraverso questa semplice azione, consentono ai tanti pazienti talassemici la possibilità di continuare a vivere. Da circa due settimane, da quando l’emergenza Coronavirus si è estesa con i primi casi anche a Palermo, il numero dei donatori di sangue è calato drasticamente, e con le nuove restrizioni, il numero rischia di diminuire ancora di più, mettendo a repentaglio tantissime vite. È per questo motivo che l’Associazione Piera Cutino ha deciso di rinunciare al ricavato della vendita delle colombe pasquali artigianali – acquistate annualmente dalla Associazione e rivendute per contribuire alla raccolta fondi da destinare al Campus di Ematologia – per regalarle a tutti coloro che faranno una donazione di sangue in uno dei due Centri trasfusionali “Cervello” e “Villa Sofia”.

“Un encomio per tutti gli operatori sanitari impegnati nelle tende pre-triage di Villa Sofia e del Cervello“. Lo esprime la Cisl Funzione Pubblica di Palermo e Trapani in una nota inviata alla Direzione strategica dell’Azienda Villa Sofia Cervello. Nel ringraziare tutti gli operatori coinvolti per il lavoro fin qui sviluppato, l’organizzazione sindacale sottolinea la loro professionalità.

Dopo il Dpcm per l’emergenza di Coronavirus, la Segreteria generale Fsi-Usae che aveva già segnalato come la tenuta del sistema sanitario fosse garantita con i sacrifici e le privazioni degli operatori addetti con turni massacranti e pronte disponibilità straordinarie, ha preso carta e penna e segnalato le carenze del provvedimento assunto dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

Insomma dice Adamo Bonazzi, il Segretario Generale: ”le nuove direttive per l’emergenza provocata da Covid-19 mettono a dura prova i lavoratori della sanità pubblica, che lavorano con grande spirito di abnegazione e di dedizione, e non sono adeguate a tutelare il personale che è esposto al contagio di persone infette. Personale che non viene controllato con l’apposito kit per il Coronavirus. Questa direttiva evita di aumentare il numero dei contagiati ufficiale, ma impedisce un rapido riconoscimento della malattia al personale esposto che è chiamato a lavorare in una situazione contraria a quanto è previsto per il resto della popolazione. Una situazione deprecabile e ingiusta”.

“Con i nuovi provvedimenti che sanciscono l’allargamento dei posti letto di terapia intensiva e il raddoppio dei posti di semi intensiva – prosegue – la situazione diviene critica e si ripercuoterà inevitabilmente sui servizi, mettendo in crisi anche i Tecnici Sanitari che già sono sotto organico rispetto alle necessità correnti. Senza un immediato aumento del personale addetto ci sarà un ulteriore aumento di carico su chi già è in servizio che difficilmente sarà sopportabile”.

Fsi-Usae nella nota odierna ha quindi chiesto alla Presidenza un provvedimento urgente che preveda:

·   l’immediata assunzione del personale, in deroga ad ogni blocco, con l’utilizzo di tutte le graduatorie esistenti e l’immediata messa in campo di eventuali nuovi concorsi per le graduatorie in via di esaurimento;

·   uno specifico stanziamento per il pagamento delle ore straordinarie; sia per quelle già erogate e non ancora pagate che per quelle che inevitabilmente si renderanno necessarie;

·   l’immediata messa a disposizione dei necessari Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e dei gel disinfettanti per l’igiene delle mani a tutti gli operatori interessati;

·   il controllo con l’apposito kit (Coronavirus) di tutti gli operatori che entrano in contatto con persone positive;

·   la classificazione in deroga alla causa violenta di “infortunio sul lavoro” per tutti quegli operatori che sulla base dei protocolli ministeriali devono osservare misure di profilassi e prevenzione quali la quarantena.

Inoltre, poiché i recenti decreti varati dal governo con la chiusura delle scuole quale misura di contenimento del virus, ha creato e crea ulteriori difficoltà alle famiglie dei lavoratori del servizio sanitario, l’Organizzazione Sindacale “chiede anche delle altre misure straordinarie ed urgenti in termini di risorse economiche per la concessione di benefici (welfare) assistenziali quali bonus baby-sitter e la copertura economica del 100% dei congedi parentali”.

Nel frattempo ieri…

“Sono state accolte le nostre richieste – dichiara Calogero Coniglio segretario regionale della Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei – per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Coronavirus in Sicilia, come conferma la disposizione emanata oggi dall’assessorato regionale della salute prot. n. 13588 “Misure per la prevenzione, contenimento e gestione dell’emergenza COVID-2019” indirizzata ai direttori generali delle Aziende Sanitarie Provinciali, Ospedaliere, Ospedaliere-Universitarie, Irccs, Fondazione Giglio e Ospedali Classificati della Regione Siciliana. E’ certamente un punto di partenza importante e per questo la Fsi-Usae nell’attuale situazione offre la propria collaborazione”.

“Con nota n. 4008 inviata all’assessorato regionale della salute e alle 17 aziende sanitarie il 6 marzo abbiamo ritenuto necessario per fronteggiare l’emergenza per gli ospedali siciliani sede di pronto soccorso e Dea, di prevedere che tutti gli interventi e le attività programmate salvo quelle strettamente non procrastinabili (salvavita, pronto soccorso, oncologici, cardio e neuro-chirurgici) venissero sospese.

“La Fsi-Usae ritiene necessario sospendere tutta l’attività chirurgica in elezione, esclusi gli interventi oncologici, tutta l’attività ambulatoriale programmata, eccetto quella oncologica e quella individuata come indispensabile dallo specialista di riferimento. L’obiettivo principale, in questo momento, è quello di non sovraccaricare le strutture sanitarie e il personale sanitario, medici, infermieri, tecnici, oss, che devono essere impegnati nella cura e nell’assistenza dei pazienti gravi e complessi e delle emergenze”.

“Abbiamo ribadito all’assessorato regionale che deve garantire agli operatori sanitari la sicurezza con l’uso degli appositi Dpi (Dispositivi di Protezione Individuali) forniti nella giusta misura e in modo tempestivo. Infine visto che il Covid-19 ha dimostrato la tendenza a colpire in modo più intenso i soggetti anziani e polipatologici al fine di prevenire possibili fonti di infezione, abbiamo chiesto di formalizzare la riduzione delle visite nei presidi ospedalieri ad un sola persona al giorno per ciascun degente. Indicazione che è stata recepita”, precisa Coniglio.

“Assieme ai componenti della segreteria regionale della Fsi-Usae, Renzo Spada, Salvatore Ballacchino Pier Paolo Di Marco, Maurizio Cirignotta e Salvatore Bracchitta, siamo soddisfatti delle scelte operate finora dalla regione che rispecchiano, in larga misura, le nostre indicazioni e le nostre richieste, avanzate in una delicata circostanza e che confermano la consuetudine del sindacato autonomo Fsi-Usae a non sottrarsi all’assunzione di responsabilità”.

“Oltre ai contenuti della disposizione regionale è apprezzabile la scelta di coinvolgere e confrontarsi con le parti sociali che produrrà effetti positivi per i nostri iscritti, per i lavoratori più in generale, per i pazienti e per la popolazione – conclude Coniglio – A tal proposito evidenziamo positivamente i risultati raggiunti finora dal Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, dall’Assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e dall’Ars nell’affrontare l’emergenza coronavirus man non le misure adottate dal governo nazionale. Condividendo le linee di indirizzo e i provvedimenti regionali per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Coronavirus, riteniamo necessario proseguire il dialogo costruttivo intrapreso anche con le prefetture, le istituzioni dei comparti della funzioni centrali, locali, della sicurezza e della scuola”.

Sul tema del lavoro nei call center

“A seguito della pubblicazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM 8 marzo 2020) che obbliga per motivi di sicurezza la chiusura di innumerevoli attività, lavorative e ricreative, c’è un settore su cui si sta lasciando mano libera perché non compete al pubblico bensì al privato: mi riferisco ai Call Center, i quali però rappresentano a nostro avviso un luogo altamente a rischio contagio. Parliamo di locali condizionati ma spesso non arieggiati, in cui c’è un agglomerato umano notevole, a meno di 1 metro di distanza tra loro. È vero che le aziende legate a tali strutture subirebbero un danno enorme, così come lo sta subendo il mondo degli albergatori, della ristorazione, della cultura e chi più ne ha ne metta. Però, è anche vero che previa rassicurazione da parte del Governo nazionale e regionale, a cui chiediamo conforto, occorre una presa d’atto dell’emergenza e imporre una chiusura momentanea dei Call Center”. Così afferma il deputato di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana, on. Michele Mancuso. “Siamo vicini ai lavoratori e alle aziende private – conclude il Parlamentare. Siamo pronti a presentare qualsiasi proposta di sostegno al Governo regionale e nazionale, ma esortiamo gli organi competenti a intervenire. Questo è un potenziale focolaio incontrollabile. Le settimane che verranno sono le più importanti per evitare che il contagio diventi pandemia. Usiamo il buon senso”.

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