giovedì, 26 Dicembre 2024
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Continua la lotta del governo agli sprechi nella PA. Taglio del 50% sui distacchi e permessi sindacali.

Dal 1° settembre, secondo la circolare a firma del ministro Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione nel Governo Renzi, Marianna Madia, arriverà la riduzione del cinquanta per cento delle prerogative sindacali, fra cui permessi e distacchi, fatta eccezione per quelli riguardanti le Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie), le Forze di Polizia ad ordinamento civile e il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Il provvedimento secondo il ministro “è finalizzato alla razionalizzazione e alla riduzione della spesa pubblica”. A dovere tornare sul posto di lavoro, saranno circa mille dipendenti che sino ad oggi hanno svolto l’attività sindacale in alternativa a quella lavorativa. Entro la fine di agosto, le associazioni sindacali maggiormente rappresentative dovranno comunicare alle amministrazioni la revoca dei distacchi sindacali, non più spettanti, nel rispetto “del contratto collettivo nazionale quadro sulle prerogative sindacali”, “nonché delle altre disposizioni di tutela” . Al fine di evitare discriminazioni, garantito il personale che verrà reintegrato “nella qualifica dirigenziale di provenienza, fatte salve le anzianità maturate, e conserva, ove più favorevole, il trattamento economico in godimento all’atto del trasferimento mediante attribuzione ‘ad personam’ della differenza con il trattamento economico previsto per la qualifica del nuovo ruolo di appartenenza, fino al riassorbimento a seguito dei futuri miglioramenti economici”. Ulteriore garanzia per il dipendente o dirigente che riprenderà servizio al termine del distacco o dell’aspettativa sindacale “può, a domanda, essere trasferito, con precedenza rispetto agli altri richiedenti, in altra sede della propria amministrazione quando dimostri di aver svolto attività sindacale e di aver avuto il domicilio nell’ultimo anno nella sede richiesta ovvero in altra amministrazione anche di diverso comparto della stessa sede”. Il premier Renzi in un tweet plaude al provvedimento: “Grazie al decreto @mariannamadia dimezzati i distacchi e i permessi sindacali nel pubblico impiego. #italiariparte #lavoltabuona”. A non pensarla alla stessa maniera sono le Organizzazioni sindacali. Secondo Michele Gentile della CGIL il provvedimento “è una misura che mette in difficoltà perché c’è minore possibilità di esercitare una funzione sindacale però non si deve pensare che così si riduca la capacità sindacale, anzi aumenterà. Non ne abbiamo condiviso le motivazioni e continueremo a non condividerle ma siamo tenuti ad applicare la legge”. Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, a Sky TG24 ha dichiarato: “Non vorrei che il ministro Madia usasse questa cosa come un paravento per non mettere mano su comuni e regioni perché lì ci sono sodali del governo”. Per Carmelo Barbagallo, segretario generale aggiunto della Uil, il provvedimento: “Non scaturirà alcun risparmio per lo Stato, anzi dovrà pagare anche il salario accessorio, i buoni pasto e la produttività” ai dipendenti in rientro. Altri interventi previsti dal decreto: taglio dei compensi del 20% per gli amministratori delle società partecipate; eliminazione, dal 31 ottobre, della possibilità per i dipendenti statali di essere trattenuti in servizio oltre i 2 anni dal raggiungimento dell’età pensionabile; anticipo al 62esimo anno d’età, per il pensionamento dei manager, anticipando, così, quanto stabilito dalla Fornero

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