Domani sabato 22 ottobre, alle ore 20,30, nella sala Onu del Teatro Massimo, va in scena HausBachHaus, una produzione del Conservatorio di musica “V. Bellini”, realizzata per le Nuove Musiche 2016 in collaborazione con l’Accademia di belle arti e la Fondazione lirica palermitana.
Il progetto prende le mosse da Bach Haus, intermezzo in un atto su libretto di Vincenzo De Vivo e musica di Michele Dall’Ongaro, scritto sulla falsariga degli intermezzi buffi del Barocco. Si tratta di una proposta, che vede protagonisti gli studenti e i docenti del Conservatorio, sviluppata dal direttore d’orchestra Federico Amendola, docente presso lo stesso Conservatorio e, per l’occasione, impegnato al cembalo e sul podio.
Bach Haus è stata rappresentato in prima assoluta nel 2010 all’Opera di Roma. La novità sta nel fatto che, a Palermo, si arricchisce di un preludio (Haus), in prima esecuzione assoluta, scritto da Salvatore Passantino, allievo di Composizione del Conservatorio, su libretto di Fabrizio Lupo, che firma anche la regia dello spettacolo. Macchina pensante Mattia Pirandello.
“E’ un importante momento di collaborazione istituzionale”, afferma Daniele Ficola, direttore del Conservatorio, “che mette insieme il Teatro Massimo, Il Conservatorio e l’Accademia per un progetto comune a favore degli studenti”. A parte i tenori, il cast infatti è composto da allievi di Canto. I soprani Cecilia Galbo e Dalila Virga si alterneranno nel ruolo di Madame Bach, mentre i bassi Alfonso Michele Ciulla e Giuseppe Toia daranno voce e volto a Johann Sebastian Bach. Nibbio, invece, sarà interpretato sempre in alternanza dai tenori Roberto Iachini-Virgili e Salvatore Incandela. Solisti, Ivan Scepi e Valentina Ilardo al flauto, Roberta Caternuolo e Giovanni Migliore violini, Alessandra Pipitone al pianoforte e Francesco Rossi al clavicembalo. L’Ensemble d’archi del Conservatorio è coordinato da Alberto Giacchino. Scene e costumi sono degli allievi del corso di Scenografia dell’Accademia di belle arti.
Al di là della traduzione letterale, il titolo dell’opera si pone come omaggio al grande pianista tedesco Wilhelm Backhaus (1864-1969) e più in generale alla musica. “Perché Bach non ha mai scritto un’opera?” Da questa domanda nasce l’idea del divertente libretto di De Vivo, attuale direttore artistico del Comunale di Bologna, per spiegare il complicato e strano mondo dell’opera italiana al tempo del grande compositore. Operazione riuscita grazie alla musica di Dall’Ongaro, oggi presidente dell’Accademia di Santa Cecilia, che prendendo le mosse dal primo movimento del quinto Brandeburghese spazia fino a Puccini e Bernstein. Il lavoro, ambientato nella casa di Bach a Lipsia, non è basato sulla verosimiglianza storica, ma è piuttosto un gioco di citazioni e rimandi con sequenze di arie solistiche e pezzi d’insieme nella più pura tradizione barocca. La trama racconta dell’impresario Nibbio, che cerca di convincere il compositore ormai famoso a scrivere un’opera in stile italiano.
Sabato alle 16,30 l’opera andrà in scena per gli studenti. Alle 20,30 è prevista la prima. Si replica domenica alle 17,30. Il costo del biglietto è di 5 €.