martedì, 24 Dicembre 2024
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Conoscere le proprie emozioni: basta osservare fido

Non solo un amico quattro zampe, ma anche specchio di sentimenti ed emozioni: è fido. Forse per questo, quando si è particolarmente felici o l’agitazione prende il sopravvento, il fedele peloso segue i nostri stati d’animo: osservarlo è come conoscere se stessi. A metterlo in luce un team di ricercatori: i cani, infatti, secondo la ricerca effettuata, possono rispecchiare le emozioni dei loro proprietari, in particolare ansia e negatività. A loro volta i quattro zampe se rilassati e amichevoli possono “trasferire” questo stato agli umani, aiutandoli ad affrontare situazioni di stress.

Condotto dall’Università di Vienna e pubblicato su Plos One, lo studio ha analizzato diversi in  test oltre 100 cani e rispettivi proprietari. È stata valutata la personalità di persone e animali e poi sono state misurate la frequenza cardiaca, la risposta a minacce e situazioni di stress. Sono stati inoltre prelevati campioni di saliva per analizzare i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress.

Elemento di novità, spiega la ricercatrice Iris Schoberl, è l’utilizzo della variabilità del cortisolo per valutare la risposta agli stress. Quel che è emerso è che i cani mostrano una diversa variabilità di cortisolo in base alla personalità del loro proprietario. Ad esempio, spiega la scienziata, i cani di padroni nevrotici hanno una variabilità di cortisolo più bassa, il che sarebbe segno che non riescono a far fronte a situazioni stressanti. “La personalità incide su come interagiamo con gli altri e col mondo“, aggiunge la dottoressa Schoberl. “La nevrosi è legata a basse aspettative di supporto sociale in caso di bisogno e porta a depressione e ansia. I cani sono risultati sensibili agli stati emotivi dei loro proprietari ed è possibile un ‘contagio’ emotivo tra i due”. La ricercatrice conclude che quello tra cane e proprietario è un rapporto di “diade” sociale, di coppia: si influenzano l’un l’altro nell’affrontare lo stress. In questa dinamica l’influenza del partner “umano” risulterebbe più forte.

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