Si è svolto ieri sera al Teatro Ranchibile Don Bosco, il confronto tra i candidati alla poltrona di primo cittadino per le prossime amministrative. L’iniziativa è stata organizzata dalla Rete sinodale della comunicazione (Cec) e dal Vescovo Corrado Lorefice. A ogni candidato è stato concesso un intervento di dieci minuti.
Schierati sul palco per il primo confronto pubblico, sette degli otto candidati alla poltrona di primo cittadino di Palermo: Nadia Spallitta, Ismaele La Vardera, Ugo Forello, Ciro Lo Monte, Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli. Il candidato non invitato è Tony Troia che ha polemizzato su facebook per la “dimenticanza”.
Ad aprire l’incontro l’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice che ha detto: “Il vescovo non è un politico e non rappresenta nessuna forza politica. Il mio intervento oggi è per dare voce a chi non ha voce. L’esigenza fondamentale è il bene comune che si trasforma in un appello alla solidarietà. Bisogna dare uno sguardo alla città partendo dal basso – ha ammonito il cardinale -, stare dentro la città, percepire i suoi drammi ed entusiasmarsi delle sue nascoste risorse. La ricerca del bene comune passa attraverso l’inclusione di tutti gli esseri umani e in particolare dei più deboli. Palermo è una città splendida, accogliente e di cultura, dobbiamo esserne orgogliosi e responsabili. L’accoglienza è l’anima della nostra città – ha continuato Lorefice -, dobbiamo lavorare affinché Palermo diventi una città di tutti nessuno escluso. Palermo non dovrà mai smettere di combattere, giorno dopo giorno, sull’esempio di padre Pino Puglisi e dei tanti martiri della giustizia”.
Durante l’intervento di Orlando la platea lo ha fischiato e oggi il Sindaco in carica ha dichiarato: “Il confronto di ieri sera fra i candidati sindaco avrebbe potuto essere un momento per far conoscere idee e programmi. Qualcuno invece, offendendo il luogo e lo spirito di chi ha organizzato l’iniziativa, ha fatto di tutto perché si scadesse nella gazzarra.
Speriamo non sia un assaggio della campagna elettorale che ci aspetta, nella quale è già evidente la presenza asfissiante di forze con ingenti disponibilità economiche. Il 2012, con i suoi inquietanti strascichi giudiziari, non sembra aver insegnato molto rispetto alla inutilità di ricorrere a questi sotterfugi, ma ieri abbiamo avuto la conferma del fatto che qualcuno vuole far tornare Palermo una palude. Si rassegnino – conclude Orlando – perché il lavoro già avviato per riportare la nostra città su una strada di sviluppo, nuove opportunità di lavoro, innovazione e solidarietà, non sarà certo fermato da quattro urla.”
A prendere le difese di Orlando è stato oggi Fabrizio Ferrandelli che, nonostante il gelo che si percepiva fra i due contendenti durante il confronto, ha dichiarato: “Mi spiace molto che qualche candidato sia stato contestato con fischi e urla da ‘tifoserie’ avversarie. Le contestazioni in politica sono legittime,ma non quando scadono in offese o non permettono all’altro di esporre le proprie idee e la propria visione progettuale. Ribadisco ciò che ho già detto ieri sera nel mio intervento – continua Ferrandelli – che all’indomani delle votazioni, chiunque sia il Sindaco eletto, i cittadini si ritrovino uniti, a lavorare insieme per il bene di questa città. Solo un’unica tifoseria per Palermo”.
“Ringrazio ancora una volta monsignor Lorefice e la Rete Cec per aver dato l’opportunità ai cittadini di incontrare i candidati a Sindaco di Palermo e conoscere le loro proposte per la Città – ha continuato Ferrandelli -. Momenti di confronto come questi servono per fare scelte consapevoli basate sui programmi e sui progetti. Dieci, cento, di questi incontri andrebbero organizzati perché è così che si esercita la democrazia, con il confronto e la partecipazione”.