“Per anni i saldi sono stati l’occasione per aumentare i fatturati o per riprendersi da un’annata sfortunata, adesso invece determinano la vita stessa di un’attività commerciale e a Palermo la salvezza è sempre più difficile”. Così il presidente di Confesercenti Palermo, Mario Attinasi, commenta l’inizio dei saldi.
Il rush finale delle feste si avrà con l’arrivo della “Befana”, che quest’anno appare più prodiga dell’anno scorso nei riguardi dei bambini. Aumenteranno gli italiani che faranno regali a figli e nipoti. I 22 milioni e 800 mila del 2014 diventeranno 25 milioni e 900 mila quest’anno, oltre tre milioni di persone in più. La spesa complessiva sarà di circa 1,8 miliardi di euro (+350 milioni rispetto alla Befana precedente). Una media di 69 euro, superiore a quella di 66 del 2013.
“A Palermo l’aumento sconsiderato e insostenibile del peso fiscale, l’avvento dei centri commerciali con servizi garantiti come parcheggi, sicurezza, eventi e multi-marchi hanno determinato un gap quasi insormontabile nei confronti dei negozi di vicinato, creando di fatto una concorrenza sleale che ha determinato una progressiva desertificazione delle attività in città – spiega Attinasi – da tempo chiediamo all’amministrazione comunale di colmare questo divario”.
Secondo le stime dell’Osservatorio Confesercenti, il 2014 ha registrato la chiusura in Italia di oltre 11.700 imprese della distribuzione moda, al ritmo di più di 900 negozi chiusi ogni mese. La corsa agli ultimi regali la vincono indiscutibilmente le calze e i dolci, veri dominatori dell’attuale Befana. L’anno scorso questa scelta l’aveva compiuta il 30% della popolazione adulta, che quest’anno arriva al 36%. Sono dunque 17 milioni e 280 mila (rispetto ai 14 milioni e 400 mila dell’anno scorso, ovvero 2 milioni e 880 mila in più) gli italiani che regaleranno ai bambini le classiche calze piene di dolcetti, che diverranno con le loro sorprese l’attrazione indiscussa del 6 gennaio. Perdono terreno invece i giocattoli: li regalava l’11% degli italiani, mentre quest’anno la percentuale scende all’8% (3 milioni e 840 mila persone). E in continuità con l’intenzione di far regali utili anche ai piccoli, raddoppia la quota di coloro che faranno altri tipi di regali passando dal 5 al 10%: si va dai 2 milioni e 400 mila della Befana passata, ai 4 milioni e 800 mila di quella 2015. Scende di conseguenza il numero di coloro che non fanno i regali (circa 16 milioni).
“L’amministrazione comunale ha iniziato un percorso di riqualificazione della città, cercando di rilanciare il centro storico – conclude Attinasi – il problema è che questo non basta, occorrono degli interventi urgenti di marketing territoriale e commerciale di concerto con le associazioni di categoria: pensiamo a eventi nelle isole pedonali, a una maggiore sicurezza che infonda tranquillità alle famiglie che decidono di passare un pomeriggio per negozi o più semplicemente per passeggiare lungo le strade di Palermo, a interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per rendere più pulita e decorosa la città potando gli alberi e illuminando meglio le strade principali e i monumenti. Va dato un taglio netto al passato perché la ripresa dell’economia palermitana passa attraverso la valorizzazione del territorio, dei beni monumentali e architettonici e la realizzazione di centri congressi per intercettare anche i flussi turistici”.