Dubbi, perplessità, aspettative, speranze questo è ciò che provano al momento i candidati al Concorso Scuola 2016, bando che immetterà in ruolo più di 63 mila docenti abilitati a partire dal prossimo settembre. Attualmente le iscrizioni online sono aperte fino alle ore 14 del 30 marzo. Mentre il 12 aprile verranno definite le date in cui i docenti dovranno presentarsi per le prove d’esame. Ricordiamo che i bandi sono tre: Infanzia e Primaria, Secondaria di primo e secondo grado e Sostegno.
Il punteggio massimo che si potrà ottenere in totale, alle prove scritte ed orali, sarà di 100 punti: un tetto massimo di 40 punti potranno essere assegnati alle prove scritte a computer based, 40 punti per la prova orale e 20 per i titoli posseduti. Sia per i posti comuni che per quelli di sostegno la prova scritta sarà costituita da 6 quesiti a risposta aperta e da 2 quesiti in lingua straniera, ciascuno dei quali articolato in 5 domande a risposta chiusa. Per quanto riguarda le domande a risposta aperta, a ciascuna di essa sarà attribuito un punteggio compreso tra 0 e 5,50, mentre per le domande in lingua il punteggio assegnabile sarà compreso tra 0 e 3,50 a ciascuno dei due quesiti in lingua articolato in 5 domande a risposta chiusa ( e dunque 0.7 punti per ogni singola risposta esatta). Per superare la prova scritta si dovrà raggiungere necessariamente un punteggio minimo di 28 punti.
C’è però chi , come gli insegnanti non abilitati con 36 mesi di servizio, non accetta questo concorso né chi, abilitato al TFA ma ha il titolo di studio per accedere alle classi di concorso, non accetta l’esclusione dalle prove. Infatti sono partiti petizioni per l’annullamento ma anche ricorsi da parte dei sindacati contrari a questa scelta. Ma la Ministra Giannini ha così esordito: “Ricorsi e processi non sono la scelta vincente”, esprimendo il suo scetticismo nei loro confronti visto che da tempo, stanno preparando appelli in tribunale per garantire anche a docenti non abilitati l’accesso al concorsone.
Ma ecco arrivare la replica dell’Anief in cui afferma che gli esclusi hanno pieno diritto a farlo. Per il sindacato, invece, sbaglia chi chiede di accettare tutte le decisioni in modo supino e subalterno, anche quando queste violano la giurisprudenza.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal) ha dichiarato: “Migliaia di cittadini illegittimamente esclusi hanno conseguito un titolo all’università o determinati diplomi di maturità proprio per svolgere questa professione. Molti di loro hanno costruito il loro curriculum di studi proprio a tale scopo. Ora, giunti ad un passo dalla selezione nazionale, si dice loro che non possono partecipare. Ma le cose non stanno così. Come hanno lo stesso diritto a partecipare tutti i docenti già di ruolo, i diplomandi nel sostegno e altre categorie estromesse senza un motivo valido. Esistono dei precedenti che ci danno ragione. E anche tante sentenze, emesse sia dal Tar del Lazio che da Consiglio di Stato, per avere giustizia siamo pronti a rivolgerci pure all’UE, ricorrendo direttamente alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo”.
La scuola è uno dei più importanti luoghi di socializzazione, di crescita e di formazione per la personalità degli individui. Proprio per questo ha bisogno di docenti validi che garantiscono il successo didattico formativo e personale dell’allievo.