È stato pubblicato da pochi giorni il bando per accedere al concorso scuola 2016 ed ecco già arrivare una pioggia di ricorsi. Tutto ciò scaturisce dal fatto che dal concorso restano fuori tanti docenti precari, non abilitati, con 36 mesi di servizio, i neo laureati, gli insegnanti di ruolo e chi sta conseguendo l’abilitazione al sostegno attraverso il TFA (tirocinio formativo attivo).
I sindacati si stanno muovendo velocemente, visto i tempi strettissimi, e soprattutto perché manca meno di un mese alla scadenza dell’iscrizione online, che si ricorda va dal 29 febbraio al 30 marzo, così da permettere agli esclusi di partecipare. I ricorsi per loro sono l’unica occasione per poter partecipare al concorso a cattedra che permetterà a 63.712 docenti di entrare di ruolo già il prossimo settembre.
Il sindacato Anief ricorda che una parte dei precari “scorrettamente” esclusi, almeno diecimila, insegnano già stabilmente: fanno funzionare gli istituti e vengono nominati attraverso le graduatorie d’Istituto. Altre migliaia sono insegnanti che svolgono supplenze ‘brevi’. Infatti ha già predisposto dei modelli cartacei da compilare entra il 30 marzo per l’eventuale richiesta di misure cautelari, senza attendere gli ultimi giorni per poter richiedere l’immissione con riserva alle prove concorsuali.
Marcello Pacifico (presidente Anief) afferma: “Dopo anni di supplenze viene detto loro che non servono più. Dopo che hanno tarato il loro un piano di studi universitario per fare gli insegnanti, sostenendo gli esami utili, richiesti proprio dal Miur attraverso le tabelle predisposte a questo scopo, gli si dice che è stato tutto inutile. Più che il Governo del merito o dello “Sblocca Italia”, quello attuale si sta dimostrando un Esecutivo che separa i cittadini: con la laurea possono diventare dirigenti degli enti locali, ma non possono fare l’insegnante. Nel Paese dove operano i docenti più vecchi al mondo occorrerà rivolgersi al giudice per far accedere al concorso i giovani titolati a farlo. I precedenti ci danno ragione: nel 2012 ci aveva provato il ministro dell’Istruzione Profumo bloccando i laureati dopo il 2002 e perse la disputa giudiziaria di fronte ai legali dell’Anief. Ora toccherà al ministro Giannini”.
Anche la CGIL ha manifestato il proprio sdegno verso il Concorso Scuola 2016. Infatti, per il sindacato questo “mortifica il lavoro, le professionalità e la dignità di chi insegna nella scuola da anni”. Inoltre, aggiunge che il concorso “riguarderà solo i docenti interessati al turnover e non garantirà il posto per tutti, lasciando molti di loro senza lavoro”.
L’auspicio è che tutti i docenti possano avere la possibilità di poter operare nel loro settore e che una grande istituzione come la scuola possa avvalersi di docenti validi che amano il proprio lavoro.