domenica, 8 Settembre 2024
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Con Sergio Mattarella abbiamo fatto tredici

Oggi, 29 gennaio 2022, alla ottava “chiama” è stato rieletto Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica, diventando, così, il 13esimo Presidente della Repubblica e avviandosi al secondo settennato, nonostante avesse chiesto a gran voce di non ripetere l’esperienza del “bis” che fu di Napolitano. Ma la politica, per incapacità manifesta a dialogare, non ha saputo scegliere un nuovo Presidente della Repubblica.

L’inconcludenza dei partiti ha spinto la base parlamentare, in controtendenza e sicuramente in modo più lungimirante rispetto le scelte dei propri leader, a imprimere una spinta verso la rielezione di Sergio Mattarella. Questa mattina, c’è stato anche l’intervento di Draghi che, dopo aver contattato tutti i capi di partito, è salito al Quirinale per incontrare il Presidente e chiedere l’accettazione della ricandidatura.

I Capi Gruppo della maggioranza di Camera e Senato, alle 15:30, e i rappresentati delle Regioni, alle 15:45, sono saliti al Quirinale per chiedere al Presidente uscente di rendersi disponibili ad accettare l’incarico per un altro settennato. Mattarella, in considerazione della larga maggioranza e al fine di dare continuità all’operato del Governo, a nostro parere quasi obbligato, ha accettato la rielezione, dichiarando: “Se serve, ci sono per il bene dell’Italia”.

Così, alle 16:30 a Montecitorio sono iniziate le operazioni di voto che si sono concluse in serata con l’elezione del Presidente della Repubblica. I 1009 grandi elettori, di cui 58 delegati delle Regioni, hanno attribuito 759 voti (il 75,22%) a Mattarella (il 31 gennaio del 2015 fu eletto con 665 voti), consentendo il superamento del quorum di 505 voti, ovvero la maggioranza assoluta necessaria per la rielezione.

L’unica certezza delle elezioni è la manifesta crisi della destra e della leadership di Salvini. Nelle trattative il leghista ha assunto il ruolo di kingmaker, probabilmente senza alcuna investitura da parte degli alleati considerato che puntualmente è stato smentito nei fatti. Con il suo operato è riuscito a bruciare moltissimi nomi di grande autorevolezza, basti pensare al flop del tentativo di far votare ai delegati della coalizione, la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, a cui sono mancati i circa ottanta voti dei franchi tiratori del centro destra.

“Una scelta per calcoli di opportunità, non l’assencoderemo. Il centro destra va riformato e il Parlamaneto deleggitimato. Fratelli d’Italia continuerà a votare Claudio Nordio”. Queste le parole di Giorgia Meloni, unico leader del centro destra che ha manifestato la propria insoddisfazione per la riproposizione di Mattarella. A seguire le indicazioni della Meloni sono stati anche grandi elettori di altri partiti, visto che le preferenze per Nordio (90) hanno superato il numero di 64 grandi elettori di Fratelli d’italia.

È bene precisare che il centro sinistra, in cui vive anche il M5S, non ha fatto una migliore figura: posizioni non chiare, no a qualunque proposta della controparte senza alcuna motivazione.

Abbiamo avuto l’impressione che quasi tutti i capi politici abbiano giocato una partita per se stessi e non per il bene dell’Italia.

Come dicevamo prima, l’unica linea ben definita è stata quella della base dei partiti, i cui elettori nelle prime tre chiama si è allineata con la decisione dei capi partito votando scheda bianca o astenendosi dal voto, ma dalla quarta, mentre i loro leader erano impegnati in trattative bilaterali, hanno eluso le direttive e dato il loro voto a Matterella, dimostrando al Presidente grande affetto e stima, e soprattutto credendolo l‘unica scelta in grado di imprimere una continuità alle azioni del Governo.

Crediamo che da questa elezione non ci sono né vinti, tantomeno vincitori, bensì è un fallimento e una delegittimazione di tutta la politica. Sicuramente da domani la geografia della maggioranza cambierà e sarà il Presidente del Consiglio che dovrà rimettere tutto in ordine per tornare ad occuparsi di quel percorso virtuoso di risanamento intrapreso.

L’Italia, con la continuità Draghi-Mattarella ritrova stabilità e soprattutto in un momento in cui imperversa la crisi tra Russia e Ucraina, mantiene una posizione di autorevolezza nel panorama internazionale.

Da parte nostra, siamo felici che sia stato rieletto un Presidente siciliano e soprattutto un uomo che crede tantissimo nell’Europa unita.

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