Le Officine Bellotti aprono ufficialmente le porte alla città con l’inaugurazione della mostra Stagioni di caccia dell’artista palermitano Antonio Miccichè. Nate nel 2018 dall’operosità di Lucio Garau, Manuela Plaja e Rossella Giordano, le Officine Bellotti sorgono negli spazi dell’ex ditta De Magistris-Bellotti (via Antonio Gagini 31 a Palermo), rimasta nel cuore di tanti siciliani, e si configurano oggi come centro di avanguardia per la produzione e la diffusione di arte e cultura, luogo vivo per lo scambio di competenze e conoscenze tra operatori di diversi settori.
Dopo i lavori di restauro conservativo oggi la struttura, distribuita su due livelli, è composta da diverse sale, spazi espositivi che si prestano a mostre e installazioni, spazi di coworking, una sala equipaggiata per attività teatrali, performance di danza, letture e concerti, sale riunioni e studi attrezzati con strumentazioni di ultima generazione nel settore multimediale per la realizzazione di progetti professionali. Completa lo spazio un’accogliente caffetteria.
«La città di Palermo è da sempre caratterizzata da un grande fermento creativo e culturale – afferma Manuela Plaja, che opera nel settore della cultura dal 1990 – collaborando con diverse istituzioni locali per la realizzazione di molte iniziative, ho riscontrato l’annosa mancanza di spazi adeguati, soprattutto per la musica contemporanea e in particolare per quanto attiene all’attività di ricerca e produzione. A fronte di un grande fermento creativo, la domanda ricorrente è sempre la stessa: “Dove realizziamo il progetto?”. Per questo ho deciso di fermarmi come operatrice e dedicare, insieme agli altri soci, le energie al recupero delle Officine, contribuendo nel nostro piccolo a colmare questo vuoto. Avere un luogo attrezzato, da condividere con il resto della città, significa poter progettare e organizzare in maniera non effimera ma continuativa, contrapponendosi alla logica degli eventi».
Non è un caso che l’inaugurazione delle Officine Bellotti coincida con l’apertura della mostra di Antonio Miccichè, artista che ritorna a Palermo dopo un lungo periodo di assenza trascorso tra Venezia e Torino. L’installazione, curata dallo storico dell’arte Sergio Trosi, presenta un corpus di oltre cento opere raggruppate in tre serie: Diario d’inverno, Days Hospital e Stagioni di caccia, che dà il nome all’intera esposizione.
Nonostante sia difficile definire il percorso artistico di Miccichè, per la molteplicità delle forme espressive adottate negli anni, dalla pittura all’installazione, dalla realizzazione delle scene per il teatro fino alla pratica quasi esclusiva del disegno, il paesaggio continua a costituire il tema centrale anche in quest’ultima raccolta pittorica.
Nella prima serie – scrive il curatore Troisi nel testo critico – realizzata tra il 2012 e il 2016 in massima parte a Venezia (solo pochi disegni rendono conto di scorci palermitani), si succedono moli, imbarcaderi, spiagge, piste di aeroporti, ombrelloni, pali della luce, panchine, ma anche aule scolastiche e altri interni, tutti disposti secondo una partitura semplice e talvolta quasi elementare di segni.
Le opere della serie Days Hospital, realizzate durante i mesi della pandemia, rappresentano i luoghi di attesa e sale d’ospedale di diverse città, ma la sequenza è ancora in fieri. Diversamente dai paesaggi qui tutto appare immobile.
Ai disegni si affiancano nelle scaffalature del deposito delle Officine Bellotti l’intervento site specific dell’artista: alcune sculture in argilla di piccole dimensioni, letti appunto. L’ordine classificatorio che presiede all’organizzazione della sala, e che si riconosce nelle etichette ancora esistenti sul bordo di alcuni scaffali, è quello dispiegato dalla modernità nei suoi differenti ambiti sociali.
Il visitatore potrà osservare le tre serie che costituiscono la mostra distribuite sui diversi piani dell’edificio, secondo un allestimento concepito come unica installazione. La mostra rimarrà fruibile fino al 13 aprile (da lunedì a sabato dalle 10.30 alle 18.30; ingresso 3 euro).
Breve storia dell’ex ditta De Magistris-Bellotti oggi Officine Bellotti
Nella seconda metà dell’Ottocento, la famiglia De Magistris è attivissima a Milano nel settore della cartoleria. A partire dalla fine del secolo apre diversi negozi in altre città italiane, oltre a un punto vendita a Parigi e uno a Marsiglia. Nel 1906 i fratelli De Magistris scelgono Palermo come ulteriore sede della loro attività imprenditoriale e ne affidano la direzione al loro dipendente Vincenzo Bellotti.
Dato l’immediato successo in città della De Magistris, Vincenzo Bellotti, con la collaborazione del fratello Giovanni, decide di rilevare l’attività e di acquisire in via Gagini diversi edifici del convento dei frati Domenicani oltre ai locali in disuso del saponificio Senes. Gli edifici vengono ampliati e trasformati in tipografia, legatoria, depositi e uffici, tutti all’avanguardia in quanto dotati dei più moderni macchinari. Gli immobili si sviluppano intorno a un giardino e questo li rende come un borgo a sé stante all’interno del centro di Palermo.
Negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, l’attività di Vincenzo Bellotti, portata avanti insieme ai figli Eugenio e Sandra, rende la ditta di grande rilievo nazionale oltre che locale. Accanto a clienti quali le Ferrovie dello Stato e l’Enel, la “De Magistris successore Vincenzo Bellotti” è punto di riferimento per artisti, architetti, professionisti oltre che per gli studenti e le loro famiglie.
Sul finire degli anni ’80 comincia il declino a causa della perdita delle commesse nazionali dovuta alla nascita di nuove realtà concorrenti nel Centro Italia. Il 1° settembre del 1994 chiude la tipografia e l’attività si concentra sulla vendita al dettaglio. Tuttavia la cartoleria subisce la progressiva crescita della grande distribuzione e poi della diffusione del digitale; il 4 febbraio del 2012 è costretta ad abbassare le saracinesche.
Breve storia del recupero dell’ex ditta De Magistris-Bellotti
Il progetto di recupero di parte degli edifici della ex De Magistris-Bellotti nasce nel 2017. In quell’anno l’Associazione culturale Her(t)z, di cui sono soci Manuela Plaja e Lucio Garau, organizza una serie di appuntamenti di musica contemporanea in uno dei vecchi depositi, un locale attiguo a quelli che erano in stato di totale abbandono ma potenzialmente più adatti per svolgere attività culturali.
Nel 2018, fondata da Lucio Garau e Manuela Plaja e di cui è socia Rossella Giordano, nasce la società Officine Bellotti s.r.l., con l’obiettivo di restituire alla città gli spazi mantenendone le caratteristiche e valorizzandone le peculiarità. Il recupero degli edifici (ex punto vendita di borse e accessori della cartoleria V. Bellotti e degli spazi retrostanti) comincia nel 2019 e si rivela più complesso del previsto sia per lo stato di degrado sia per la messa a norma, oltre che per la pausa imposta dalla pandemia. Alla fine del 2022 sono completati i lavori della zona principale, quella della ex Tipografia, che comprende la sala teatrale e la zona caffetteria, oltre agli spazi destinati alla formazione e agli uffici.
Oggi, Officine Bellotti restituisce alla città uno spazio storico che le appartiene. Uno spazio polifunzionale e versatile, adatto a molteplici esigenze e con al centro una sala teatrale attrezzata. Un luogo che dà centralità alla cultura, alla formazione e che intende promuovere il dialogo trasversale tra i diversi settori.
Le Officine Bellotti sono aperte al pubblico da lunedì a sabato, dalle 10.00 alle 21.00.