lunedì, 25 Novembre 2024
spot_img
HomeculturaColtivare il Futuro: il progetto per recuperare il teatro di Gibellina e...

Coltivare il Futuro: il progetto per recuperare il teatro di Gibellina e valorizzare il territorio

Marco Alesi, Cristina Calì e Alberto Cusumano, dello studio AM3, hanno lavorato in collaborazione con l’architetto Vincenzo Messina, Maurizio Carta di Unipa e con l'artista Giuseppe Zummo, conquistando anche un posto alla Biennale di Venezia 2018, sezione Arcipelago Italia

Un progetto ambizioso, iniziato otto mesi fa e curato nei minimi dettagli, è quello messo a punto da tre giovani architetti: Marco Alesi, Cristina Calì e Alberto Cusumano dello Studio di architettura AM3 che ha sede a Palermo e che ha scelto proprio Gibellina, terra rinata dopo il sisma che la colpì duramente cinquanta anni fa e che oggi, oltre ad essere simbolo di rinascita, è anche un rinomato centro per quanto concerne l’arte contemporanea. La loro idea va oltre il semplice restauro del teatro di Pietro Consagra, infatti il progetto sperimentale “Coltivare il futuro” è volto alla valorizzazione del territorio, puntando anche sull’agricoltura e sul mercato locale, incentivando quindi le imprese giovanili e l’economia del luogo.

Cristina Calì-Marco Alesi-Alberto Cusumano- Maurizio Carta-Vincenzo Messina- Giuseppe Zummo

Gli architetti di AM3, in questo lavoro certosino, si sono avvalsi di importanti collaborazioni, tra queste, quella con l’architetto gibellinese Vincenzo Messina, dei docenti dell’Università degli studi di Palermo Maurizio Carta e Barbara Lino, insieme all’architetto Federica Scaffidi, ed ancora, la consulenza dell’artista Giuseppe Zummo anch’egli di Gibellina. Il progetto non si è fermato solo in Sicilia, è infatti ospite, fino al 25 novembre, all’interno della sezione Arcipelago Italia, curata da Mario Cucinella, alla Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2018. La sezione “Arcipelago Italia”, a sua volta, accoglie solo cinque progetti che riguardano i territori nazionali e quest’anno, con la Sicilia si attenzionerà l’importanza strategica e storica di Gibellina e della Valle del Belìce.

Un momento della conferenza stampa a Palermo

Il progetto è stato presentato alla stampa proprio all’interno dello studio AM3, e direttamente dagli attori coinvolti nella sua realizzazione, hanno infatti partecipato e spiegato nel dettaglio “Coltivare il futuro”: Marco Alesi, Cristina Calì e Alberto Cusumano (Architetti Associati AM3), l’architetto Vincenzo Messina,Maurizio Carta, che è anche presidente della Scuola Politecnica dell’Università degli studi di Palermo.

Ri-abitare Gibellina Nuova: è da qui che parte l’idea del team, sfruttando le potenzialità di una grande terra per farne volano di crescita. Pertanto il primo passo è avvenuto proprio sul territorio, ascoltando ed intervistando la gente ed i giovani, coi loro bisogni e desideri, compito che è stato portato avanti grazie al prezioso aiuto dei consulenti  di “Ascolto Attivo Srl”. A livello urbanistico si è invece pensato agli spazi interni ed esterni, soprastanti e laterali, dell’incompiuto teatro di Consagra per farne giardini agricoli e mercati, ma anche luoghi dove poter svolgere attività di ricerca e didattica, cultura ed aggregazione sociale, adattandolo quindi a più usi e a diversi cicli di vita, prevedendo alcuni aspetti  “open source”, quindi modificabili. Un’idea che ben coniuga le tradizioni, riprendendo l’opera incompiuta, e che guarda al futuro.

Spazio quindi anche alle imprese e alle categorie che ruotano attorno l’agroalimentare, con l’ulteriore idea di una “scuola agraria” che si spinge anche alle aree esterne della struttura, da qui l’incentivo per una riqualificazione del centro di Gibellina, e che mira a sgravare l’amministrazione comunale sulla gestione di questo spazio a cui penserebbero gli studenti della scuola.

Progetto e materiale fotografico

Free space” è stato il tema della Biennale 2018 e, partendo proprio da qua, gli architetti hanno pensato ad una “piazza urbana”. Ciò tecnicamente si tradurrebbe nell’utilizzo del tetto della scuola come una sorta di “piazza sospesa”, raggiungibile dalle rampe pensate a sua volta da Consagra. Pertanto, questo teatro a doppia platea, potrebbe ospitare anche manifestazioni artistiche, mostre, ed ogni evento realizzabile in una piazza di città. In tal modo, i visitatori potranno anche vedere lo svolgersi delle attività didattiche all’interno della scuola. Il progetto, inoltre, ha mantenuto e mantiene il massimo rispetto all’idea originaria del teatro, legata ad un grande artista e parzialmente già realizzata. Nella fattispecie, Consagra pensò proprio ad un teatro a doppia platea, in cui gli spettatori si ritrovano anch’essi in scena, ed è da qui che riparte il lavoro degli architetti rendendo ogni singolo fruitore parte attiva di questo luogo. I progettisti inoltre ipotizzano come tradizione ed innovazione, in questa nuova ambientazione che attraversa anche le vie pedonali urbane, possa diffondersi in tutta Gibellina, ed altrove.

Gibellina, già di suo, si fonda su modelli di “città giardino”, permettendo alla natura e alla topografia di plasmarla e, se a ciò uniamo l’arte e ogni input che incentivi l’occupazione, non può che avviarsi una spinta positiva per tutta la Valle del Belìce. Da qui l’importanza e la valorizzazione delle cosiddette “aree interne” che sono state a sua volta alla base delle idee di Cucinella, ed attraverso cui si punta alle potenzialità del territorio. Nella fattispecie, il punto di forza è sicuramente l’agroalimentare, un settore che tra l’altro per ora va molto di moda.

Il progetto, nell’immediato, punta quindi alla creazione di nuove imprese e all’imprenditoria giovanile, indirizzandola allo sviluppo del territorio; mentre, per il lungo periodo, si è invece ipotizzato di istruire una nuova classe, ed ecco il ruolo fondamentale della didattica. Un esempio pratico potrebbe essere quello di invitare chi provenga da studi agrari, ad approfondire il percorso presso la nuova struttura multifunzionale.

In riferimento al territorio gibellinese, potrebbe nascere un nuovo interessante punto di forza, dato dal connubio arte contemporanea-mangiare sano, un “rural lab” che andrebbe a sua volta ad implementare il marketing territoriale e ad innescare un meccanismo vincente basato sul “buon vivere”. Tra gli auspici vi è anche quello di attrarre, oltre gli studenti locali, coloro che provengono da ogni parte d’Italia, incentivando così l’economia cittadina.

Le immagini a seguire, e la foto in copertina, sono di Davide Curatola Soprana – Urban Reports.

CORRELATI

Ultimi inseriti