Un Flash Mob Cinofilo, un piccolo raduno estemporaneo per richiamare l’attenzione su un cane siciliano da almeno 3000 anni, il Cirneco, razza di grande tradizione e patrimonio zootecnico e cultura comune, che sta rischiando di estinguersi e lasciare definitivamente la Sicilia.
Domenica 20 ottobre alle 11, innanzi al Teatro Politeama di Palermo, si troveranno gli appassionati del Cirneco dell’Etna, per promuoverlo alla gente, per far conoscere la bellezza, la simpatia e l’intelligenza di questa straordinaria razza.
Sarà un momento di aggregazione, ma anche di confronto tra gli appassionati, per discutere della razza in prospettiva di una seria salvaguardia. Parteciperanno Allevatori dell’Ente Nazionale Cinofilia Italiana, veterinari e appassionati di storia siciliana.
Il Cirneco dell’Etna è la razza italiana più antica, un cane classificato primitivo proprio per aver mantenuto intatte le proprie caratteristiche caratteriali e morfologiche.
Il Cirneco è una razza canina primitiva e siciliana, ed è presente sull’Isola da almeno 5000 anni. Tracce precise e inequivocabili si riscontrano nel corso dei secoli e dei millenni pressoché in ogni angolo della Sicilia (in ogni angolo della Sicilia). Il Cirneco è un cane da cerca eccezionale, il più antico tra le razze italiane. La sua “specializzazione” al Coniglio Selvatico è pressoché congiunturale.
[Il Cirneco, Standard FCI n° 199, appartiene al Gruppo 5 dei Cani Primitivi. La FCI in tutte le Esposizioni Ufficiali ha come riferimento attraverso i propri Giudici Esperti lo Standard Redatto dall’Associazione Specializzata, la SAC (Società Amatori Cirneco). Per quanto riguarda l’utilità e il lavoro, il Cirneco in Italia e negli USA è soggetto a Prova di Lavoro su Coniglio Selvatico. Le indicazioni provengono dai relativi Standard].
I cirnechi hanno sempre affiancato i cacciatori siciliani nella caccia, cercando, scovando, riportando la selvaggina grazie a doti venatorie pressoché uniche.
Quando in Sicilia abbondava il Coniglio Selvatico il Cirneco mostrava doti straordinarie e ineguagliabili per cacciarlo. E ancor oggi si insiste a ritenerlo tale anche se il Coniglio Selvatico, l’Oryctolagus cuniculus, è quasi scomparso dall’isola.
Nel 1939 il Cirneco viene riconosciuto dall’Ente Nazionale Cinofilia Italiana grazie alla passione di Donna Agata Paternò Castello, al certosino lavoro del Veterinario Maurizio Migneco e della maestria zootecnica del Professor Giuseppe Solaro che ne descrisse le qualità in uno Standard miliare, e da riportare alla luce integralmente come tutti gli scritti di ineguagliabile fattura.
Negli ultimi 80 anni gli esemplari iscritti al R.O.I. si sono ridotti in Italia a poco più di cento esemplari riportando la diffusione del Cirneco in Italia come agli inizi degli Anni ’30.
L’idea comune, forse anche pregiudizievole, dell’utilizzo esclusivo per la caccia al coniglio (peraltro oramai sparita dai calendari venatori ufficiali della Regione Siciliana), di un carattere diffidente, burbero e scontroso conseguenza di una pari dignitosa gestione umana, non ha certamente giovato all’immagine della razza, che oggi tuttavia può contare su una eccezionale presenza e diffusione quasi esclusivamente all’Estero: qui i cani sono ‘socievoli’, ‘intelligenti’, ‘sportivi’. Vivaci dominatori di divani e allo stesso tempo di Campionati di Coursing, Agility, Trial e altre discipline minori a cui la razza sembra perfettamente prestarsi. Le cifre ufficiali parlano di circa 1300 esemplari stimati complessivamente in tutto il mondo (di cui ricordiamo solo 130 soggetti circa in Italia).
Eppure il Cirneco suscita sempre e in chiunque, una grandissima curiosità, un’attrattiva quasi mistica.
Basta davvero poco per dissociarsi da questi pregiudizi. Incontrare, ammirare e accarezzare un Cirneco lascia negli occhi della gente un’immagina di bellezza mista ad un eccezionale simpatia.
Proprio per questo è urgente e opportuno avviare una campagna di promozione e comunicazione della razza che vada oltre le strategie e i canali utilizzati sino ad oggi. Precludere ai non addetti, ai profani e ai comuni mortali la possibilità di conoscere il Cane degli Dei, non fa altro che rischiare di cancellare quel Futuro necessario ed indispensabile ad una più sana e consapevole cultura cinofila, se non piè semplicemente un Patrimonio Culturale per tutti.
La visibilità è oggi la migliore forma di tutela e promozione.