“Imparare facendo, imparare donando, come alternativa all’aridità sociale” è questo lo scopo principe ed il messaggio di solidarietà alla base dell’organizzazione dell’evento “Cibo è Cultura – Siqilliyya. Influenze arabe nella cultura e nella gastronomia siciliana” che si terrà venerdì 29 giugno alle ore 19.00 presso il Centro Servizio Sociale di Romagnolo in via Salvatore Sanfilippo n.9.
Un momento di aggregazione sociale voluto grazie ad una forte volontà emotiva e fattiva del Centro Formativo Cirpe di Brancaccio, dall’associazione Perla Rosa e dal Centro Servizio Sociale Romagnolo di Brancaccio. Tutto ciò verrà realizzato nel territorio dove ha vissuto ed è morto Padre Pino Puglisi: Brancaccio. Qui si sono condensate le energie di diverse organizzazioni e persone che convintamente, con passione e disponibilità, intendono contribuire da coprotagonisti alla costruzione di una società migliore, dignitosa, più equa, più giusta, meno cinica, meno egoista, dove vi sia spazio per giovani e meno giovani, insieme con rispetto e in forma complementare.
E’ questa la rete sociale Brancaccio Solidale, che intende sviluppare utili sinergie tra i diversi operatori no profit dell’area e tra questi e le istituzioni locali, dando così vita ad un sistema misto che attivi le necessarie sinergie ed eviti la dispersione delle scarse risorse disponibili. Riprendendo proprio le parole di Padre Pino Puglisi “il primo dovere a Brancaccio è rimboccarsi le maniche. E i primi obiettivi sono i bambini e gli adolescenti: con loro siamo ancora in tempo. L’azione pedagogica può essere efficace… Ma già a quell’età non è semplice, perché tanti bambini sono costretti a lavorare o a rubare”.
Da queste esperienze sociali i giovani trarranno importanti occasioni educative e formative che li motiveranno nel percorso di studi e li prepareranno, rafforzandoli, alla futura vita lavorativa. Sarà anche una opportunità per le istituzioni locali, che potranno sostenere e facilitare il processo formativo dei giovani e “ascoltare” i loro obiettivi, le aspettative, i sogni e con essi favorire l’avvio di concrete azioni di sviluppo e riqualificazione (economica, sociale ed ambientale) che nel tempo favoriranno la trasformazione del territorio e della società.
L’evento, che ha il suo cuore pulsante in una cena-laboratorio, ha l’intento con cadenza periodica (possibilmente mensile), di raggiungere diversi obiettivi: raccolta di fondi per sostenere persone in difficoltà o per l’acquisto di materiali e attrezzature utili alla formazione dei giovani, ma anche spazio libero di approfondimento di contenuti formativi e didattici utili alla loro educazione, all’apprendimento di un mestiere, alla crescita della loro coscienza etica e morale, all’apertura di sé agli altri.
Tant’è che per questo primo incontro vi sarà una raccolta fondi per sostenere le attività di volontariato svolte in favore dei giovani del quartiere. Inoltre, i presenti avranno modo di visionari i laboratori realizzati dai ragazzi di Brancaccio presso il CIRPE e nello specifico i giovani frequentanti i corsi di Operatore della ristorazione 1° e 2° anno – Operatore del benessere 1° e 2° anno.
Tra i laboratori proposti: creazione di una linea cosmetica a base di erbe aromatiche e piante officinali da parte del corso Operatore del Benessere 1° e 2° anno; creazione di una linea di liquori a base di agrumi e piante aromatiche e officinali da parte del corso Operatore della Ristorazione 1° e 2° anno¸ cena-evento da parte del corso Operatore della Ristorazione 1° e 2° anno.
Apprendere un mestiere è la motivazione che spinge la quasi totalità degli allievi. Si tratta di giovani che spesso hanno incontrato difficoltà nel seguire i percorsi formativi della scuola pubblica tradizionale e che hanno deciso di completare l’obbligo formativo acquisendo una qualifica professionale che possa agevolarli nella ricerca di un lavoro e nella costruzione della propria autonomia. Le loro grandi energie, in un territorio privo di servizi di supporto o di centri di aggregazione, spesso vengono dissipate in azioni che non favoriscono la crescita sociale e culturale del giovane, che resta piuttosto intrappolato tra il degrado e il disagio sociale del territorio in cui vivono.
Per molti di loro apprendere un mestiere significa acquisire strumenti di miglioramento della propria qualità della vita, per poter ambire ad un lavoro dignitoso e “in regola”, sfuggendo così allo sfruttamento del lavoro minorile o alle dinamiche malavitose. Le aspettative dei giovani sono quindi centrate sul “saper fare”, sulla capacità di apprendere concretamente un mestiere e sperimentarsi nel suo svolgimento.
La cena-evento al Centro Sociale del 29 giugno sarà accompagnata da musiche, balli e costumi ispirati alla cultura araba per le sinergie che si avvertono con le influenze della cultura araba nella lingua, nella cultura architettonica ed enogastronomica della tradizione siciliana.