sabato, 23 Novembre 2024
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Ciao Pino, simbolo della migliore Sicilia

Ripercorriamo la vita di un grande uomo ed eccellente talento che ha portato la fiera siciliniatà nel mondo

La morte del grande artista palermitano è stata una notizia improvvisa e sconvolgente per chiunque: Pino Caruso è stato una pietra miliare della comicità autentica, senza schiamazzi, che forse avrebbe meritato un tributo maggiore per quanto fatto nella sua carriera.

Un’artista sensibile, che ha mostrato in televisione la sua ironia intelligente ed un autore che ha portato alla ribalta le sue origini senza mai farne mistero o vergogna.

La comicità palermitana e siciliana trova in lui uno dei rappresentati maggiori insieme a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia per l’immediatezza dei suoi lavori e per aver dato vita a personaggi indimenticabili.

Si parla di un artista a tutto tondo: muove i suoi primi passi a teatro come attore drammatico. Debutta al “Piccolo” di Palermo il 16 marzo 1957 con un piccolo ruolo ne “Il gioco delle parti” di Luigi Pirandello. Dopo otto anni di teatro di prosa tra Palermo e Catania (Teatri Stabili) e un solo ruolo da protagonista: “L’Imbecille” di Pirandello, nel 1965 si trasferisce a Roma.

Ingaggiato per la rappresentazione de “Il Venditore di echi” di Dino Gaetani, dove interpreta tredici personaggi diversi cambiando solo voce ma non costume, è scoperto dal giornalista de”Il Borghese” Luciano Cirri.

Da qui il successo immediato con il cabaret il Bagaglino (1965/1967) in vicolo Della Campanella. Il primo spettacolo messo in scena, il 23 novembre 1965, fu I tabù. Nel 1967 lo ingaggia Remigio Paone per uno spettacolo dal titolo “Pane al pino e Pino al pino” di Castellacci e Pingitore e lo fa debuttare al Teatro Nuovo di Milano. Lo spettacolo è praticamente un monologo di Caruso di due ore abbondanti.

La popolarità arriva anche in televisione quando viene scritturato dalla Rai e l’esordio in tv avviene con Castellano e Pipolo negli anni ’70 con il programma Che domenica amici, che gli diede la grande popolarità; seguirono poi Gli amici della domenica, Teatro 10, Dove sta Zazà con Gabriella Ferri e Due come noi con Ornella Vanoni. Nel 1975 propone inoltre “Venga a prendere un caffè da noi” satira sulla mafia per un monologo divenuto famoso.

Il cinema è un altro trampolino di lancio per Pino Caruso il quale ha al suo attivo 32 film per il cinema e per la tv, di cui 3 di produzione francese, girati in Francia. Dopo il debutto nel film “La più bella coppia del mondo” di Camillo Mastrocinque, ha recitato con Peppino De Filippo ne “Gli infermieri della mutua”, poi in “Malizia”di Salvatore Samperi, “La seduzione”, “La governante”, “L’ammazzatina”, e ancora “La donna della domenica” e tanti altri .Nel 1977 dirige se stesso nel film a episodi “Ride bene chi ride ultimo”, il suo episodio s’intitola “Sedotto e abbandonato”.

Inoltre scrive, dirige e interpreta “Lei è colpevole si fidi” (Rai Tre), film satirico sul caso Tortora e sulla cattiva giustizia. Una finta inchiesta condotta da Giuseppe Marrazzo e interpretata nei panni di se stessi da Renzo Arbore, Oreste Lionello, Enrico Montesano, Gigi Proietti, e Luciano Salce.

Nello stesso anno, sempre per la Rai, è protagonista di “Caruso al cabaret”,uno speciale tutto su di lui. Sia prima che dopo continua a frequentare la televisione (Rai in prevalenza) ospite di diverse trasmissioni.

Dal 1995 al 1997, su sollecitazione e nomina di Leoluca Orlando, sindaco, Pino Caruso inventa e dirige “Palermo di Scena”, manifestazione d’arte e spettacoli (dal 14 luglio al 14 settembre, quattro rappresentazioni a sera ed eventi vari disseminati lungo i due mesi della sua durata) che, per l’alta qualità della programmazione, si accredita subito come la più importante d’Europa.

“Palermo di scena”, in quegli anni, comprende anche il Festino (ne è il prologo), rappresentazione più laica che religiosa che sta a ridosso delle celebrazioni liturgiche del giorno dopo. Si racconta e si sceneggia per tutta la città la liberazione dalla peste di Palermo ad opera di Santa Rosalia. 

Pino Caruso lo rinnova totalmente, chiamando a realizzarlo Valerio Festi, artista e rinomato professionista di eventi “al di fuori”. Lo spettacolo, un tempo di sola tradizione popolare, ridotto negli ultimi decenni a un malinconica sfilata di bambini travestiti da angeli con le ali di cartone, diventa così una rappresentazione teatrale a tutti gli effetti, con giochi di luce mirabolanti, recitazione, effetti sonori e danze acrobatiche.

Il successo è tale che nel 2001, il commissario straordinario Ettore Serio (carica di sindaco vacante) richiama Pino Caruso, e il Festino si ripete negli stessi termini, con gli stessi autori e modi – se possibile migliorati – dei precedenti, e con successo crescente.

La grande personalità di Pino Caruso è rimasta celebre anche perchè
negli anni 80′ è stato l’ideatore e autore di spot televisivi, in onda nelle reti regionali, di un noto caffè siciliano. Una delle battute più conosciute era appunto: “Signor Caruso su pigghia u cafè?” – “Se è Torrisi anche due, anche tre”!

A fare da sfondo alla sua carriera anche la sua scelta alimentare, ovvero quella di sostenere la dieta vegetariana. Una delle citazioni più amate per chi sceglie di eliminare la carne dalla sua dieta è proprio sua: “La gente mangia carne pensando che diventerà forte come un toro, non ricordando che il toro mangia l’erba” . Per Pino Caruso essere vegetariani è una scelta di civiltà, perché affermava che la forza non ci dà diritto di uccidere.

La morte di Pino Caruso ha colpito anche le istituzioni, ecco le parole del Sindaco di Palermo Leoluca Orlando : “Palermo perde un concittadino straordinario, un uomo, un artista che ha contribuito alla rinascita della città, con la sua cultura, la sua ironia, la sua sagacia.

Proprio negli anni della rinascita, dopo le terribili stragi del ’92, contribuì con la sua forza e le sue idee a dare speranza ai palermitani e alla città: sue furono grandi intuizioni che sono rimaste nella tradizione culturale della città, come quella di un Festino che divenisse anche momento di spettacolo e gioia, oltre che di riflessione e fede. Lascia in tutti noi un grande dolore, ma certamente anche l’orgoglio di averlo conosciuto e di aver condiviso un pezzo importante della nostra strada.”

Proprio per l’apporto che Pino Caruso diede al Festino palermitano, secondo
l’assessore designato alle Culture, Adham Darawsha :”Pino Caruso resterà per sempre nella storia culturale e sociale di Palermo. In anni terribili in cui la città era ferita dalle stragi si unì alla battaglia di tanti per curare “la città malata”, come lui stesso la definì e lo fece portando idee nuove e rivoluzionarie per quel tempo,prima fra tutte quella di un Festino che alla fede unisse lo spettacolo e la mescolanza di arti e culture.Il ricordo della sua arte e del suo amore per Palermo resterà certamente vivo.”

Solo alcuni mesi fa la presenza di Pino Caruso era stata annunciata nel cast, tutto siciliano, del film Il delitto Mattarella, per la regia di Aurelio Grimaldi, co-prodotto da Cine 1 Italia e Arancia Cinema, le cui riprese, inizialmente previste a fine febbraio, sono state spostate a marzo.

Si sono svolti il 9 marzo alle porte di Roma i funerali di Pino Caruso; Palermo piange con le bandiere a mezz’asta di Palazzo delle Aquile, poiché ad andarsene non è stato solo un grande interprete ma uno dei simboli della Sicilia, orgoglio di un’isola che ha saputo omaggiare con le sue doti artistiche.

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