“La notizia della chiusura definitiva di tre punti vendita Oviesse tra Palermo e Carini, che comporterà la perdita del posto di lavoro per 22 dipendenti, induce a formulare una seria riflessione sulle conseguenze negative che i centri commerciali, in numero insostenibile rispetto alle esigenze reali di una città come Palermo, arrecano alla vita economica locale”: è il commento del presidente provinciale della Confederazione Italiana Esercenti Commercianti Salvatore Bivona, che rivolge all’amministrazione Orlando “un appello affinché non siano concesse, in futuro, ulteriori autorizzazioni per la nascita di nuovi centri commerciali”.
“Occorre rivisitare il piano commerciale – osserva il presidente della CIDEC, che annovera oltre 4 mila iscritti tra Palermo e provincia – per mettere in atto strategie di difesa sia a favore dei cosiddetti negozi di vicinato che a tutela di realtà, quali Oviesse, la cui attività non ricade nei centri commerciali: non diciamo no a questi ultimi, ma non possiamo ignorare i danni che hanno arrecato al tessuto produttivo urbano”.
Secondo la CIDEC, tuttavia, le ragioni del cattivo andamento economico della società di Mestre in ambito locale non riguarderebbero soltanto l’avvento dei centri commerciali, bensì anche “l’offerta commerciale in termini di qualità”.
“Fermo restando il prestigio del brand Oviesse, che continua a rappresentare per molti italiani un punto di riferimento in tema di abbigliamento anche grazie ai costi accessibili – aggiunge Bivona – è innegabile che, negli ultimi anni, la qualità della merce sia stata ridimensionata e ciò di certo ha influito negativamente sulle scelte dei consumatori, sempre più spesso orientati verso i prodotti cinesi low cost”.
Le preoccupazioni della CIDEC si concentrano soprattutto attorno all’area di Carini, “un tempo – conclude Bivona – importante polo produttivo del palermitano e oggi, con il declino della zona industriale e la chiusura di Oviesse, più che mai emblema di fallimento e rovina”.