Presentati i primi risultati della campagna di scavi archeologici della Necropoli di contrada San Nicola-Giglia, in territorio di Chiaramonte Gulfi, realizzata nell’ambito del progetto di collaborazione siglato tra l’Assessorato Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, rappresentato dall’Assessore Alberto Samonà che ha operato attraverso la Soprintendenza di Ragusa, l’Università di Bologna, il Comune di Chiaramonte Gulfi e la cooperativa “Nostra Signora di Gulfi”, proprietaria del fondo su cui insiste l’area di scavo.
La Necropoli di San Nicola-Giglia si trova in una zona del paese moderno non coincidente con l’antica Akrillai (῎Ακριλλαι) e può essere considerata parte di un grande insediamento rurale sviluppatosi in epoca imperiale, tardoantica e bizantina. L’area ha restituito nel tempo una notevole quantità di reperti, segno dell’importanza dell’abitato che si trovava lungo l’asse di collegamento tra Siracusa a Selinunte, della quale si hanno notizie ininterrotte dal VI secolo a.C. fino al 1290.
La maggior parte delle tombe rinvenute è del tipo “a fossa” ricavate direttamente nella roccia, ad eccezione di due sarcofagi. In alcuni casi le sepolture sono state ritrovate integre, sigillate da lastre in calcare locale e di argilla mista. Le 184 tombe sino ad oggi rinvenute sono di tipo bisome, ovvero con sepolture doppie, alcuni sarcofaghi in pietra e alcune tombe terragne, a semplice fossa; questo fatta eccezione per una sepoltura che contiene i resti di 13 individui di sesso ed età eterogenee. Moltissime delle tombe conservavano il corredo funerario: olle di piccole o media dimensione, coppe, brocche e lucerne fittili, bottiglie e piatti di vetro, oggetti di ornamento personale come orecchini, anelli con castoni in corniola o a fascia, spille e fibbie. Da quanto emerso la Necropoli, che era cristiana e pagana ed è databile tra il III secolo d.C. e la tarda età imperiale, sembra aver accolto gli esponenti di una comunità di ceto sociale elevato che abitava nel bassopiano ai piedi dell’altura su cui si trovava l’antico cimitero.
L’Università di Bologna, che ha curato l’aspetto scientifico della campagna di scavi sotto la guida della Prof.ssa Isabella Baldini Ordinaria di Archeologia cristiana e medievale, ha effettuato la ricostruzione in 3D del cranio di una donna ritrovata all’interno della tomba n. 55, della quale è stato possibile rendere – grazie al software – un’immagine fisica attendibile.
La campagna di scavo ha visto alternarsi molti giovani universitari provenienti da diversi atenei siciliani, che sono stati coinvolti in attività di scavo stratigrafico, di documentazione e rilievo archeologico, sotto la direzione dell’archeologo Francesco Cardinale. Il progetto di cantiere ha visto alternarsi attività di scavo e incontri formativi tenuti da esperti archeologi, da funzionari e docenti a vario titolo protagonisti del progetto di scoperta e fruizione della Necropoli di San Nicola-Giglia.
Il progetto ha, altresì, anche ampi risvolti sociali e culturali dal momento che prevede il coinvolgimento di giovani affidati dal Tribunale dei Minorenni alla cooperativa “Nostra signora di Gulfi” per un percorso educativo che mira alla formazione e all’integrazione attraverso la valorizzazione del territorio e del passato attraverso la ricerca e lo studio delle testimonianze archeologiche. Quest’attività, sostenuta anche attraverso borse lavoro, si è avvalsa della partecipazione congiunta tra l’Università di Bologna con l’archeologo Francesco Cardinale, la Regione Siciliana con i responsabili della Soprintendenza di Ragusa, Anna Sammito e Saverio Scerra, il presidente della cooperativa, Gianvito Di Distefano.