giovedì, 13 Marzo 2025
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”Cette Obscure Clarté”: alla galleria In via Cluverio Officina la doppia personale di Célia Nkala e Joséphine Flasseur

Una mostra di arte contemporanea che sarà fruibile dal 13 marzo al 15 maggio. Vernissage alla presenza delle artiste giovedì 13 marzo alle ore 17, Nel contesto della mostra, il 2 aprile performance di Rios Sullian, artista in residenza presso l'Officina

Prende il titolo dall’ossimoro “Questa luce oscura che cade dalle stelle” di Pierre Corneille nell’opera teatrale Il Cid(1636), la nuova doppia personale in programma alla galleria In via Cluverio Officina a Palermo che dal 13 marzo, per la prima volta, vedrà in mostra opere dell’ideatrice dello spazio, Joséphine Flasseur, in dialogo con le creazioni dell’artista francese Célia Nkala.

“Cette oscure Clarté”, questa oscura luce, condensa in tre parole il mistero dell’esistenza, della creazione, della coesistenza degli opposti e del cambiamento insito in ogni cosa: dal tempo, alla luce, alla materia, alla conoscenza. Lo stesso mistero che anima l’arte, che interroga e ci interroga proprio come oggi fa la fisica quantistica rispetto alle certezze acquisite dalla nostra conoscenza.

Illusione e visione diventano le diverse sfumature di una nuova realtà cangiante, una “luce oscura” che si pensava fosse impenetrabile. Joséphine Flasseur e Célia Nkala condividono lo stesso gusto, forse la stessa paura, per la notte, la volta celeste e i sogni della veglia. Entrambe si sono immerse nella marea notturna ispiratrice di un cielo stellato o di un raggio di luce cosmica. Fissare il cielo per ricordarci della nostra realtà terrestre e per dare corpo all’intangibile, o addentrarsi nell’astronomia per cogliere l’inafferrabile. Uno stesso cammino poetico seppure attraverso visioni differenti rispetto al creato.

Formatasi come artista visiva e cineasta, Joséphine Flasseur lavora su una certa idea di finzione che alimenta la sua creazione, sceneggiando, attraverso la scultura, una narrazione visiva svincolata da ogni approvazione scientifica. L’artista visiva e designer cartesiana Célia Nkala si basa, invece, su una ricerca metodica che la ispira a creare visioni concrete ma vicine all’astrazione. “Come un’antropologa visionaria, Célia si interroga sulla condizione umana, persa nell’ordine cosmico”, dice Flasseur che da direttrice artistica dello spazio, scommette su un tema che la affascina da sempre.

La doppia personale vede esposte una ventina di opere tra incisioni, sculture, disegni, bassorilievi, tessuti e video.  La riflessione, in Nkala, precede sempre il gesto, la regola accompagna la forma per meglio aprire la strada all’emozione. L’artista esplora i solchi di una cometa con puntesecche su lastre all’acquaforte, cerca risposte nelle rivoluzioni delle pietre con cui lavora, mescola la materia prima di un ciottolo con quella di un volto umano scolpito. E reinterpreta l’aspetto terreno delle stelle, del fato, attraverso tarocchi in metallo e rappresentazioni del gioco d’azzardo. Opere che saranno collocate nel salotto della Galleria diventando installazioni pronte a prendere vita grazie all’interazione dei visitatori.

Una narrazione degna di un film di fantascienza. Basandosi sulla scoperta del “Quantum Switch” nella fisica quantistica, Joséphine Flasseur crea una temporalità non lineare. “E se il futuro potesse arrivare prima del passato?” si chiede Joséphine Flasseur. Prendendo in parola la scienza, l’artista ha scolpito rappresentazioni immaginarie di particelle di luce su bassorilievi in stile antico.

La mostra, come nella tradizione della Galleria, si arricchirà di nuove relazioni con altri artisti in residenza. In programma, il 2 aprile 2025, la performance del coreografo parigino Rios Sullian.

BIO

Célia Nkala ha una formazione e una lunga esperienza nell’arte applicata, vive e lavora a Parigi. Dopo aver studiato arte, design e design tessile e poi design tessile (alla Sorbona di Parigi, all’École Supérieure d’Art et de Design di Reims e all’École nationale supérieure des arts appliqués et des métiers d’art di Parigi), ha lavorato per diversi anni presso la casa di moda Christian Lacroix come stilista tessile. Nel 2007 ha fondato la galleria Perception Park, dedicata agli artisti emergenti, nell’Arrondissement E di Parigi.

A partire dal 2016 ha deciso di dedicarsi alla propria pratica artistica. Nel corso di pochi anni, le numerose serie su cui lavora Célia Nkala testimoniano una ricerca vicina all’investigazione. Esse costituiscono un insieme che si concentra attorno a un asse che può essere definito antropologico, poiché l’artista tende, secondo le sue stesse parole, a “identificare i segni di una logica universale” e interroga il rapporto con le pratiche arcaiche, il rituale e la nostra propensione ad attribuire agli oggetti un forte valore simbolico.

Il suo lavoro è stato presentato in numerose gallerie private (Chapelle XIV, Galerie Bertrand Grimont, Galerie Sinople, Galerie Mansart, Galerie Un-Spaced, Zeitlos Zimmer, Parigi / Galerie Vertigo, Laguna Beach e Galerie Pavilion, Chicago, USA); centri d’arte contemporanea (Villa Vassiliev, Parigi – Le Grand Café, Saint-Nazaire – Abbaye St André, Meymac – La Traverse, Alfortville) e musei (Musée Cognacq-Jay, Parigi / Musée d’Art de Nantes / Kunstverein am Rosa–Luxemburg–Platz, Berlino / Palazzo Sforzesco, Milano). Célia Nkala è rappresentata a Parigi dalle gallerie Da-end e Sinople.

Joséphine Flasseur vive e lavora tra Parigi e Palermo dove lo scorso anno ha dato vita allo spazio espositivo multi-disciplinare In via Cluverio, Officina di cui cura la direzione artistica. Autodidatta, fin dall’adolescenza scrive e realizza film sperimentali in super 8. Per un periodo frequenta la facoltà di Parigi 8, appassionandosi alla luce e al colore nel cinema italiano così come alla letteratura americana. Ribelle, preferisce viaggiare piuttosto che restare sui banchi dell’università. Vive per un periodo a New York, dove scopre dal vivo i grandi formati di Jackson Pollock. È una rivelazione. Sarà pittrice, ma più tardi… perché nel frattempo diventa attrice e interpreta il ruolo principale in diverse opere teatrali. Lavora anche nell’organizzazione del Festival di Cannes e come assistente di James Cameron durante la preparazione di un film a Parigi. Con i guadagni da attrice, realizza il suo primo cortometraggio di finzione “Auto-Stop” e vince il premio del CNC, che le permette di realizzarne un secondo. Ne seguiranno altri nove, ottenendo diversi premi e selezioni in festival internazionali, tra cui il mediometraggio Dans la forêt noire, selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes.

Joséphine Flasseur lavora anche come sceneggiatrice e sviluppa parallelamente altre pratiche artistiche come la fotografia, la scultura e la drammaturgia, facendo della multidisciplinarietà il suo metodo di creazione. Ha pubblicato un libro sulle disfunzioni della giustizia, Je réclame justice!, con la casa editrice L’Harmattan, e ha partecipato a diverse esposizioni, tra cui Les Rencontres Photographiques di Arles, dove ha presentato la sua serie di autoritratti My heart knows what my eyes can’t see.

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