Le ricerche finora condotte non lo escludono né lo confermano. Ma gli auricolari sono consigliati, soprattutto ai più giovani.
È una questione annosa. Alcune sentenze di tribunale riconoscono una correlazione tra l’uso del cellulare e l’insorgenza del cancro ma le ricerche finora condotte non consentono né di affermarlo né di escluderlo con assoluta certezza. Lo puntualizzano il National Cancer Institute, la Food and Drug Administration e i Centers for Disease Control and Prevention statunitensi.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2011, ha tuttavia classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza, provocati dalle radiazioni non ionizzanti emesse dai telefoni, come possibili cancerogeni per gli esseri umani.
In pratica, li annovera nel gruppo 2B, cioè “possibili cancerogeni”, che comprende sostanze e agenti ancora sotto osservazione, che per ora non sono ritenuti né cancerogeni “probabili” (gruppo 2A), né cancerogeni “certi” (gruppo 1).
Secondo l’American Cancer Society questa classificazione indica che potrebbe esserci un rischio di cancro associato, ma le prove non sono sufficienti per confermare un nesso di casualità.
Per esempio, uno studio australiano trentennale pubblicato nel 2016 su Cancer Epidemiology e condotto su migliaia di pazienti ha scagionato i cellulari dall’accusa di favorire, attraverso le radiazioni elettromagnetiche, l’insorgenza di tumori cerebrali.
fonte: Focus