Mercoledì 10 luglio, dalle ore 19, si inaugura la mostra Personale “CENERE” con il Maestro Momò Calascibetta a cura di Andrea Guastella con la Direzione Artistica di Chiara Modìca Donà dalle Rose; seguirà, alle ore 19,30 presentazione del racconto del testo “LA CENERE DELL’ACANTO” di Dario Orphée La Mendola; e alle ore 20,00 «LA DANZA DEL VAJARA DEI SEI SPAZI» con la partecipazione straordinaria di Prima Mai e l’INTERNATIONAL ATOYOGA FOUNDATION dopo il San Carlo di Napoli.
Ecco quindi le prime attività culturali in occasione della riapertura dell’Ex Convento di San Francesco di Paola – Collegio dei Minimi di piazza Escrivà a Castelvetrano | Selinunte. Il centro culturale polivalente sarà parzialmente aperto dal 10 luglio al 10 settembre, ore 19,00/22,00.
A promuovere le iniziative, il Sindaco Enzo Alfano, Chiara Modìca Donà dalle Rose presidente del WORLD INTERNATIONAL SICILIAN HERITAGE nella qualità di esperto del Comune per la Cultura, in collaborazione con Andrea Guastella presidente dell’Associazione AUREA PHOENIX, Marco Basseggio presidente dell’INTERNATIONAL ATIYOGA FOUNDATION, e la partecipazione straordinaria di Prima Mai.
In un’ottica di compartecipazione massima della cittadinanza, il pubblico è invitato a donare una pianta grassa in vaso da ornamento della grande corte che dal 10 giugno tonerà ad essere di tutti e da tutti curata e vissuta. La Piazza e la via circostante, per le ore della manifestazione, saranno interdette al traffico per ragioni di sicurezza, in quanto strada, piazza e corte diventeranno un unicum.
“Cenere” è una complessa e criptica riflessione sullo stato dell’arte contemporanea, con un forte riferimento agli operatori del settore, una sorta di corte di “Dei” dal sapore e dal tenore contemporaneo con la vocazione a diventare archeologia nel futuro. La tecnica pittorica è apparentemente quella della caricatura di personaggi reali viventi, ma in realtà molteplici riferimenti iconografici evidenziano la portata del lavoro e la profondità, conducendo a una riflessione e un dialogo sempre più intenso tra arte e matrici del passato con la produzione contemporanea. La presentazione della mostra sarà occasione per la presentazione del catalogo e una lectio magistralis del curatore e dell’artista.
La sera stessa, con la Fondazione “International AtiYoga Foundation”, la Fondazione Donà dalle Rose per BIAS 2020, organizza la “danza del Vajara dei Sei spazi” con un mandala del diametro di 10 metri di stoffa dove verrà eseguita la danza che coinvolgerà anche gli spettatori e la cittadinanza. Verrà inoltre presentato, per l’occasione, il Bando BIAS 2020.
ABSTRACT della mostra
Concepita da un pittore che opera da oltre un trentennio con personali e collettive di grande spessore e da un giovane scrittore, la mostra racconta il panorama artistico siciliano – da sempre “serra calda” di innovative elaborazioni culturali – in chiave “teatrale”, eleggendolo a immagine di un mondo, quello dell’arte, il quale, lungi da appartenere ai soli artisti, è guidato da figure che, obbedendo a logiche rigidamente commerciali, sovente riducono gli autori (e le loro opere) ad ingranaggi, meccanismi di un sistema incomprensibile come, agli occhi dei profani, le oscillazioni della borsa.
Dario Orphée La Mendola, in particolare, ha raccontato in un suo scritto, La cenere dell’acanto, di una mostra in Sicilia nata morta.
Momò Calascibetta invece i morti li ha risuscitati, esaltandoli in riquadri dove i “signori dell’arte” senza riferimenti personali ma presi in prestito all’immaginaria rappresentazione dello stato dell’arte oggi divengono figure allegoriche di un presente che, immortalato, diventerà passato nella sua irreversibile fissità.
La cifra stilistica dei lavori è improntata all’ironia socratica, nel pieno rispetto di una tradizione pittorica “alta”, ma senza escludere anzi usando spesso con spirito giocoso i linguaggi contemporanei.
Tematiche
Dove va l’arte oggi? Ha ancora un senso dedicarsi al disegno e alla pittura? I veri artisti, chi sono? E soprattutto, chi controlla i controllori? La mostra non fornisce risposta. Perché all’Accademia della Belle Arti si studia composizione, pittura, scultura, fotografia, storia dell’arte quando per il mercato dell’arte, più ghiotto, sovente non è richiesta la conoscenza ma l’aderenza ad un rigoroso e leggero minimale rapporto con la finanza e la politica che la sostiene. I titoli, le conoscenze sono giudicate come catene di un sapere che, in modo autoreferenziale, sembrano essere malattie infettive da debellare. Si limita a condurre gli spettatori al centro di problematiche contemporanee ma dall’evidente risvolto universale, quali il rapporto dell’uomo con lo scorrere del tempo e l’inevitabile trionfo della morte che, come nel famoso affresco di Palazzo Abatellis, annichilisce gli individui e le loro creazioni. Il tutto entro la cornice di una terra – la Sicilia – che ha sempre avuto con la morte un rapporto, se così si può dire, di amicizia e confidenza. Dopo la morte cosa lascerà il nostro tempo ai grandi temi dell’arte?
Opere
Le maschere raffigurano per speculum in aenigmate personalità del mondo dell’arte italiano e più piccolo, siciliano, (mecenati, collezionisti, galleristi, direttori amministrativi, curatori, ecc.) nei loro vizi capitali e nelle loro virtù, allegoricamente disegnate senza riferimento personale a nessuno di essi. E tuttavia, come il titolo stesso suggerisce, l’identità dei soggetti effigiati è cenere, un guscio da scartare. Essi esistono, o credono di esistere, solo perché uno o l’altro degli autori ha avuto un qualche rapporto con individui reali e sembra aver conservato ricordi delle loro fattezze. L’idea stessa che esista un sistema dell’arte siciliano è evocata allo scopo di destare ilarità ma anche compiacimento per coloro che l’arte l’hanno salvata veramente, o almeno di ci provano. La denuncia degli artisti va molto al di là: muove dalla loro esperienza personale per riflettere a voce alta sul rapporto tra arte e potere, tra potenzialità e possibilità. Nessuno, in ogni caso, è citato in modo esplicito, il che determina nello spettatore un profondo coinvolgimento personale, che non esclude anzi incoraggia i processi di identificazione indipendentemente dai visi presi solo in prestito.
Spazi
La mostra prevede, nell’antico refettorio del piano terra del Collegio dei Minimi, l’istallazione di un polittico di legno con diciannove riquadri di 69×69 cm cadauno e una “porta della morte”. I riquadri sono decorati con santini, fiori finti, lumini, oggettistica kitsch. Fanno inoltre parte del complesso 50 ex voto di formato variabile e di libero montaggio con versioni alternative dei medesimi soggetti; una fenice simbolo di resurrezione da collocare alla fine del percorso e un leggio, illuminato da luci di scena, con il testo de La cenere dell’acanto.
L’installazione sarà effettuata in loco, determinando il formarsi, nel sito espositivo, di un’atmosfera curiosa. La co-curatela dell’esperto nominato dal sindaco per legalità e cultura Chiara Modìca Donà dalle Rose, ideatrice della mostra a Castelvetrano e della creazione di un nuovo Polo Museale Comunale, ha commissionato tre figure inedite della mostra itinerante Cenere di tre notissimi esperti d’arte italiani, rendendo ancora più ampio e scenografico il contesto teatrale dell’istallazione con l’ausilio di strumenti atti a rianimare lo stato dell’arte e a seppellire ciò che non ne ha permesso il suo normale corso.
Tempi
In tempi di mostre per soli addetti ai lavori (a meno che non si tratti di rassegne commerciali) Cenere intende raggiungere quanti più visitatori possibile. Per tale ragione la rassegna è itinerante per i principali musei della Sicilia. Inaugurata presso la Farm di Favara, essa ha già toccato il Polo Museale A. Cordici di Erice, l’ex chiesa di San Giovanni a Gela, Palazzo La Rocca a Ragusa, il Museo Mandralisca a Cefalù, Palazzo Beneventano a Lentini, il Museo Civico di Termini Imerese, il Museo Riso a Palermo, nella sede della Cappella dell’Incoronata e, finalmente in piena stagione estiva, Castelvetrano – Selinunte dal 10 giugno al 10 settembre 2019. Sono inoltre previste una tappa italiana e una europea.
Modalità
Rassegna dal carattere didattico e interdisciplinare, Cenere mira al coinvolgimento integrale del pubblico mediante presentazione della pubblicazione La Cenere dell’Acanto, performance, concerti, drammatizzazioni, video esplicativi (vedi Cenere on the road) e un docufilm in corso di realizzazione.