La nuova organizzazione del lavoro in atto presso la struttura circondariale di Agrigento provoca malcontento tra il personale della Polizia Penitenziaria a causa del mancato rispetto dei diritti dei lavoratori, sottoposti a rischi nell’esercizio dell’operatività e nell’espletamento delle loro funzioni.
È questa la motivazione che ha indotto la Uil Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria di Agrigento, congiuntamente a Cgil, CNPP e USPP a protestare contro la direzione della casa circondariale: secondo i sindacati, la nuova organizzazione avrebbe stravolto tutto il precedente sistema a partire dall’assenza di una copertura adeguata dei posti di servizio.
“Un’innovazione – si legge in una nota siglata dal coordinatore provinciale UILPA Polizia Penitenziaria di Agrigento Calogero Speziale e dai colleghi Calogero Spinelli (CNPP), Giuseppe Terrazzino (USPP) eGiuseppe Martorana (Cgil) – che è stata emessa unilateralmente dalla direzione e alla quale hanno aderito altre organizzazioni sindacali; noi non abbiamo condiviso né tantomeno sottoscritto la nuova organizzazione del lavoro”.
Da ieri, in segno di protesta, UILPA, CNPP, USPP e Cgil si astengono dunque a oltranza dalla fruizione della mensa di servizio: un segnale iniziale che preannuncia ulteriori azioni finalizzate a ottenere garanzie certe sia in merito all’operatività del personale che riguardo alla ricezione di un piano ferie estive per l’anno 2018 e che ha già registrato una forte adesione.
Su quest’ultimo punto, in particolare, le sigle affermano di non avere firmato alcun accordo “in assenza di un prospetto chiaro per la fruizione del periodo previsto dal CCNL, ovvero non meno di quindici giorni”.
“Abbiamo chiesto – si legge nella stessa nota – di organizzare in maniera più oculata e razionale le risorse umane disponibili, a partire dall’utilizzo delle unità femminili presso le cosiddette cariche fisse nel rispetto delle pari opportunità; è stata inoltre sottolineata la necessità di sopprimere alcuni posti di servizio e impiegare nuovi sistemi tecnologici di videosorveglianza nell’ottica di attuare un recupero delle risorse umane disponibili.
Le sigle sindacali, si legge nella nota, si riservano di indire un’assemblea dei lavoratori nei prossimi giorni per decidere quali forme di protesta mettere in atto: tra le varie possibilità, un sit in della Polizia Penitenziaria.