mercoledì, 25 Dicembre 2024
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Canottaggio: i Canottieri Speciali TeLiMar iniziano la preparazione per i Giochi del 2019

Dopo il successo di Alessandro Aiello al BRIC di Londra, gli altri atleti speciali del Club dell’Addaura sono pronti a dare il massimo.

Dopo il successo del progetto Rowing 4 All, prosegue al TeLiMar il lavoro con gli atleti con disabilità, unico polo per tutto il Sud Italia: «I contributi messi a disposizione dalla Fondazione Vodafone per R4 erano solo per lo scorso anno -, ricorda Elena Armeli, allenatore Canottieri Speciali TeLiMar, – ma chi ha iniziato la scorsa stagione non si è voluto fermare. Anzi, i ragazzi stanno proseguendo il loro percorso. Si sono appassionati a questa attività e le loro famiglie vedono i miglioramenti che ci sono stati in questi mesi».

L’integrazione è uno degli obiettivi: «Siamo un unico gruppo, con gli “Special” che amano allenarsi anche con i cosiddetti normodotati. Sono dei veri atleti, che si mettono spesso in competizione e tutti insieme facciamo squadra. Siamo contenti dei risultati che stanno ottenendo e che riguardano diversi aspetti. Ad esempio, stanno sviluppando alcuni movimenti che per le loro patologie sembravano impossibili da ottenere. Una vera e propria conquista, anche dal punto di vista emotivo, con il graduale superamento di alcune paure».

La partecipazione al BRIC di Londra è arrivata al culmine di una preparazione durata un anno: «La selezione ce la aspettavamo – prosegue Armeli -. Alessandro Aiello è stato il migliore a San Miniato e quando ci hanno chiesto di scegliere un atleta non potevamo che fare il suo nome. Era emozionatissimo, agitato, poco prima della gara mi ha chiamato diverse volte per essere sicuro di fare tutto nel modo corretto. È stato bello seguirlo, anche se solo a distanza ed è stata una soddisfazione anche se la medaglia è sfumata di un soffio; ma aveva fatto registrare il suo miglior tempo record in allenamento, in gara lo ha peggiorato solo di 8 decimi. Una conquista in ogni caso: è stato il primo degli italiani nei 500m. Il Bric è stata l’occasione perfetta per mostrare quanto di buono stiamo facendo e continueremo a fare».

In casa TeLiMar si pensa già al futuro: «Adesso ci prepariamo per una dimostrazione che faremo il 22 dicembre in occasione del Campionato Siciliano di remoergometro – precisa l’allenatrice -. Poi pausa natalizia, ma inizieremo quasi subito a preparare i Giochi Estivi di maggio e giugno. Li vedo motivati al massimo, non fanno altro che chiedermi cosa abbia fatto Alessandro per poter partire con la Nazionale. Si è allenato molto, rispondo loro. Allora, sono entusiasti e lavorano bene». I Canottieri Speciali si allenano 3 volte a settimana tra remoergometro, palestra e – condizioni meteo permettendo – discesa in acqua: «Durante ogni allenamento della durata di 2 ore, cerchiamo di sviluppare quello che hanno già, seppure solo in potenza. Spesso sono i genitori che hanno paura di farli avvicinare al canottaggio, a cominciare dall’acqua. Ma se a loro piace, viene spontaneo. Ad esempio uno di loro, che è con noi da diversi anni, non era mai sceso in barca perché la madre si spaventava. Aveva lavorato sempre e solo con il remoergometro. Poi, siamo riusciti a convincere la famiglia e alla sua prima volta in acqua aveva già intuito quale fosse il movimento della vogata da effettuare». Elena Armeli ci tiene a sottolineare che «Non bisogna lasciare che stiano chiusi in casa, in se stessi. Bisogna permettergli di uscire, fare gruppo, mai mollare, al contrario valorizzare quello che hanno. Ed è davvero molto!»

Dopo il podio sfiorato al British Indoor Rowing Championship, il Canottiere Speciale TeLiMar Alessandro Aiello ha le idee chiare per il prossimo anno: «Voglio la medaglia!», esclama, spiegando di puntare sempre a migliorarsi, così come ha fatto da quando si è avvicinato al canottaggio: «Guardavo le gare in tv. Mi sono appassionato grazie a Josefa Idem e agli altri Campioni Azzurri. Del canottaggio mi piace tutto, a cominciare dal fatto che si gareggia in acqua. Per diverso tempo, infatti, il mio sport preferito è stato il nuoto. Poi, tre anni fa ho iniziato a praticare canottaggio, grazie al TeLiMar e a Marco Costantini. Da allora sono migliorato molto e quest’anno, dopo i Giochi Estivi di Montecatini e San Miniato è stato bello essere selezionato e riuscire a gareggiare con la maglia Azzurra. Al BRIC, dopo aver iniziato benissimo, sul finale ho fatto più fatica e sono riuscito solo a sfiorare il podio. È uno sport bellissimo – dice -. È bello gareggiare da soli, ma è bello anche fare squadra… al TeLiMar, con gli altri atleti della Nazionale, con gli allenatori – e, confessa -, studio storia e filosofia, ma mi piacerebbe poter continuare ad abbinare sport e studio!»

Francesca Bellavista, madre di Alessandro Aiello: «Ci siamo avvicinati al canottaggio tramite la dott.ssa Gambino, ma Alessandro viene da 10 anni di nuoto. In questi anni, grazie anche allo sport, è cresciuto, è maturato. Me lo dicevano che ci sarebbe arrivato, anche se più tardi. Ancora non ha raggiunto l’obiettivo, ma è sulla strada giusta. Il canottaggio gli piace, gli permette di essere se stesso – racconta -. Fuori si trasforma, interagisce con tutti, fa amicizia facilmente. Il progetto Canottieri Speciali e il TeLiMar lo hanno aiutato in questo percorso, il club è diventato una famiglia, per noi come per lui». Una famiglia sempre presente nelle tappe fondamentali di questo percorso, come ai Giochi Estivi e al BRIC: «A Londra, Alessandro era in ritiro con la squadra, ma noi lo abbiamo seguito nel Regno Unito. È impossibile descrivere le emozioni che abbiamo provato durante la gara, a Londra, così come a San Miniato e ancora prima a Torino. Abbiamo visto un ragazzo sicuro di sé – che ha come obiettivo la medaglia l’anno prossimo: – Probabile, perché se si mette in testa una cosa la raggiunge. Nello sport sicuramente. Speriamo anche nello studio – aggiunge sospirando – la laurea ormai è davvero vicina. Coloro che non capiscono il tesoro che sono questi ragazzi – ti tiene a precisare -, sono loro i veri disabili! Sono in grado di esprimere gioia ed entusiasmo per la vita e interagendo con gli altri, a cominciare dalle famiglie di appartenenza, trasmettono questa passione per la vita anche a noi, che grazie a loro ci siamo avvicinati gli uni agli altri».

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