Prendo spunto da un episodio, avvenuto qualche giorno fa, che riguarda un ragazzo disabile ogetto di soprusi da parte dei suoi coetanei. La cattiveria pensavo fosse solo prerogativa degli adulti, ma mi sono dovuto ricredere. Molte volte i piccoli possono essere più cattivi dei grandi, mi chiedo come mai? È nel proprio DNA? Lo si diventa per caso?
Non so quale sia il fattore scatenante che istilla il germe della cattiveria nei piccoli uomini o nelle piccole donne.
L’episodio mi ha fatto riflettere e tornare in mente un fatto realmente accaduto di cui sono stato inconsapevolmente testimone e che voglio raccontare.
Ci troviamo in una grossa città del sud, ma penso che l’ambientazione potrebbe essere in qualsiasi parte del mondo. Luogo principale una scuola media primaria, classe mista. Attori protagonisti un gruppo di ragazzini, di entrambi i sessi, che fanno comunella e prendono di mira la loro compagna Anna – nome di fantasia -, che ai loro occhi è diversa perché non si vuole omologare al loro modo di dire e di agire e quindi decidono di isolarla e vessarla usando i nuovi mezzi di comunicazione.
E giá, la tecnologia offre adesso nuovi mezzi ancora più subdoli per esercitare la propria cattiveria: whatsaap, messanger, you tube, facebook, twitter etc. Infatti, è su uno di questi network che si scatena la fantasia più infida per denigrare e maltrattare la vittima designata dal gruppetto degli adolescenti.
La vittima di bullismo ha una sorella più grande che un giorno si accorge che qualcosa non va. Anna piange in maniera strana e le chiede cosa avesse, “niente” le viene risposto, “come niente” le dice la sorella “ed allora perché stai piangendo, hai litigato con qualcuno? Hai preso un brutto voto?” Singhiozzando, Anna, le allunga il cellulare e sommessamente la invita a leggere, la sorella rimane sbalordita ed inorridita di quanto sta leggendo. Non immaginava minimamente di cosa si trattasse, ritenuto che non potevano risolvere da sole il problema, invitava la sorellina a parlarne, assieme, con i genitori e lei annuiva.
Ma cosa c’era scritto di così orribile sul cellulare? Parole indescrivibili messe in bocca, in questo caso per iscritto, da degli adolescenti molto immaturi, scritte persino in maniera sgrammaticata, offensive della dignità personale ed addirittura familiare, che in esseri soli, fragili ed indifesi potrebbero portare a gesti estremi, come spesso, purtroppo, accade.
In tutto questo i genitori dei ragazzini dove sono? Possibile che non seguano i figli in maniera adeguata? Non voglio credere che siano educati in modo errato e da menefreghista! E dire che la maggior parte del gruppetto è cresciuto in famiglie, come si diceva una volta, della città “bene”.
Giustamente i genitori di Anna, letti i messaggi e ascoltate le confidenze della ragazzina, hanno deciso, in prima istanza di rivolgersi all’insegnate coordinatrice, che ha assicurato il suo interessamento e fin da subito vedrà di porvi rimedio, agendo nel migliore dei modi per risolvere il problema.
Speriamo bene, perché la ragazzina già era in angoscia ed il suo comportamento, negli ultimi tempi, in casa era cambiato, meno male che ha avuto l’intelligenza di rivolgersi ai suoi familiari, questo grazie all’educazione che ha ricevuto. Ma quante altre ragazzine avrebbero fatto queste confidenze ai propri genitori? Molte si tengono tutto dentro e poi conosciamo bene quale sono le conseguenze, spesso e volentieri nefaste.
Un plauso ad Anna ed una raccomandazione a chi l’ha vessata: ragazzi, smettetela di fare e farvi del male, questi episodi potrebbero portare a dei disastri annunciati.
E per i genitori. state più attenti e vicini ai vostri figli, seguiteli di più.
Mi sovviene spontanea una domanda: ma i genitori di una volta erano diversi? Loro si che ci seguivano, e noi li definivamo “camurriusi ed impiccioni”, ma era questa la maniera giusta di comportarsi di un genitore che teneva ai propri figli, non dimentichiamo mai i loro insegnamenti!
Con affetto e nella speranza di un mondo migliore.