Palermo, 22.03.2016 – Da dove viene tanto accanimento nel procurare dolore agli uomini? È un odio distruttivo che non risparmia nessuno: lacera da dentro, annienta qualsiasi briciola di umanità, rende la mente folle e trasforma il corpo in uno strumento di morte. Esplode per fare esplodere. Distrugge per distruggere, alimentandosi di sofferenza e paura. Il terrorismo uccide in nome di se stesso.
A poco più di quattro mesi dagli attentati di Parigi, ritorna la strage. Ad essere colpita è Bruxelles, “perché parte della coalizione internazionale”, così l’Isis avrebbe rivendicato i due attentati di oggi, compiuti in aeroporto e in metro. Attualmente sarebbero 34 le persone uccise, almeno 230 i feriti. Ad essere esplose sono due bombe, una nella hall dell’aeroporto di Zevanten, l’altra nella stazione metropolitana Maalbeek, nei pressi della sede della Commissione Europea. Ancora una volta viene presa di mira la quotidianità, la gente comune, che trascorre e progetta con tranquillità la propria vita. Un attacco che mette a repentaglio la libertà, generando panico e terrore. Appresa la notizia, i leader occidentali hanno espresso solidarietà e necessità di rimanere uniti. Da tutto il mondo e dai social non sono mancati i messaggi di dolore condiviso e vicinanza.
“Condanna assoluta per gli attentati di Bruxelles. – ha dichiarato il Movimento dei poliziotti democratici e riformisti – E’ fin troppo chiaro che i livelli di guardia non sono stati sufficienti per evitare la strage. Bisogna cambiare registro, cercare delle strategie comuni che possano bloccare qualunque tipo di azione terroristica. Ancora una volta si colpisce al cuore una grande città europea e i suoi abitanti, questo ci fa capire che siamo tutti in pericolo, la minaccia è globale. E’ nostro dovere salvaguardare la sicurezza di ogni cittadino sia in Italia che all’estero”.
Intanto di fronte alle lacrime, al dolore, al clima di paura, alimentato dai continui allarmi e dall’interruzione dei collegamenti, a Bruxelles alcuni abitanti hanno cominciato a colorare le strade della città con dei gessetti colorati, mandando un segnale di pace e speranza. Le scritte si mescolano al sangue delle vittime e lasciano alla città la ferita più grave di tutte, quella del terrorismo.