Non c’è stato nessun “boom” di multe per eccesso di velocità sulla circonvallazione di Palermo nel periodo tra il 22 agosto ed il 3 settembre a seguito dell’abbassamento dei limiti di velocità deciso di per motivi di sicurezza. E’ questo quanto emerge dai dati ufficiali del comando della Polizia Municipale che risponde cosi a dati di provenienza non ufficiale, rivelatisi errati, e che nei giorni scorsi avevano dato motivo di polemiche e attacchi di tipo di politico.
Dal raffronto del numero di multe elevate nello stesso periodo del 2015 e del 2016 (2447 nel 2015 e 2488 nel 2016) è evidente che l’abbassamento del limite di velocità non ha avuto un impatto statisticamente rilevante.
Delle oltre 2400 multe del 2016 nessuna è per velocità compresa tra 51 e 60 Km/h e solo 648 per velocità comprese tra 61 e 70Km/h. Cento sono per velocità suiperiore ai 90 km/h e tutte le altre per velocità comprese tra 70 e 90 km/h
“Il vero dato rilevante su cui tanti polemisti hanno volutamente glissato – ha detto l’assessore alla Mobilità, Giusto Catania – è quello della drastica riduzione di incidenti e mortalità sulla circonvallazione, dove, grazie alla intensificazione dei controlli si è passati da 9 incidenti mortali nel 2015 a uno solo nel 2016 per altro nell’asse di raccordo autostradale dell’A19″
“L’amministrazione comunale – sottolinea il sindaco Leoluca Orlando – ha agito e agisce con la spirito di tutelare la sicurezza e la vita dei cittadini prevendendo e sanzionavo comportamenti pericolosi e criminali. Purtroppo in questi ultimi giorni abbiamo assistito a dichiarazioni, a volte rilasciate in buona fede dettata da informazioni errate ma più spesso di puro sciacallaggio sulla vita delle persone. È stata una polemica del tutto inutile che squalifica
coloro che l’hanno portata avanti”. Il sindaco di Palermo al contempo rivolge un invito agli operatori dell’informazione perché “nell’esercizio del loro fondamentale e sacrosanto diritto e dovere di cronaca e critica facciano riferimento a fonti ufficiali o comunque verificate e non improvvisate; questo anche per non rischiare di divenire strumenti di polemica politica che nulla ha a che fare con l’informazione”.