mercoledì, 25 Dicembre 2024
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Biennale Internazionale d’Arte Sacra (BIAS): ieri la Lectio Magistralis su Mozart al Real Teatro Santa Cecilia

All’interno del programma della Biennale Internazionale d’Arte Sacra delle Credenze e Religioni dell’Umanità (BIAS) si è svolta ieri, 5 maggio, al Teatro Real Santa Cecilia di Palermo, una lectio magistralis di musica e parole condotta da Giacomo Fornari, direttore del Conservatorio “Claudio Monteverdi” di Bolzano e membro dell’Akademie für Mozartforschung di Salisburgo, che ha guidato i presenti in un viaggio tra le maglie della vita (conosciuta e non) di Mozart. 

L’evento è stato organizzato dalla Radio Sicilia Libera 291 del Grande Oriente d’Italia nell’ambito del cinquantesimo anniversario del Collegio dei Maestri Venerabili della Sicilia. La lectio magistralis ha visto, all’interno del suo programma, una serie di interventi musicali che hanno coinvolto anche altri due relatori: il pianista Piero Barbareschi e il tenore Erlendur Tor Elvarsson. Nel particolare:

W. A. Mozart: musica per Fratelli

  • An die Freude KV 53 (47e) / Johann Peter Uz
  • Heiliges Band KV 148 (125h) / Ludwig Friedrich Lenz
  • Gesellenreise KV 468 / Franz Joseph Ratschky
  • Adagio für Harmonika KV 617a (356)
  • Adagio KV 540
  • Die ihr des unermeßlichen Weltalls Schöpfer ehrt KV 619 / Franz Heinrich Ziegenhagen
  • An die Stärke KV 620/20 / Ludwig Christoph Hölty [prima esecuzione in Sicilia]

Il repertorio massonico costituisce un momento centrale nella produzione di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791). Se nei primi anni l’enfant prodige (fanciullo prodigio) sembrava limitarsi a soddisfare le richieste di un mecenate “misterioso” con cui aveva contatti occasionali, le cose cambiano con il definitivo ingresso nell’Ordine avvenuto a Vienna nel dicembre del 1784.

Da quella data, infatti, sembra cambiare anche l’intero linguaggio mozartiano, così come lo stesso destino del repertorio massonico. Senza dubbio fondamentale in questo contesto il Lied Gesellenreise («Die ihr einem neuen Grade») KV 468, che Mozart scrisse ed eseguì personalmente nella loggia viennese zur wahren Eintracht per il passaggio a compagno d’arte per il proprio padre Leopold (1719-1787).

Grazie anche alla circolazione internazionale delle sue composizioni, Mozart diviene un modello vincolante e imprescindibile per tutti i compositori che si sono occupati di musica massonica anche a grande distanza di tempo. Un’ulteriore curiosità è rappresentata dal brano An die Stärke KV620/20, eseguito in prima assoluta moderna e rielaborazione del 1793 dell’aria di Papageno «Ein Mädchen oder Weibchen» del Flauto magico.

Oltre all’esempio appena citato, molti altri brani celebri di natura profana sono stati “travestiti” di nuovi contenuti subendo un processo di nobilitazione sotto il profilo contenutistico ed estetico: un simile aspetto offre anche l’occasione per riflettere sul complesso e ampio (e spesso discusso) concetto di musica massonica e relativa prassi.

La Cantata KV 619, ad esempio, fa porre l’attenzione su atteggiamenti rosacrociani (un leggendario ordine segreto ermetico cristiano, menzionato storicamente per la prima volta nel XVII secolo in Germania) da cui Mozart, nelle ultime fasi della sua vita, si sentì molto attratto. La musica massonica, pertanto, si allarga anche a settori affini all’estetica, alla filosofia e alla teologia, illuminando altri tratti sconosciuti del maestro salisburghese.

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