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Bias: un tripudio di colori, canti e suoni etnici alla Chiesa San Giuseppe dei Teatini

Si è svolta domenica 17 giugno 2018, all’interno della Chiesa ipogea di San Giuseppe dei Teatini e l’Oratorio Quaroni, la conferenza per l’apertura del Padiglione dedicato ai Rifugiati, nonchè sulle incredibili gesta dell’Arcivescovo Paolo Burali d’Arezzo, teatino illuminato del Cinquecento che, a 46 anni, si spogliò della sua toga di giurista per entrare a far parte dell’Ordine dei Teatini.

I ragazzi del Centro Astalli ballano e cantano in cerchio
I ragazzi del Centro Astalli ballano e cantano in cerchio

A curare entrambi gli eventi, Chiara Modìca Donà dalle Rose, Presidente WISH e Direttrice BIAS, e Alessandro Dagnino, Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici di Palermo, alla presenza di Padre Gino Quattrini, Parroco della Chiesa di San Giuseppe dei Teatini di Palermo e di Felipe Camargo, rappresentante dell’ufficio regionale per il Sud Europa dell’UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) che ha introdotto la Giornata Mondiale del Rifugiato e la campagna globale, #WithRefugees, di UNCHR.

I ragazzi del Centro Astalli in Bias
I ragazzi del Centro Astalli in Bias

«È la seconda volta che vengo a Palermo – spiega Felipe Camargo – e sono molto contento che sia in occasione di una giornata molto importante come quella di oggi. Ringrazio Palermo per la gioia di vivere che questa città trasmette e per la possibilità che ci sta dando per porre l’attenzione sulla difficile situazione dei rifugiati e sulla difesa dei loro diritti attraverso la cultura, la musica e l’arte».

Opera di Rosa Mundi per Bias alla Chiesa ipogea di San Giuseppe dei Teatini
Opera di Rosa Mundi per Bias alla Chiesa ipogea di San Giuseppe dei Teatini

Fulcro centrale dell’evento, è stata la presentazione del Progetto Portability di Rosa Mundi e della sua opera più rappresentativa,  «InCostellazione – The Humanity’s Time Life»: una tenda beduina che rappresenta la “Porta” della volta celeste, allestita all’interno della stessa Chiesa (vedi foto a sinistra). Alla presentazione è seguita la performance dal vivo di Sarita Marchesi Van Der Meer e dei ragazzi del Centro Astalli che, tra danze e canti tradizionali, hanno coinvolto gli intervenuti in un “abbraccio” collettivo in segno di pace, unione e fratellanza culturale sulle note e le parole di Solveig Cogliani. Ha, inoltre, partecipato un numeroso coro di voci bianche.

Dalla tenda beduina dell’installazione video-artistica di Rosa Mundi è, poi, partita la Marcia per la Pace – «I am my brother’s keeper?» di UNCHR verso la tenda dei rifugiati allestita da Kate Daudy all’Oratorio Quaroni diretto dall’artista Lucina Lanzara e accompagnato dai tamburi di Ben Kadi e dai clarinetti di Giovanni Mattaliano ed il Mediterranean Soloist Clarinets che hanno suonato lungo il percorso il brano di Mattaliano “Balarm“, guidati da Santo Vitale, alla prima uscita ufficiale.

Tenda beduina all'Oratorio Quaroni
Tenda beduina all’Oratorio Quaroni

La marcia ha fatto una prima fermata in Piazza Verdi davanti al Teatro Massimo, con un concerto del coro delle Voci Bianche del Teatro Ragazzi di Palermo di Pia Tramontana. La CrisPeace Tribal Band ha partecipato alla marcia in rappresentanza della “Consulta della pace, i Diritti Umani, la Nonviolenza ed il Disarmo” presidiando coi loro tamburi la Tenda al Quaroni.

Lucina Lanzara parla al GCPress
Lucina Lanzara parla al GCPress

Abbiamo chiesto alla cantante e compositrice Lucina Lanzara l’importanza di contribuire ad una giornata cosi importante quale quella dei Rifugiati: «Da sempre mi occupo del tema, ma anche della ricchezza dell’immigrazione e dell’integrazione in generale con tutte le forme di “diversità” che troviamo nella società attraverso la musica. In questa occasione – prosegue l’artista – ho avuto l’opportunità di presentare per la prima volta il gruppo Ben Kadi, un gruppo di percussionisti molto bravi provenienti da diverse parti dell’Africa giunti a Palermo attraverso il famoso “viaggio”».

«Insieme a Santo Vitale – prosegue l’artista – stiamo lavorando con questi ragazzi in un processo di omologazione del linguaggio musicale, in quanto essi parlano “lingue musicali diverse” poiché seguono ritmi e tempi musicali diversi, provando a farli “dialogare” tra loro. Grazie alla Fondazione “Migrantes” – conclude l’artista – siamo riusciti ad acquistare i tamburi che suoneranno durante la marcia».

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