In aderenza alla sempre più rilevante crescita e il monitoraggio del mercato dell’arte nazionale e internazionale, antico moderno e contemporaneo, BIAS ha organizzato il simposio tematico intitolato Diritto ed economia dell’arte, che si è svolto ieri, 8 giugno, nella Sala Kounellis al Museo Belmonte Riso.
Presenti al convegno, gli avvocati Chiara Modìca Donà dalle Rose, Direttore BIAS e Presidente WISH, Mario Galluppi di Cirella, Presidente Byron Associati, Alessandro Dagnino, Presidente Unione Giuristi Cattolici di Palermo che ha approfondito i temi di BlockChain e
Dart Coin, Carlo Carrozza, Carolina De Cecco, i dottori Alessandro Anceschi, che ha approfondito il tema del “Diritto d’autore”, Francesca Aloise, che ha approfondito il tema del “Diritto di seguito“, Simone Di Conza, Direttore generale FUIS. L’evento è stato moderato dalla professoressa e avvocato Giovanna Capilli, che è intervenuta anche su mediazione e arbitrato per la risoluzione dei conflitti in ambito artistico. Inoltre, hanno partecipato anche alcuni artisti selezionati da BIAS, al fine di rendere una “Testimonianza d’Artista”.
Un appuntamento giuridico ed economico per gli operatori dell’arte a 360 gradi, con docenti, professionisti di dichiarata fama, universitari ed esponenti della FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori), membro della World Intellectual Property Organization [WIPO]. La finanza e l’economia che girano nel mondo dell’arte sono terreno fertile per la città di Palermo, oggi Capitale della Cultura Italiana, ma anche sede della BIAS.
L’incontro, patrocinato anche dall’Università San Raffaele di Roma, si è articolato in due sessioni. La prima, promossa da Byron Associati e aperta dall’avvocato Chiara Modica Donà dalle Rose, ha portato sul tavolo di discussione il tema “l’Agente di Artista“, al fine di illustrare ed evidenziare le problematiche operative e le competenze giuridico-economiche dell’agente, figura centrale nel mondo dell’arte. Attraverso il suo ruolo, infatti, egli rappresenta e tutela gli interessi dell’artista, promuovendone profilo e produzione e individuando i canali più idonei al caso concreto, allo scopo di procurare alle opere opportunità di mercato, che possano, quindi, gratificare l’espressione creativa dell’autore stesso.
Chiara Modìca Donà dalle Rose ha introdotto il tema de “Il mercato giuridico e finanziario dell’arte”: «Il simposio di oggi si concentra su una fetta di mercato che è più sottile rispetto a quella che è comunemente definita “Diritto dell’arte” (ambito molto vasto che riguarda gli artisti non viventi, i cui diritti, vengono delegati ad associazioni, fondazioni o parenti discendenti), cioè gli artisti viventi. È un mercato vastissimo e un pochino sottovalutato quello dell’arte contemporanea – continua la Direttrice – e l’Italia, in questo ambito, ha un potere grandissimo di cui non è consapevole, che non sa gestire e che potrebbe vederla in cima ai massimi sistemi».
«Quando parliamo di Arte contemporanea – prosegue la Direttrice – poniamo l’attenzione sui luoghi in cui si concentra maggiormente, cioè America e Inghilterra, in quanto li è stata stabilita la fonte accreditata del valore di un’opera, e non possiamo più prescindere la stessa dal suo valore economico. In quest’ultimo secolo, rispetto al passato, l’operatore-artista è cambiato ed è diventato molto più legato ad un mondo privato, principalmente le gallerie, che rappresentano il primo segmento del valore economico attributi ad un’opera e che corrisponde, spesso ma non sempre, ad una duplice sensazione: estetica/emotiva (mi piace, la voglio comprare) e il valore economico (da quest’ultimo nasce la protezione giuridica per tutelare chi la vende, chi la compra e chi la promuove)».
«Il valore economico, inizialmente, lo dà l’artista che, attraverso i social network accresce la propria popolarità e la capacità di vendere ad un certo valore l’opera. Un’ipotesi di compravendita di un’opera è data dalla “doppia vendita” – acquisto di un’opera e la conseguente rivendita a terzi – che passa per il mondo delle case d’aste. Palermo e l’Italia in generale, purtroppo, nonostante sia ricca d’arte storicizzata è ancora indietro a livello internazionale perché non sappiamo trasformare l’arte in bene economico».
«Noi italiani siamo ultimi in questo senso – conclude la Direttrice – in quanto il diritto dell’arte ha un alto livello di “opacità”, cioè è molto difficile stabilire a chi appartenga realmente un’opera nel caso in cui l’autore la disconosca, muoia oppure i discendenti dello stesso autore la disconoscano: in questi casi, i contenziosi che si attivano sono davvero di difficile risoluzione e sfiduciano il mercato dell’arte nel nostro Paese».
La seconda sessione, promossa dalla FUIS – Federazione Unitaria Italiana Scrittori, membro della World Intellectual Property Organization WIPO, di IAF, di Euro Med Writers, di AAAE (Alliance of Authors’ Associations in Europe) e del Comitato Consultivo Permanente per il Diritto d’Autore in seno al MIBACT si è proposta di illustrare le iniziative di FUIS per gli artisti, in ragione del suo ruolo svolto in merito alla tutela della proprietà intellettuale e dei diritti che ne conseguono e ha visto, tra gli altri, l’intervento del direttore generale, Simone Di Conza, il quale ha concluso, rivolgendosi agli artisti ed esortandoli a difendere i propri diritti, con la frase: «Se è vero che la bellezza salverà il mondo, anche gli artisti devono pensare a salvare sé stessi».