lunedì, 23 Dicembre 2024
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Beni culturali, finanziati gli interventi per il miglioramento delle dimore storiche

ED ENTRO IL 31 GENNAIO 2021 LA RICHIESTA DI RICONOSCIMENTO DEI NUOVI ECOMUSEI

Nuova tranche di contributi per interventi su diversi palazzi storici siciliani.
Gli assessori dell’Economia Gaetano Armao e dei Beni Culturali, Alberto Samonà, hanno firmato il decreto che autorizza la ripartizione delle risorse stanziate per opere di manutenzione e abbellimento delle dimore storiche, grazie alle quali verranno realizzati interventi di miglioramento di cinque storici palazzi siciliani.

Beneficiari dei contributi sono proprietari, possessori o detentori di edifici a destinazione d’uso abitativo che siano stati, però, dichiarati di interesse culturale.
Lo stanziamento, che per il 2020 ammonta a € 736.980,56, andrà a finanziare le opere relative a “Villa dei Marchesi Carrozza” a Santa Teresa di Riva (ME), Palazzo Valguarnera- Gangi a Palermo, Palazzo Villadorata e Tonnara di Marzamemi a Pachino (SR) e il complesso monumentale della Tonnara di Scopello a Castellammare del Golfo (TP).

“L’intervento – sottolinea l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – rientra nella politica conservativa di beni culturali prevista dal Codice del 2002 e costituisce una forma di concorso alla spesa sostenuta dai privati, proprietari di edifici storici, per la messa in sicurezza e il mantenimento del decoro di edifici che, con la loro presenza, testimoniano la storia dei territori e ne rafforzano la bellezza e l’attrattività. Il Governo regionale – precisa l’assessore Samonà – sta investendo molto sul mantenimento e la riqualificazione del patrimonio monumentale regionale quale elemento di continuità storica e di salvaguardia dell’heritage. Contestualmente, infatti, sono in coso le opere di realizzazione degli interventi di riqualificazione dei Teatri e dei cine-teatri della Sicilia, alcuni dei quali rappresentano preziose testimonianze di architettura, come il neoclassico Teatro Garibaldi di Modica che solo pochi giorni fa è stato restituito alla pubblica fruizione dopo un intervento di riqualificazione che ne ha restituito l’originale bellezza”.

ENTRO IL 31 GENNAIO 2021 LA RICHIESTA DI RICONOSCIMENTO DEI NUOVI ECOMUSEI

Entro il 31 gennaio 2021 i soggetti che hanno svolto nell’ultimo triennio attività di Ecomuseo possono presentare istanza per ottenere il riconoscimento da parte della Regione Siciliana.
Sul sito dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali è stato pubblicato, infatti, il “Nuovo Formulario” al quale dovranno essere conformate le istanze che verranno istruite dalle Soprintendenze dei Beni Culturali dei territori in cui ricade l’Ecomuseo e valutate dal Comitato tecnico-scientifico istituito presso l’assessorato dei Beni culturali.


Creati con la legge regionale n. 16 del 2014, gli Ecomusei rappresentano una forma di museo diffuso attraverso cui si mira a conservare, comunicare e rinnovare l’identità culturale di una comunità che si trova su un territorio geograficamente, socialmente ed economicamente omogeneo, caratterizzato da un’eredità storico -culturale, paesistica e ambientale omogenea.


“Possiamo considerare l’Ecomuseo – dice l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – come un vero e proprio “patto” attraverso cui una comunità decide di farsi carico del proprio territorio e si impegna per la salvaguardia e la valorizzazione attraverso un progetto condiviso e integrato di tutela, valorizzazione, manutenzione e produzione culturale con lo scopo di migliorarne anche l’economia. E se i cittadini si impegnano nella valorizzazione del proprio territorio – sottolinea l’assessore Samonà –  il Governo regionale non si tira indietro e fa la propria parte sostenendo con proprie risorse l’intero processo di valorizzazione e promozione al fine di rafforzare l’identità, aumentare l’attrattività dei luoghi, favorire la rinascita delle attività economiche legate al territorio, accrescere la residenzialità”.


La domanda di riconoscimento di un Ecomuseo è legata alla fattibilità dei progetti e si esprime attraverso le attività realizzate. Proprio per questo viene richiesto ai soggetti proponenti di “raccontare” la propria visione del territorio attraverso le iniziative messe in atto e le strategie di valorizzazione e promozione previste, descrivendo nel dettaglio il modo in cui la comunità locale si sente – anche attraverso un “patto di comunità” – parte attiva del progetto di animazione culturale dell’Ecomuseo.


Le domande presentate verranno sottoposte al vaglio della Commissione istituita presso l’Assessorato dei Beni Culturali che dovrà valutare l’attività svolta e le caratteristiche dell’area in cui opera l’Ecomuseo con evidenza dei fattori che la determinano dal punto di vista economico, sociale, culturale, di accesso nonché alle modalità attraverso cui si intende contrastarli, ridurli, mitigarli.
Ecomusei come strumenti di rilancio, quindi, capaci di definire una pianificazione turistica sostenibile che valorizzi il territorio regionale attraverso iniziative, percorsi e itinerari di visita che favoriscano la conoscenza e la comprensione degli ambienti naturali e del patrimonio territoriale nelle sue componenti ambientali, storico-culturali, produttive e demo-etno-antropologiche.

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