martedì, 19 Novembre 2024
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Beni Culturali, a Marsala al via i lavori per il nuovo Museo degli Arazzi

Ad Aidone "I cantieri dell'Identità" per valorizzare i borghi dell'Isola. Dal 13 al 17 dicembre a Palazzo Abatellis e Palazzo Mirto, a Palermo, in scena “Cuor/Anima - Musica, dialoghi e gusto”. Messina: dal 21 al 26 dicembre Natale al Mu.Me. con biglietto a 2 euro e, nel 113° anniversario del terremoto, si espone il patrimonio di immagini e documenti

Al via i lavori per il restauro della Chiesa del Collegio dei Gesuiti di Marsala dove troverà sede il “Museo diocesano degli Arazzi e del patrimonio tessile antico”.

I lavori, saranno realizzati dalla A.T.I. COSER S.r.l. e D’Alberti Costruzioni per un importo complessivo di 1.837.999,55 euro.

Il nuovo allestimento museale accoglierà gli otto preziosi arazzi fiamminghi per i quali si è appena concluso, presso l’Oratorio dei Bianchi di Palermo, il restauro, curato dall’assessorato regionale dei beni culturali e dell’Identità siciliana, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Trapani in collaborazione con la Soprintendenza di Palermo.

E da oggi, gli otto arazzi saranno custoditi proprio a Marsala a cura della stessa chiesa Madre, in attesa che, a lavori ultimati, possano essere esposti e ammirati da tutti.

Il progetto per il nuovo allestimento del Museo degli Arazzi, redatto dall’Arch. Luigi Biondo, dal geom. Giovanni Garofalo e dalla Dott.ssa Eleonora Romano con RUP l’arch. Roberto Monticciolo, prevede il completamento del restauro dei locali e l’allestimento della sala.

Le scelte progettuali sono state orientate da alcune esigenze importanti: accogliere gli arazzi in ambienti con un trattamento dell’aria ed una stabilizzazione della temperatura e dell’umidità tali da evitare il deterioramento delle opere, consentire una lettura unitaria del racconto espresso nelle scene raffigurate negli arazzi, garantire la percorribilità e la visita della struttura anche ai disabili, in sicurezza.

Gli arazzi

Gli otto arazzi fiamminghi che compongono la collezione di Marsala rappresentano un raro e pregevole esempio di arte tessile e pittorica della cultura europea del XVI secolo. Sin dal 1589 appartengono al patrimonio della chiesa Madre di Marsala alla quale furono lasciati per testamento da Mons. Antonino Lombardo, già canonico della cattedrale di Mazara e arciprete di Marsala, cui erano stati donati dalla Corte spagnola.

La leggenda narra che la Regina d’Inghilterra, Maria I Tudor figlia di Enrico VIII, durante una tempesta abbia trovato riparo nel porto di Marsala e sia stata ospitata da Mons. Lombardo, apprezzato uomo di cultura e di fede, che in breve divenne confessore della regina e suo apprezzato consigliere culturale. In segno di gratitudine e come compenso per i servigi resi alla corte, il prelato ricevette in dono la collezione di otto arazzi che, alla sua morte, lasciò alla Chiesa Madre di Marsala con l’obbligo che non fossero mai dispersi né spostati in altro luogo.
Questa raccolta di rilevante pregio è la più importante in Italia dopo quella conservata a Napoli nel Museo di Capodimonte.

I pregiati arazzi – le cui dimensioni sono di circa 350 cm di larghezza per 500 cm di altezza – raccontano la Guerra tra Romani e Giudei del 66 d.C.. Nonostante il riferimento storico sia ben preciso, le scene si prestano ad un’interpretazione di tipo allegorico poiché negli episodi narrati l’iconografia non rispetta la cultura ebraica e romana di quel tempo quanto, piuttosto, i costumi, i riferimenti e gli oggetti che riconducono al periodo della realizzazione dei manufatti (tardo ‘500) utilizzati in questo caso come metafora per accedere alla clemenza di Filippo II nei confronti dei Calvinisti olandesi. Così come l’Imperatore romano era stato benevolo nei confronti degli ebrei si auspicava, infatti, che Filippo II lo fosse verso coloro che professavano la nuova fede che così ampie scissioni aveva provocato nel mondo cattolico.
Ogni arazzo rappresenta più scene: almeno due in primo piano ed altre sullo sfondo.

Gli arazzi sono stati esposti per lunghi periodi nella zona absidale della chiesa Madre non ricevendo mai particolare attenzione. Nel 1893, però, tornarono alla ribalta della cronaca quando un crollo interessò la cupola che li sovrastava e si pensò di venderli per ricavarne somme sufficienti alle riparazioni.

Nel 1965 la Regione provvide al restauro di alcuni degli arazzi che versavano in pessime condizioni di conservazione e due di loro vennero esposti, tra il 1970 ed il 1971, in occasione dell’ottava mostra di opere d’arte restaurate. Fu solo nella prima metà degli anni ’80 che gli arazzi trovarono ospitalità all’interno di un piccolo museo che si trovava al confine con l’abside della Chiesa Madre.

Per quasi quattro secoli gli arazzi non vennero mai esposti e furono conservati in maniera inadeguata in casse di legno presso ambienti piuttosto umidi. Solo nel 1984, grazie all’impegno dell’arciprete Andrea Linares e dell’Assessorato regionale dei Beni culturali, ottennero sistemazione in un piccolo edificio nel centro della città e di proprietà della Chiesa Madre, il Duomo di San Tommaso di Canterbury: il legato testamentario del Vescovo Lombardo poneva, infatti, la condizione che essi rimanessero sempre all’interno del perimetro della parrocchia, pena la loro devoluzione alla Curia vescovile di Mazara. La chiesa del Collegio dei Gesuiti, scelta per la definitiva collocazione come sede museale, dista poche centinaia di metri dall’ultimo luogo di esposizione, garantendo il rispetto delle condizioni testamentarie.

Aidone (Enna): “I cantieri dell’Identità” per valorizzare i borghi dell’Isola.
Lunedì 13 dicembre appuntamento con le realtà della provincia di Enna

Sarà Morgantina-Aidone ad ospitare, per la provincia di Enna, il prossimo incontro de “I Cantieri dell’Identità”, il progetto voluto dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, dedicato ai paesi, ai borghi e alle “piccole patrie” di Sicilia, con particolare riferimento alle comunità costituite da un numero inferiore ai diecimila abitanti.

Presso il Museo archeologico regionale di Aidone, lunedì 13 dicembre alle 16,30, alla presenza del Sindaco Sebastiano Chiarenza, del Prefetto di Enna, Matilde Pirrera e del direttore del Parco archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale, Liborio Calascibettal’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, illustrerà il progetto, fornendo anche importanti informazioni sulle strategie di promozione dei borghi inserite nell’ambito del PNRR di grande interesse per gli amministratori e gli operatori culturali dell’area.

Insieme all’assessore Samonà interverranno l’assessore al Patrimonio culturale e al Turismo del Comune di Aidone, Serena Raffiotta insieme a Pippo Simone e Salvatore Bartolotta in rappresentanza dell’Associazione dei Borghi più belli d’Italia. A coordinare i lavori sarà la professoressa Fulvia Toscano, referente del progetto “I Cantieri dell’Identità”.

Gli appuntamenti fin qui realizzati, a Montalbano Elicona, per la provincia di Messina, a Geraci Siculo, per quella di Palermo, a Sambuca di Sicilia per la provincia di Agrigento, hanno visto una corposa e costruttiva partecipazione sia di amministratori che di operatoti del mondo della cultura, della promozione del territorio, delle attività produttive, delle pro-loco e degli enti territoriali. Le realtà sino ad ora coinvolte hanno risposto con entusiasmo a questo invito dell’Assessorato che si configura, nel metodo, come un’importante e innovativa modalità di chiamata al confronto con le realtà che operano a diverso titolo nei territori, per una concertazione di strategie basate sulle reali necessità dei paesi e sulle soluzioni possibili.

Un modello che diviene tanto più significativo se letto alla luce dell’attuale situazione di emergenza diffusa, nella prospettiva di un rilancio proprio delle zone interne, delle micro realtà e delle Identità locali.

Palermo. Dal 13 al 17 dicembre a Palazzo Abatellis e Palazzo Mirto

in scena “Cuor/Anima – Musica, dialoghi e gusto”

Al via la prima edizione di “Cuor/Anima – Musica, dialoghi e gusto”, un progetto culturale – in programma da lunedì 13 (ore 21.00) a venerdì 17 dicembre a Palazzo Abatellis e Palazzo Mirto – curato dal Maestro Pietro Ballo e del manager Francesco Panasci, sostenuto dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana con la produzione dell’Associazione Culturale ECU – European Culture University.

Si tratta di una rassegna che nasce dalla virtuosa collaborazione tra il Maestro Pietro Ballo e il manager e regista Francesco Panasci per guardare alle prossime festività natalizie con un’attenzione particolare alla cultura. Le iniziative in programma metteranno in scena performance musicali e culturali, con l’intento di raccontare le nostre tradizioni e l’identità culturale a partire dai suoi artisti e da alcuni luoghi particolarmente significativi di Palermo, come l’Abatellis e Palazzo Mirto. Un “ventaglio” di proposte che coinvolge tutti i sensi e che, in pieno periodo natalizio, si apre e svela suoni, stili e gusti proposti attraverso diverse generazioni di artisti, musicisti solisti, cori, orchestre, dialoghi e piatti tipici della tradizione, legati dal comune denominatore secondo cui i luoghi dell’anima, custodi di bellezza e di storie universali, sono palcoscenico naturale per trasmettere l’immagine di una Sicilia fortemente connaturata alla sua identità e alla sua storia.

Il programma

Cuor/Anima si apre lunedì 13 dicembre 2021 alle ore 21 nell’Atrio di Palazzo Abatellis con il “Concerto di Santa Lucia” per orchestra e coro lirico. Protagonisti saranno l’Orchestra Arturo Toscanini diretta dal Maestro Michele La Cagnina, il Coro Lirico Siciliano, diretto dal Maestro Francesco Costa, con il soprano Chiara Fiorani e il baritono Davide Romeo. Eseguiranno musiche di Giuseppe Verdi, A. Adams, G. Gershwin, N. Piovani, E. Morricone, E. Di Capua, S. Cardillo , J.F. Wade, F. Lehàr.

Martedì 14 dicembre 2021, alle ore 21 alla Sala delle Croci di Palazzo Abatellis andrà in scena il “Concerto del Cuore” con Dalila Virga (soprano), Davide Romeo, (baritono), Tetra Kordes (strumenti a pizzico), Davide Rizzuto (violino) e Luca Policarpo (pianoforte).

Venerdì 17 dicembre 2021 alle ore 18 nel Salone del Baldacchino di Palazzo Mirto, è la volta di Carlo Spallino Centonze che racconterà “L’identità Siciliana nei piatti e nei riti del Natale”: un modo per entrare nell’atmosfera natalizia mediante la storia di alcuni piatti tipici che raccontano l’essenza profonda della Sicilia.

A seguire, sempre a Palazzo Mirto, il concerto della “Ecu Wind Ensemble”, che proporrà un repertorio di musiche da film e del Natale. L’Ensemble, diretto dal Maestro Salvatore Ferraro, è formato da strumenti a fiato e voce.

Tutte le performance saranno presentate da Barbara Lipari e Maurizio Midulla.

L’ingresso al pubblico sarà consentito soltanto a chi munito di green pass e dispositivi di sicurezza personali (mascherine), a titolo gratuito, fino ad esaurimento posti.

Per ulteriori informazioni, ecusicilia.it

Messina: dal 21 al 26 dicembre Natale al Mu.Me.

con il biglietto simbolico a 2 euro in onore a Caravaggio

Dal 21 al 26 dicembre nuova iniziativa dedicata alla valorizzazione delle opere del Caravaggio esposte al Mu.Me, il Museo interdisciplinare regionale di Messina.
Nella settimana di Natale, infatti, su iniziativa dell’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, si potrà visitare il Museo al prezzo straordinario di 2 euro.

Già lo scorso 29 settembre, in occasione di questa importante ricorrenza, l’Assessore Samonà si era fatto promotore di un’iniziativa con ingresso fortemente scontato proprio per rendere omaggio alle opere del Caravaggio.

Con l’occasione, a partire da giovedì 23 dicembre potranno essere visitate anche tre interessanti mostre che si aggiungono alla già ricca offerta del Museo.

In particolare saranno esposte, per la prima volta, sei opere del Caravaggismo, attualmente custodite nei depositi del MuMe, che incrementano l’esposizione di autori seguaci del Merisi: una preziosa occasione di confronto e riflessione. Le opere costituiscono documenti pittorici dei maggiori artisti attivi nell’area culturale determinata a Messina a partire dal passaggio di Caravaggio, documentato tra il 1608 e il 1609. Una proposta che avvia un percorso più ampio che condurrà ad una futura esposizione dedicata alla pittura dei Caravaggeschi a Messina. Le opere individuate appartengono al repertorio di Rodriguez, Minniti e Comandè.

Per gli amanti del fumetto – nelle sale dell’ex filanda Mellinghoff, già sede del Museo Nazionale – sarà allestita una seconda esposizione dedicata ai fumetti: “Illustrazioni e fumetti al MuMe”. La sezione, che comprende tavole che illustrano la storia del fumetto è dedicata ai tre artisti: BonaccorsoDe Domenico e Franchi che saranno presenti con una selezione antologica di opere che ne testimoniano l’impegno e la qualità. Il fumetto, considerata sino ad ora una forma di comunicazione leggera, ha trovato spazio all’interno dei Musei pubblici solo di recente.

Uno spazio della memoria, infine, riguarderà la mostra fotografica e storico-artistica “La città scomparsa: Chiesa e Monastero di S.Gregorio” con esposizione di opere d’arte provenienti dai depositi del museo, riguardanti una delle più preziose chiese di Messina distrutte dal terremoto del 1908 e l’annesso Monastero sede del Museo Civico Peloritano del 1806. Saranno esposti preziosi frammenti dei marmi che decoravano l’interno della Chiesa, dipinti, sculture ed elementi di arti decorative. Anche questa esposizione è stata realizzata grazie a un’attività di sponsorizzazione esterna.
La Chiesa e Monastero di San Gregorio furono edificati nella seconda metà del XVI secolo; in particolare il Monastero è stato sede del Museo Civico fino al 1908. Il terremoto e gli ingenti bombardamenti aerei dell’ultimo conflitto mondiale hanno portato ad un immenso depauperamento non solo del patrimonio monumentale ma anche di quello mobile.

Il Museo di Messina rappresenta il sito più importante per la ricostruzione del percorso storico- artistico e monumentale della città che, mancando all’esterno, può essere ricostruito attraverso i recuperi e i frammenti conservati nelle sale e nei depositi. L’Istituto si propone, attraverso una successione di mostre, di presentare al pubblico una selezione di quanto si conserva dei più importanti monumenti di Messina, oggi purtroppo scomparsi.

Messina: nel 113° anniversario del terremoto
la Soprintendenza dei Beni culturali di Messina
espone il patrimonio di immagini e documenti custoditi

A 113 anni dal tragico terremoto (28 dicembre 1908) che distrusse la città di Messina, la Soprintendenza dei Beni culturali ne ricorda i momenti drammatici e quelli della ricostruzione attraverso un’esposizione che si inaugura lunedì 13 dicembre alle 17 nell’ex Cappella del Buon Pastore (con ingresso da via Giacinto).

Ad essere messo in mostra sarà il materiale documentario ma anche le immagini e i progetti custoditi negli archivi e che consentono di effettuare una ricognizione di quello che fu l’immane lavoro per riportare la Città a condizioni di vivibilità: la rimozione delle macerie e l’abbattimento dei corpi irrimediabilmente distrutti, la ricontestaulizzazione di quanto rimasto ma anche la progettazione delle nuove opere.

L’iniziativa, dal titolo “113° Anniversario del Terremoto. Come l’Araba Fenice: il laboratorio della Rinascita. Immagini, carteggi e progetti di Messina tra passato, presente e futuro” si inserisce all’interno di una mostra diffusa che coinvolge diversi luoghi della Città.

Il termine laboratorio utilizzato per descrivere la mostra vuole simbolicamente indicare il luogo in cui è possibile adottare metodologie differenti, ricercare soluzioni innovative, riscoprire antiche memorie, come è stato per il complesso processo di ricostruzione della città di Messina dopo il terremoto del 1908.

La necessità di salvare il salvabile richiamò la presenza in città dell’archeologo Antonio Salinas, Direttore della Regia Soprintendenza ai Monumenti, con sede in Palermo; i materiali recuperati trovarono una prima sistemazione presso la spianata di S. Salvatore dei Greci, destinata poi a Museo.
L’architetto Francesco Valenti, inizialmente accanto al Salinas e, successivamente, nella qualità di Direttore dell’Ufficio Monumenti, continuò a seguire i progetti anche dopo il trasferimento a Palermo come Soprintendente. Le testimonianze dei due Soprintendenti evocano ancora oggi, attraverso le citazioni riportate nelle didascalie, lo scenario che si presentò ai loro occhi e che venne descritto nelle ricognizioni “Terremoto di Messina (28 dicembre 1908). Opere d’arte recuperate” e “Ispezione ai resti monumentali della Città di Messina dopo il disastro del 28 dicembre e calcolo sommario dei primi lavori abbisognevoli”.

La mostra si articola in cinque Sezioni che raccolgono testimonianze grafiche, fotografiche e documentali che narrano diversi aspetti della ricostruzione; la sezione dedicata ai ritrovamenti e scavi archeologici, mostra i rinvenimenti effettuati in maniera fortuita nei cantieri per le nuove fabbriche e le conseguenziali campagne di scavo. Quella relativa ai Monumenti perduti, descrive la demolizione di chiese e palazzi irrimediabilmente o fortemente danneggiati dal sisma.
La sezione dedicata ai Monumenti recuperati mostra gli interventi di restauro conservativo e le innovative ricostruzioni; quella dei Monumenti itineranti, mostra le audaci ricontestualizzazioni di statue e fontane monumentali nelle nuove sistemazioni urbanistiche.

Infine la sezione dedicata alle Nuove costruzioni in contesti monumentali, espone i progetti per la costruzione di nuove tipologie architettoniche residenziali in contesti ambientali di rilevanza storica.

L’esposizione è corredata da un approfondimento su “Paolo Orsi a Messina negli anni della Ricostruzione”, realizzato sulla base delle pubblicazioni dello studioso e arricchito da fotografie inedite provenienti dalla Soprintendenza di Siracusa e dell’Archivio digitale della Fondazione museo civico di Rovereto e da una breve rassegna in power point di riproduzioni fotografiche dell’Archivio Storico della Soprintendenza di Messina.

In particolare si segnala la storia dell’Ufficio Monumenti di Messina che dipendeva dalla Regia Soprintendenza ai Monumenti di Palermo e aveva inizialmente sede in un padiglione baraccato nei pressi del Duomo; nel 1917 venne trasferito in alcuni locali in via Natoli, attrezzati per lo sviluppo dei progetti con una sala da disegno.

L’Ufficio raccolse un’interessante documentazione grafica e fotografica; durante i recuperi, quest’ultima fu richiesta con urgenza alla Soprintendenza di Palermo per il riconoscimento dei frammenti e in parte venne prodotta localmente avvalendosi di una camera oscura allestita in uno dei depositi nei pressi del Duomo. Si conservano inoltre scatti di autori fra i più sensibili nella storia della fotografia come Anderson, Brogi e Sommer, impegnati dopo il sisma a riprendere i resti monumentali della città.

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