Cerda 29.10.2019 – Poteva essere una bella giornata di sport, una di quelle che restano impresse nella mente dei piloti che vi prendono parte, del pubblico ed anche, perchè no, nei ricordi degli organizzati, in questo caso l’ACI Palermo guidato da Angelo Pizzuto ed il Targa Racing Club di Salvatore Riolo ed invece, la bella giornata di sport, per fortuna conclusasi senza conseguenze gravi per i driver, stava per trasformarsi in tragedia.
Ma andiamo per gradi: aria di festa, sabato 26, alle Tribune di Cerda, ribattezzate da qualche tempo Floriopoli, per l’ultimo appuntamento dell’anno, almeno per quanto riguarda le cronoscalate. I partecipanti, 28 iscritti tra le moderne e 37 tra le storiche, si sono ritrovati simpaticamente per le verifiche tecnico-sportive e tra questi anche coloro i quali, nel corso della stagione, come sempre tiratissima, avevano avuto qualche piccolo screzio, magari nato banalmente sui social e poi trasferitosi sui campi di gara. La maggior parte di questi si sono stretti la mano ed hanno seppellito con una risata ed un abbraccio, l’ascia, si fa per dire, di guerra.
Al sabato notte, mentre entrava in vigore l’ora solare che vedeva spostate indietro di 60’ le lancette, la pioggia copiosa e fitta, ha inondato le colline intorno a Cerda e con queste anche i 6,500km del percorso di gara, situazione che, alla domenica, pur se la giornata è stata accompagnata da timido sole, ha tenuto umido l’asfalto che è comunque di per se stesso scivoloso, tanto che ai tempi della gloriosa Targa Florio, allora valida per il Campionato Mondiale marche, i piloti l’affrontavano, specie nel corso del primo giro (72Km) che partiva di buon mattino, con attenzione e perizia.
Le due manche di prove cronometrate, si svolgevano comunque senza intoppi e senza nessun serio incidente ma poi, venuto il momento d’affrontare la prima della due manche di gara vere e proprie, quelle che sancivano appunto, il vincitore assoluto, i piloti si sono buttati a capofitto e con grande coraggio, lungo i veloci tornanti che dalle Tribune conducano al primo caseggiato di Cerda, non risparmiando le vetture ed assumendosi, così come fanno naturalmente tutti coloro che indossano tuta e casco e che si calano nell’abitacolo di un’auto da competizione, rischi di una certa consistenza.
Così, vuoi a causa delle condizioni dell’asfalto alle quali abbiamo già fatto riferimento, vuoi per le sempre più penose condizioni del percorso di gara, dissestato e pieno di dossi, lungo il quale sono state poste sapientemente ben tre barriere di rallentamento, si verificava l’incidente delle Porche 911 di Claudio La Franca (Ro Racing), esperto conduttore del Team SPM di Stefano Dolce, il quale decollava in una scarpata e si fermava, dopo essersi ribaltata diverse volte, tra le fitta vegetazione sottostante il manto stradale.
Sin troppo concitate, dobbiamo scriverlo per dovere di cronaca, le voci di qualche Commissario di Percorso che lasciatosi prendere troppo dal panico, cosa che mai un Commissario dovrebbe fare, ha subito invocato a gran voce ed in simultanea, la bandiera rossa, l’ambulanza e l’immediato blocco delle partenze.
A placare gli animi ed a consentire la giusta esecuzione dei soccorsi, ci ha pensato il Direttore di gara Michele Vecchio. L’auto, una bella Porsche 911 Sc di colore verde, è andata totalmente distrutta, ma il bravo Claudio La Franca, benchè intontito dai colpi subiti durante i vari urti conseguenti l’uscita di strada, non ha riportato che varie contusioni, tutte riscontrate e refertate all’Ospedale di Cefalù, dove è stato immediatmente trasportato precauzionalmente per accertamenti.
Poi l’incidente occorso a Natale Mannino (Island Motorsport) che ha messo fuori causa, non solo uno dei certi protagonisti della gara, ma anche una delle vetture, la Porsche 911 SC Gruppo B, del Team Guagliardo, la quale sarebbe stata, così come aveva dimostrato sin dalle prove, tra le sicure protagoniste.
Non c’è quindi stata storia ed ha vinto la vettura ed il pilota favoriti alla vigilia: la Stenger BMW di Salvatore Riolo, alla seconda affermazione in carriera nella gara di casa. Dietro di lui, staccata di oltre 9” dalla Porsche 911 SC del pilota-preparatore Domenico Guagliardo (Island Motorsport) ritratto nella foto di Claudia Scavone; terzo posto per la Lucchini Sp90 di Antonio Piazza (Armanno Corse), seguito dalla Osella PA 6/90 di Andrea Barbaccia (ASPAS), alle cui spalle giungeva il non più sorprendete, perchè è ormai una vera realtà, Pierluigi Fullone, con la BMW 2002 Ti, il quale riusciva a mettere alle sue spalle la Fiat 128 di Salvatore Caristi (Phoenix), la BMW 2002 Ti di Marco Russo (Etna), la Porsche Carrera Rs di Raffaele Picciurro , la Porsche 911 Sc di Mauro Lombardo (Island Motorsport) e la bella Alfa Romeo Gt di Quintino Gianfilippo (Project Team).
Questa sopra descritta, visto il sopraggiungere della sera, è stata la classifica finale che ha lasciato l’amaro in bocca agli spettatori ed anche ai piloti, i quali si sino visti negare la possibilità di effettuare la seconda manche di gara che sarebbe stata quella decisiva per le classifiche di vetture moderne e storiche.
Per quanto riguarda le vetture moderne, aggregate alle storiche le quali lottavano invece per l’ultimo atto del Campionato Siciliano Salite riservato alle veterane, ha prevalso la F.Gloria C8 di Francesco Caruso che ha preceduto la Osella PA21Jr di Ninni Rotolo (Project Team), la Peugeot 208 T16 di Ernesto Riolo, la Peugeot 207 di Roberto Lombardo , la Osella PA 20 S di Rocco Aiuto (AC festina lente), la Osella PA20 S di Ciro Barbaccia (ASPAS), le Peugeot 106 di Domenico Budano (MT Nisseno), la Renault Clio di Alessio Profeta, la Peugeot 106 di Andrea Licata e la Fiat 500 Suzuki di Salvatore Naselli (Catania Corse) decimo classificato.
Dichiarata conclusa la gara, la gran parte dei piloti ha riportato le vetture ai box e lì una vera apoteosi: buio più o meno pesto, fatto salvo per un solo punto luce attivo, comunque insufficiente ad illuminare tutto lo storico complesso motoristico; fango dovuto alle piogge della notte precedente e la situazione si è fatta veramente tragica ed io personalmente, mi consentono i lettori la personale puntualizzazione, sono stato preso dall’angoscia e da un intimo ed irrefrenabile dolore, nel vedere in quella situazione spettrale il vero “Tempio” dell’Automobilismo che non è sicuramente da meno di Le Mans o di Indianapolis, solo per citare due le più conosciute al mondo sedi di importanti manifestazioni internazionali. Una condizione della quale la ex Provincia Regionale dovrebbe farsi carico, ponendo fine a questo lento ed a quanto pare inarrestabile declino che porterà, prima o poi, a crolli sostanziali ed al disfacimento di un sito dal quale, in altre Regioni, ammettiamolo, si trarrebbero tratti vantaggi economici ed occasioni di turismo non indifferenti.