Con l’arrivo dell’estate si manifesta il triste problema dell’abbandono dei quattro zampe. Per le strade aumentano i cani e i gatti vaganti, privi di cibo, cure e soprattutto dagli occhi sofferenti per la separazione dalla famiglia a cui sono legati. È in questo periodo, dunque, che il randagismo prende il sopravvento e diventa ancora più difficile da contrastare e da tollerare: se da una parte, infatti, emergono contesti di marginale applicazione delle leggi in merito alla tutela degli animali, dall’altra non mancano soluzioni (se così si possono chiamare) intraprese da privati, sfociate in episodi di maltrattamento e di morte del randagio. Ci riferiamo ad esempio a quanti purtroppo – e le notizie sono all’ordine del giorno – non esitano ancora oggi a servirsi di mezzi barbari e inaccettabili, come polpette avvelenate e trappole, “infischiandosene” della legge e rimanendo spesso impuniti. Volontari e associazioni animaliste si impegnano attivamente per la difesa dei quattro zampe, ma i loro sacrifici non sempre vengono ricompensati e i loro interventi, seppure significativi, senza un accurato riscontro da parte delle Istituzioni e dei cittadini non risultano decisivi.
Se, dunque, incrementare i controlli e la sterilizzazione sul territorio appare il rimedio più risolutivo, è anche necessario che ognuno faccia la propria parte, sensibilizzando ed educando al rispetto degli animali come creature viventi. Alla base dell’abbandono e del randagismo, infatti, non può che esserci una questione di mentalità e cultura. Provate ad immaginare che un cagnolino venga regalato ad una bambina: i due diventano inseparabili, giocano e crescono insieme. Ma non appena arrivano le vacanze estive tutto cambia:il cane diventa un peso, un fastidio da togliere e, lasciato sul ciglio di una strada, si ritrova solo e senza meta. Vaga disorientato con gli occhi colmi di sofferenza e con la continua speranza di rivedere chi in passato gli è stato accanto. L’abbandono è per l’animale una condanna a morte.
Questa prassi che tende ad accentuarsi maggiormente all’inizio della bella stagione, è anche lo spot della campagna solidale contro il randagismo e l’abbandono, promossa e inaugurata in questi giorni dall’on. Michela Vittoria Brambilla, Presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente.
«Nessuno sa esattamente – ha commentato l’on. Brambilla – quanti siano gli animali vittime dell’abbandono e della riproduzione incontrollata. Di certo sono tantissimi, centinaia di migliaia, soprattutto cani e gatti, e certamente vivono una vita miserabile, fatta di fame, di sofferenze, di pericoli continui. La vita del randagio non ha nulla di ciò che ingenuamente le attribuisce una visione romantica delle cose: è un incubo vissuto da creature deboli e dimenticate, senza famiglia, senza rifugio, ignorate quando va bene, maltrattate ed abusate se va male. Abbandonare un cane vuol dire condannarlo a morte. Questa è la realtà. La conosce molto bene chi, come noi della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, lavora sul campo per assistere gli animali, promuovere le adozioni, educare alla responsabilità i proprietari, sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, contrastare i traffici illegali. Abbiamo imparato, grazie ai nostri sostenitori, che le storie più tristi possono avere un lieto fine, quand’è la generosità a scriverlo».
Fino al 28 maggio si potranno, infatti, donare due euro con un sms da cellullare o chiamando da rete fissa il numero 45501. Il ricavato verrà utilizzato per aiutare gli animali in difficoltà e contrastare il randagismo. Diffondere il messaggio della campagna è anche un modo per raggiungere quanti hanno l’infelice intenzione di abbandonare per strada il proprio animale, affinché si ravvedano e scelgano di non voltare le spalle al proprio amico.