Nuove segnalazioni di reperti sommersi sono giunte in questi giorni alla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, diretta da Ferdinando Maurici. Il primo reperto è stato segnalato da Marcello Consiglio, dipendente dell’Assessorato regionale dei Beni culturali che, durante un’immersione nell’isola di Linosa, ha individuato sul fondale un ceppo in piombo di ancora e un’anfora apparentemente intatta, forse di età tardo romana (potrebbe ipoteticamente essere una Keay XXIII/Lusitania IV/Almagro 51 di fine III-IV secolo d.C.). Sono già state attivate le indagini per un approfondimento sul ritrovamento.
Un secondo reperto a Pozzallo, in provincia di Ragusa, dove le “Secche di Circe” continuano a restituire tracce degli innumerevoli naufragi avvenuti fin dall’antichità. In una zona delle secche, abitualmente frequentata da pescatori in apnea, infatti Antonino Giunta, collaboratore volontario della Soprintendenza del Mare e componente del Gruppo Subacqueo dell’associazione culturale BCsicilia, ha individuato quelle che sembrerebbero essere a un primo sguardo le tracce di un relitto.
Su autorizzazione della Soprintendenza del Mare, l’associazione con Gaetano Lino e Antonino Giunta ha effettuato una serie di prospezioni subacquee documentando, con un rilievo tridimensionale, che evidenzierebbero un sito lungo circa 14 metri e largo 5.
Il ritrovamento, che sembra essere costituito da legni lavorati e rivestiti da lamine di piombo, diversi elementi plumbei e tavole di fasciame affioranti tra le pietre di zavorra, induce la Soprintendenza ad avviare ulteriori indagini subacquee per stabilirne la consistenza.
Il subacqueo, a seguito dell’individuazione di un ammasso di pietre, diverse concrezioni metalliche e alcuni elementi lignei affioranti, aveva tempestivamente avvertito l’archeologo della Soprintendenza del Mare, Fabrizio Sgroi e il nucleo navale della Guardia di Finanza di Pozzallo.
“La stagione estiva – evidenzia l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – aumenta il numero delle segnalazioni di reperti archeologici marini pervenute alla Soprintendenza del Mare e arricchisce di nuovi elementi il patrimonio culturale della Regione. É importante ricordare a tutti quegli amatori che durante un’immersione dovessero imbattersi in un ritrovamento che, come previsto dalla normativa, chiunque rinvenga un Bene culturale sott’acqua, è obbligato a darne tempestiva comunicazione all’autorità: alla Soprintendenza del Mare o alle forze dell’ordine o al Sindaco del Comune di pertinenza, entro le 24 ore”.
Identificato il relitto di Gliaca di Piraino
Il relitto del piroscafo di Gliaca di Piraino (ME), segnalato per la prima volta nel 2019 dal subacqueo messinese Carmelo La Monica, ha, finalmente, un nome e una storia. Si tratta della nave svedese “Steam Ship” “Cambria” ex “Ernst Merck”, realizzata interamente in ferro a propulsione mista vapore e vela di oltre 1500 tonnellate, lunga 69,9 metri e larga 10,4, costruita a Nyköping nel 1858. La ricostruzione dell’identità del relitto si deve al lavoro certosino e di ricerca storico-documentale del subacqueo Giuseppe Condipodero Marchetta e dell’ispettore Onorario della Soprintendenza del Mare per i Beni culturali subacquei della provincia di Messina, Gianmichele Iaria, i quali grazie anche a numerosi rilievi subacquei che hanno potuto risalire all’esatta individuazione del relitto che era stato individuato in un primo momento come una presunta motozattera della Regia Marina. Sullo sfondo delle grandi trasformazioni industriali della prima metà del XIX secolo, che hanno dettato una profonda evoluzione della marineria e delle rotte marittime, l’innovativo progetto della nave a vapore più grande costruita nei paesi nordici in quell’anno, prese il nome dal banchiere Ernst Merck, Console Generale d’Austria ad Amburgo, che ne finanziò la costruzione. Fu la prima “Steam Ship” svedese ad attraversare l’oceano Atlantico e l’equatore e nell’autunno del 1861 tornò in Svezia dove fu ampliata e convertita in nave passeggeri. Dopo il suo ultimo viaggio per portare migranti svedesi in Nord-America nel 1864, il fallimento dell’armatore Johan Holm ne determinò la vendita a J. Tomson, T. Bonar & Co a Londra. Nonostante la vita della “Ernst Merck” sia stata fin dall’inizio abbastanza travagliata e costellata da incidenti e danneggiamenti di rilievo, nel dicembre del 1868 viene cambiato il nome in “Cambria”. La scaramanzia e la superstizione attribuiscono a questo episodio l’affondamento dell’imbarcazione per avaria e maltempo, avvenuto davanti la costa di Gliaca di Piraino nel 1869. Con il supporto dell’Autorità marittima e per le finalità di tutela, anche per questo relitto verrà chiesta l’emissione di un’ordinanza di regolamentazione dell’accesso al sito subacqueo.
Tindari. Al teatro antico in scena i detenuti di Gazzi con “Storie di Liolà”
Mercoledì 20 luglio alle 20.30, il “Tindari Festival 22”, mette in scena “Storie da Liolá” tratto da Luigi Pirandello, su progetto ideato da Daniela Ursino, direttrice della Casa Circondariale di Gazzi e Tindaro Granata, direttore artistico. A calcare le scene saranno i detenuti della Casa circondariale di Gazzi (Messina) che partecipano al progetto Tindari a cielo aperto, nato dalla collaborazione tra il Parco archeologico di Tindari, la Casa Circondariale di Gazzi, il Tindari Festival, l’Associazione Culturale D’Arte Eventi e l’Università di Messina, con il patrocinio del Ministero della Giustizia e della Camera dei Deputati.
Detenuti e detenute si esibiranno insieme ad artisti e artiste del teatro italiano (attrici, attori, danzatrici, danzatori, musicisti) studentesse universitarie della facoltà Scienze Politiche e Giurisprudenza di Messina e dieci cittadine del Comune di Patti che per la prima volta abiteranno il Teatro Greco della propria città in veste di attrici. “Il progetto – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – vuole essere l’occasione per valorizzare l’esperienza della pratica teatrale come strumento di rieducazione, dimostrando l’efficacia di un’arte che si basa sul consolidamento delle relazioni umane, sulla fiducia e sul rispetto verso l’Altro e il gruppo. La rappresentazione che avrà come palcoscenico uno dei più suggestivi teatri antichi della Sicilia, sarà anche il momento conclusivo di un percorso che ha visto numerosi detenuti impegnati in un’esperienza dal forte impatto emotivo. Recitare in un tempio della storia della cultura della nostra Isola è, infatti, un modo per riconoscere nella bellezza uno strumento di riscatto sociale e di apertura al cambiamento”.
“STORIE DA LIOLÀ”. Tratto da Luigi Pirandello, in siciliano antico, è una speciale creazione per il Tindari Festival, grazie alla sinergia tra l’Associazione D’arte Eventi, il Tindari Festival, il Comune di Patti, la Casa Circondariale di Messina, il Parco Archeologico di Tindari, la Caritas Diocesana di Messina Lipari S.Lucia del Mela e l’Università degli Studi di Messina. Adattamento teatrale: Moni Ovadia, con Mario Incudine e Paride Benassi. Ideazione, Musiche originali e Regia di Mario Incudine. In scena gli attori detenuti della Libera Compagnia del Teatro per Sognare della Casa Circondariale di Messina: Alessio P. Salvatore B, Gaetano B, Angelo B, Emanuele C, Giovanni F, Giovanni P, Gaetano R, Francesco T, Domenico P, Lorenzo S. Voci fuori campo le attrici detenute della Casa Circondariale di Messina: Rita C, Assunta C, Sonia C, Vanessa M, Erminia T.
Attori e attrici: Mario Incudine, Giampiero Cicciò, Rita Abela, Federica De Cola, Aurora Miriam Scala. Musici: Antonio Vasta, Pino Ricosta, Michele Piccione, Manfredi Tumminello. Studentesse Curtigghiare: Alice Buggè, Dorina Damani, Giulia Lanfranchi, Cristina Maiorana, Adriana Malignaggi, Alessia Mazzù, Ilenia Mobilia, Angela Triolo, Gaia Vizzini. Ballerine e ballerino: Chiara Costa, Maria Luisa Cucinotta, Giulia Nunnari, Chiara Paladino, Rebecca Pianese, Chiara Rizzo, Daniele Sciarrone
Le signore Curtigghiare di Tindari: Mary Alessandro, Aurora Casella, Maria Costanzo, Serena De Luca, Lorella Finocchiaro, Francesca Gulino, Antonella Lembo, Carmelina Lipari, Tindara Sciammetta, Titti Spinella. Aiuto regia: Antonio Previti. Assistente alla regia: Moreno Pio Mondì. Formatori artistici degli attori detenuti: Giampiero Cicciò e Antonio Previti. Coreografie: Mariangela Bonanno e Alice Rella (Gli altri professionisti e professioniste organizzative che contribuiscono alla realizzazione di questo evento sono in locandina).