Un Caravaggio per ricordare il piccolo Aylan, un tributo simbolico a tutte le vittime migranti. La tela scelta dalle Gallerie degli Uffizi, un Amorino, un angelo profondamente addormentato, si pone come omaggio al bimbo siriano morto sulla spiaggia turca, ma anche ai tanti piccoli che sono nati in mare, durante la migrazione, o coloro che sono riusciti a sopravvivere grazie ai soccorsi. Il dipinto giunge a Lampedusa, con moltissime altre opere prestate dai principali musei dell’area del Mediterraneo, per formare il primo nucleo espositivo del Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo, che sarà inaugurato venerdì 3 giugno nell’isola siciliana. In questa occasione aprirà le porte anche il Museo Archeologico delle Pelagie, nato dal grande impegno della Regione Siciliana e della Soprintendenza ai Beni Culturali e Archeologici della Provincia di Agrigento guidata da Caterina Greco.
È prevista la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Ministro della Cultura Dario Franceschini, del Sindaco di Lampedusa e Linosa Giusi Nicolini, dei direttori dei musei che partecipano all’iniziativa.
Il museo nasce da un progetto di First Social Life con il Comune di Lampedusa e Linosa ed il Comitato 3 ottobre, a cura di Giacinto Palladino e Alessandro de Lisi con Valerio Cataldi; in collaborazione con il Mibact, la Regione Siciliana, la Soprintendenza di Agrigento, il Ministero della Cultura della Tunisia, l’Istituto Nazionale del Patrimonio della Tunisia e con l’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi.
Primo social partner è la Fondazione Falcone, il museo è nato solo grazie al sostegno di privati: Coop Alleanza 3.0, Cariparma/Credit Agricole, Open Group, Seacoop, Consorzio L’Arcolaio, Camelot, Società Dolce, Cooperativa Sociale Cadiai, Bassmart del Gruppo Bassilichi.
Partner sono anche la Rai con l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti italiani, che ha aderito al museo e al progetto complessivo, così come l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra. Ma anche Radio Città del Capo/Radio Popolare Network.
Tutto il progetto è reso possibile grazie all’importante sostegno del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e dell’Aeronautica Militare, con il Comando Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri.
“Un progetto di promozione della cultura della responsabilità sociale nel Mediterraneo, attraverso la funzione civile e la poetica dell’arte. Non è una mostra sul Mediterraneo, bensì un racconto politico della gloria della persona, un’occasione di indagine sulle radici comuni – spiegano i curatori Palladino e De Lisi, gia autori del progetto museale a Casal di Principe nel Casertano, che ha portato, lo scorso anno, inestimabili opere d’arte nella Terra dei Fuochi -. Da Tunisia, Francia, da altri Paesi mediterranei, giungono opere per sottolineare il bisogno di un nuovo patto di fiducia basato sull’accoglienza e sulla cultura molteplice del Mediterraneo”. Alle Gallerie degli Uffizi è stato chiesto di essere l’istituzione capofila di questo primo museo italiano dedicato a chi migra da una sponda all’altra, non importa quale sia la partenza o dove sia l’arrivo.
In queste ore un ponte comune organizzato dalle Forze dell’Ordine sta facendo giungere a Lampedusa il primo corpus di opere dalle Gallerie degli Uffizi , dal Museo del Bardo di Tunisi, dal Mucem di Marsiglia, dal Museo Storico Navale della Marina Militare e dal Museo Correr di Venezia, dal Museo Pelagalli “Mille voci mille suoni” (Bologna), dalla Biblioteca Panizzi (Reggio Emilia), dal Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina (TP), dal MUDIA di Agrigento, dai musei Abatellis e Salinas, e dalla Fondazione Sicilia – Villa Zito (Palermo).
In mostra anche una speciale sezione “della memoria” con reperti originali del naufragio – poi ripreso da Gianfranco Rosi in “Fuocoammare“, Rai Trade -, disegni di un ragazzino, Adal che narrano le torture del sanguinario regime eritreo contro chi fugge dai campi e viene ripreso; e alcuni disegni di una piccola bimba siriana, insieme ad un frammento bellico della Seconda Guerra Mondiale.