Palermo – Due facce della stessa medaglia sono andate in scena nei giorni scorsi in città: da una parte una tranquilla scuola elementare di periferia dove si svolgono regolarmente le lezioni, dall’altra una piazza del centro città gremita da studenti che protestano a viva voce. In entrambi i casi il filo conduttore è lo stesso: l’atavico problema delle strutture scolastiche e la carenza di aule nella provincia di Palermo. Un nodo da sciogliere ormai incancrenito che ci portiamo avanti da troppo tempo.
Ma andiamo con ordine. In via Santocanale a Partanna Mondello sorge una ampia struttura relativamente nuova, che ospita gli alunni della zona nel loro primo percorso formativo. Ci è stato segnalato di alcuni disagi dovuti alla chiusura di una parte delle aule nel plesso scolastico Giovanni Pascoli, che sorge a poche centinaia di metri e per questo motivo abbiamo incontrato la dirigente scolastica Rossella Liberto.
A lei abbiamo chiesto un punto della situazione:”Nell’interesse degli alunni e dei genitori abbiamo deciso di risolvere il problema della Giovanni Pascoli, ospitando nelle ore mattutine, alcune classi che non hanno trovato sistemazione nella loro sede di origine. La decisione, tengo a precisare, è stata presa in maniera collegiale e condivisa, in quanto è stato mio preciso obiettivo coinvolgere gli alunni, i genitori ed il corpo insegnanti. E lo abbiamo fatto attraverso le assemblee del consiglio di istituto, presenti tutte le parti in causa. Abbiamo così evitato i doppi turni ed assicurato la continuità scolastica sancita dal nostro ordinamento”.
In effetti agli occhi del cronista la situazione è apparsa tranquilla, nell’attesa che finalmente i lavori di ristrutturazione che stanno interessando la Giovanni Pascoli possano restituire nella sua interezza lo stesso plesso ad alunni, genitori ed insegnanti. Nel frattempo un plauso va alla dirigente scolastica per le idee chiare e l’efficienza con i quali ha gestito l’emergenza.
Ci spostiamo a piazza Verdi, venerdì mattina, dove un centinaio di studenti si sono riuniti per protestare per un problema analogo, dando così luogo ad un corteo autorizzato che si è snodato lungo la via Maqueda. E’ una protesta che si preannuncia calda nei prossimi mesi, in seguito alle polemiche sulla riforma della “Buona Scuola” del governo Renzi.
Nel dettaglio sono stati gli studenti del Liceo socio Psicopedagogico e Linguistico Danilo Dolci a riunirsi in corteo per protestare per le condizioni di inagibilità in cui si trova la succursale di viale dei Picciotti, che ha portato all’istituzione dei doppi turni, allo smistamento di alcune classi in altre strutture scolastiche e la chiusura di alcune aule di laboratorio.
Le rivendicazioni dei ragazzi erano chiare in quanto gli slogan sono stati gridati a gran voce anche attraverso i megafoni e spaziavano dalla richiesta di nuovi e funzionali locali scolastici alla rivendicazione del diritto allo studio e quindi ad un futuro lavorativo. Al contrario abbiamo registrato una certa reticenza a rilasciare dichiarazioni da parte degli insegnati presenti nel corteo.
A mente fredda non possiamo che aggiungere che l’unico sistema per risolvere queste problematiche è quello di mettere mano ad un serio piano di ristrutturazione degli edifici scolastici, tenendo conto delle variazioni demografiche della popolazione scolastica e della richiesta formativa che è influenzata dalle variazione del mercato del lavoro e di conseguenze dalle figure professionali richieste.