domenica, 24 Novembre 2024
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Anche io voglio dire la mia sul Festival di Sanremo

Ieri sera ero davanti la TV che smanettavo, al solito mio, cercando qualche film da vedere, ma non trovando nulla di interessante ed essendo abbastanza annoiato e assonnacchiato, ho deciso di passare sul primo canale, di mamma Rai, dove, appunto, stavano trasmettendo la serata delle cover del “Festival più amato dagli italiani”, almeno così dicono da sempre.

Erano anni, anni e anni, che non vedevo un pezzettino di Festival, ma attirato dai vari commenti in rete e, come ho già accennato visto che ero particolarmente annoiato, decido di annoiarmi ancora di più in maniera tale da prendere sonno più velocemente.

Ma quando mai. Occhi sgranati e sonnolenza svanita, man mano che si esibivano sul palco i vari cantanti. Intanto la prima cosa che ho notato è stato il bel palco allestito per l’occasione, una bellissima scenografia d’effetto, con luci scintillanti e variopinte. Poi, che dire del Presentatore, Amadeus è un vero mattatore, poi l’irruente Fiorello, ne vogliamo parlare? Una bella coppia che presenterà in tandem la serata finale del Festival di questa sera. Già, i due ne hanno combinato di tutti i colori, facendo parlare di sé e degli avvenimenti in maniera anche abbastanza critica, suscitando reazioni contrastanti tra i media e gli immancabili smanettoni dei social.

Qualcuno diceva anni fa: “tutto quanto fa spettacolo” oppure “basta che se ne parli”, ma in questo caso non credo che calzino a pennello né l’una né l’altra frase. I due conduttori sono unici, ci fanno divertire con poco. So che molti li hanno criticati aspramente, ma questo fa parte del costume delle italiche genti.

Cosa mi ha colpito di più facendomi distrarre dai miei intenti?

Vedere dopo tanto tempo i beniamini dei tempi passati, certo vederli attempati mi ha fatto capire quanto sono fatto vecchietto pure io, ma il tempo passa e non si deve mai rimpiangere quello che è trascorso. Indubbiamente qualche ricordo farà tornare in mente vari episodi della nostra vita che pensavamo di avere sepolto, ma non è così, i ricordi, sia quelli belli che quelli brutti, rimarranno sempre nella nostra mente, l’importante è prendere dalla nostra vita il meglio.

Infatti, nella mia mente, dopo avere fatto la considerazione che il tempo passa e la vecchiaia avanza, mi sono tornati a galla vari episodi del passato.

In primis che quando eravamo ragazzini, almeno per la mia generazione, il festival era un appuntamento che si aspettava tutto l’anno, quelle canzoni che uscivano da lì ci avrebbero fatto compagnia sino all’estate, e alcune anche dopo. Poi arrivava il Festival dell’Estate ed altre canzoni avrebbero soppiantato quelle del Festival di Sanremo.

A questo punto sono riemersi i ricordi dei tempi passati. Tempi in cui nascevano i primi amori, i primi viaggi, le prime esperienze fatte fuori dal guscio casalingo, che avrebbero contribuito a forgiare il nostro carattere e il nostro modo di pensare ed agire.

All’epoca le occasioni per approcciare all’altro sesso erano poche, le principali erano le feste fatte in casa dove si potevano incontrare facilmente le ragazze, altre occasioni erano rare.

Per quanto riguarda i primi amori, in quegli anni, i miei amici coetanei si sono dati da fare, storie brevi, insomma sono stati i primi approcci con l’altra metà del cielo. Ed io? Ero troppo timido, comunque anch’io ho avuto l’opportunità di fare scattare il primo amore, ma non so perché questa scintilla non scattò. E dire che quella ragazza mi piaceva molto. Io per lei provavo delle nuove sensazioni. Sensazioni bellissime, so di certo che ero ricambiato, lei si aspettava da me che mi facessi avanti, ma la dannata timidezza ebbe il sopravvento e quindi questa intesa non si concretizzò.

Che eravamo teneri insieme, a detta degli altri amici che ci guardavano con una certa invidia. Qualcuno spudoratamente ci disse mentre stavamo ballando un lento “che bella coppia che siete”. Sono sicuro che ambedue siamo diventati rossi paonazzi, chissà i battiti del cuore a che velocità andavano in qual momento. Passavano i giorni, i mesi e poi gli anni, ma questa unione, appunto, non si concretizzò, però debbo ammettere che io continuai a pensarla e mi dicevo “tanto c’è …. mi aspetta”.

See, aspetta e spera … Ambedue abbiamo preso strade diverse, c’est la vie.

Ho divagato un tantinello quindi torno all’argomento della mia trattazione il Festival della canzone italiana. Cos’è successo con il passare del tempo? Andando avanti con l’età le cose sono cambiate, da appuntamento da non perdere poi è arrivato il periodo, coincidente con le manifestazioni studentesche, nel rifiuto a seguire la kermesse canora. La si riteneva troppo troglodita, a quei tempi si preferiva la musica dei cantanti e dei gruppi stranieri – l’esterofilia aveva preso il sopravvento – si salvavano solo i nostri cantautori cosiddetti impegnati.

Personalmente non ho più seguito il Festival perché lo ritenevo demodé. Infatti guardando ieri sera la trasmissione ho dovuto constatare che molti dei cantanti che si sono esibiti non li conoscevo affatto. Infatti mi sono detto: “ma chisti cu su? Ma ri unni spuntaru? Bedda matri ma comu su ‘mpaiati?” (per i non siculi: “Ma questi chi sono? Ma da dove escono fuori? ma come sono vestiti?”).

“Ma sei sicuro – mi sono chiesto – che gli alieni siano loro? Oppure sei tu che sei rimasto al tempo della pietra?”

Boh!

Comunque io rimango dell’idea che le canzoni di un tempo siano immortali, certo non capisco molto bene quelle di adesso, ma il tempo passa e la vecchiaia avanza, e quindi? Quindi largo ai giovani, sperando che non si facciano prendere troppo in giro da tendenze false e ipocrite che contribuiscono a fargli il lavaggio del cervello.

Concludo con una raccomandazione: “cari giovani, non vi fate condizionare molto dai social e da tutto quanto circola in rete, esiste una vita al di fuori degli smartphone, dei computer e di tutte le altre diavolerie simili che vi offuscano volutamente la mente. Siate voi stessi e fate in modo di vivere la vostra vita al meglio e, soprattutto, ragionate con la vostra testa e non con quella degli altri. Studiate, leggete il più possibile testi e non trascurare la storia passata perché, che se ne dica, la storia si ripete. L’uomo tende sempre a fare gli stessi errori e questo significa che, dalla storia passata, non abbiamo imparato nulla”.

Largo ai giovani.

(L’immagine di copertina è presa dal web).

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