Da gennaio a Palermo non si sente parlare di altro: cambiamento alla mobilità urbana. L’introduzione del tram, a cui si sono consequenzialmente aggiunte le modifiche del percorso degli autobus, con la riduzione delle vetture da 370 a 200 e il taglio di diverse linee periferiche, ha stravolto la quotidianità dei cittadini. I disagi e le polemiche, che sono state esternate da molti palermitani, nonostante gli incontri organizzati dall’amministrazione nelle circoscrizioni, non sembrerebbero concretizzarsi in effettive richieste di miglioramento e proposte di soluzione ai diversi problemi legati alla viabilità. Come se non bastasse, incombe sulla città l’ombra della tassa Ztl, destinata a dare il colpo di grazia, anche se da poco è arrivato lo sconticino del 10% per i residenti nell’area centrale.
A subire maggiormente le conseguenze delle modifiche del trasporto urbano, tuttavia, sono gli autisti Amat, che attualmente, secondo quanto messo in luce dalle due sigle sindacali Cobas e Ugl, a causa della riorganizzazione delle linee e dei nuovi turni sono sottoposti ad un carico di lavoro eccessivo. Inoltre, proprio su di loro e sui controllori, spesso si sfoga il malessere di tutti quei palermitani, che li incolpano ingiustamente della scarsa frequenza delle vetture, dell’inefficienza del servizio e dell’impossibilità di comprare il biglietto. Non sono mancati, infatti, all’interno degli autobus, casi di aggressioni e minacce nei confronti del personale in servizio. Ad essere messa a rischio, dunque, è anche la loro sicurezza e giornalmente si teme che il disagio di qualche passeggero si trasformi in violenza nei loro riguardi.
Una situazione insopportabile ed insostenibile che ha spinto tanti lavoratori Amat, in particolare autisti e operai dell’officina, ad aderire allo sciopero di giorno 26 febbraio, indetto da Cobas ed Ugl. “Per quattro ore, dalle 11.30 alle 15.30, – si legge in un comunicato delle due sigle – su 179 bus in linea, ne sono rientrate in rimessa 130 (73%). Ferme da mezzogiorno le linee tram 2, 3, 4”.
A seguito dello sciopero, tuttavia, l’azienda avrebbe reso noto attraverso un comunicato che “la percentuale di adesione allo sciopero del personale in servizio è stata del 9%, al netto dei riposi, ferie e malattie”. Calcoli questi, che agli occhi dei sindacati sono stati considerati come “tentavi vani e maldestri” di minimizzazione. L’Amat, infatti, non avrebbe stimato le vetture in servizio, ma fatto una valutazione complessiva sulla base del numero dei dipendenti.
Ma l’azienda di trasporto pubblico, una volta che è stato indetto dai sindacati lo sciopero, si sarebbe, invece, preoccupata di comunicare alla cittadinanza i possibili disagi legati alla mobilità e, dunque, inserire almeno nel sito aziendale un avviso? A quanto pare no. “Dispiace per la Città che paga le conseguenze di questa politica aziendale scellerata e disastrata: l’utenza non è stata neanche degnata di un comunicato aziendale” – hanno precisato Ugl e Cobas. A seguito della presunta mancata comunicazione, a causa della quale diversi palermitani hanno appreso solo successivamente la motivazione dei disagi riscontrati, seppure della durata di quattro ore, da Ugl e Cobas è stata presentata denuncia alla prefettura di Palermo, che ha richiesto all’Amat chiarimenti e relativa documentazione sulla mancata divulgazione dell’informazione ai cittadini.