TUSA – Alle Alte Terre di Mezzo, Associazione Culturale per la Tutela del Territorio, sussistono tutte le condizioni perché venga recuperato e tramandato alle nuove generazioni l’antica pratica dei Fussuna. Il sottobosco, che fornisce in abbondanza il legno da trasformare in carbone; alcuni abitanti della zona che continuano a praticare questo antico mestiere; le tre imprenditrice, Giovanna Gebbia, Simona e Tania Alioto, che hanno ideato il progetto che hanno intenzione di trasmettere ai giovani la tecnica in questione.
I Fussuna definiscono un antico sistema per produrre carbone pregiato. Una volta raccolta la legna dal sottobosco, questa viene accatastata formando dei coni a forma di vulcanelli ricoperti da terra e paglia, che all’occorrenza viene inumidita con l’acqua.
Nel video si vedono i Carbonai (I Carvunari), ovvero le persone che, con grande maestria, trasformano la legna in carbone. Notevole la precisione certosina con la quale regolano la lenta combustione all’interno delle cataste, Magghiatura e Ncamucciatina. Dal momento in cui la catasta viene accesa, passano diversi giorni durante i quali i Fussuna non vengono mai lasciati soli. Le operazioni finali consistono nell’occlusione di tutti i fori per spegnere la combustione (sfussari ‘u fussuna), la raccolta del carbone dentro i sacchi (cannola ri carvuni).
Ma vediamo insieme qualche dettaglio tecnico, che prende spunto dalla fisica: il combustibile, ovvero la legna accatastata, viene accesa grazie al calore che costituisce l’innesco. Il comburente, ovvero l’ossigeno, viene regolato grazie alla terra e la paglia posta sopra le cataste di legna e viene mantenuto a livello basso perché la combustione sia lenta.
Ecco un caso di virtuosa maestria e abilità direttamente dal mondo dei contadini che ha anche il vantaggio di tenere pulito il sottobosco per la prevenzione di eventuali incendi.