Sabato 16 settembre, a partire dalle ore 18, presso l’Oratorio di San Lorenzo, di via Immacolatella 5, a Palermo, avrà luogo la presentazione di “Io… Rosalia e altri cunti“, il nuovo libro Serena Lao. La pubblicazione del testo è a cura di Fondazione Thule Cultura; “Io Rosalia… e altri cunti” raccoglie una sintesi del lungo percorso artistico della poetessa, scrittrice, cantautrice e cuntastorie siciliana Serena Lao che abbraccia le tradizioni popolari, la poesia e la lingua siciliana.
I relatori che, durante la presentazione, dialogheranno con l’autrice sono: Ignazio E. Buttitta, Tommaso Romano e Alberto Samonà. Coordinerà Vito Mauro. All’evento, inoltre, interverranno: Francesca Picciurro, Salvo Piparo, Enrico Stassi e il Gruppo Musicale Medievale.
Io Rosalia mette in luce lo stato d’animo emozionale e la fantasia creativa a cui si unisce la personale testimonianza della Lao sull’uso della “lingua” siciliana, rievocando le espressioni dei padri, degli artisti popolari e dei cantastorie. Il linguaggio usato nel testo da Serena Lao si presenta piuttosto diversificato, ciò è stato fatto di proposito per creare una sorta di ponte ideale, un cammino, che riesca a condurre il lettore da un siciliano colto al dialetto parlato, quello di Palermo, di Ballarò nello specifico, dove l’autrice ha trascorso la sua infanzia e fanciullezza. Lasciandosi guidare dai sentimenti e dall’esperienza, l’autrice, attraverso questa opera, mira a tramandare, a chi legge, i pensieri più profondi da cui si coglie la sua grande volontà di narrare episodi e fatti, reali e non.
I testi raccontati in Io Rosalia sono stati scritti in un arco temporale lungo ben venti anni, e sono nati come operine musico-teatrali, con musiche e brani recitati.
L’ingresso all’evento è libero.
“I sette poemetti raccolti da Serena Lao, donna di cui ancor prima delle indiscusse doti artistiche vanno riconosciute e ammirate le qualità umane (sincerità, generosità, coraggio, determinazione), costituiscono insieme una affermazione e una testimonianza, un segno
dell’esserci oggi e del voler essere domani, un regalo a se stessa e un dono per la sua comunità, per noi tutti che ne abbiamo seguito il talora tribolato percorso e per coloro che vorranno conoscerne la storia e le opere, o meglio, la storia attraverso le opere.
[…] Una sofferta opzione poetica, che risponde alla sua irrinunciabile tensione all’impegno civile, a rendere la Lao la cantrice più autentica e appassionata di una Città complessa e ossimorica, dove bene e male, bellezze e orrori, purezza e sozzura convivono fianco a fianco.
A ragione, dunque, l’Autrice, aprendo le sue composizioni, si definisce Cantastorie, perché di questa figura senza tempo interpreta pienamente lo spirito, la schiettezza, l’audacia, la varietà dei temi e dei linguaggi, il frammischiarsi di toni cupi e colori accesi che mai turbano la nettezza del tratto. Ed è cantastorie del presente e del passato, del sacro (il Cristo, santa Rosalia, san Francesco d’Assisi) e del profano (il mercato di Ballarò
brulicante di vita, i tormentati tipi umani di Casa Professa, un Pinocchio rivisitato), delle passioni e delle tragedie, delle gioie e dei dolori, della lingua di oggi e di ieri, ora proponendo espressioni tutt’oggi in uso ora sapientemente recuperando, senza veruna ricerca filologica piuttosto attingendo alla memoria e restituendocelo come cosa viva, un lessico ormai desueto […]. E con le antiche parole tornano e vengono attualizzati scenari, temi e motivi folklorici – il miracolo, il contrasto, il garofano rosso che annunzia l’arrivo del tonno, “il santo vendicativo”, “il lupo mannaro”, “il sogno rivelatore” – raccolti dal ricordo e dall’osservazione diretta. Ora etnografa ora agiografa, Serena Lao racconta così nel suo incalzante verseggiare la viva umanità della sua Città e insieme ad essa, sulla scorta degli Orbi e dei Triunfi, il sacro totem identitario che la riunisce nel culto: ciascuno per sé, tutti per Santa Rosalia.
[…] A Serena Lao va, dunque, il nostro riconoscimento per il diuturno impegno nel rinnovare, attualizzare e trasmettere le parole e le storie che ci fanno comunità e nel denunziare, per risolverle, le miserie e le storture della nostra quotidianità. Tutto questo a vantaggio tanto nostro quanto, fatto assai più rilevante, delle più giovani generazioni”.
Ignazio E. Buttitta, autore della prefazione di Io Rosalia.