domenica, 22 Dicembre 2024
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All’Ars depositato ddl per ripristinare le linee sospese e rilanciare la rete ferroviaria siciliana

“Cifre che sono uno schiaffo alla Sicilia, ai suoi abitanti, al turismo”, si riferisce al numero di corse ferroviarie attive nell’Isola Giorgio Assenza che ha da poco presentato un disegno di legge per il rilancio e la diffusione capillare nel territorio del trasporto su rotaia.

“Tutto il Sud del nostro Paese appare penalizzato, anche perché soltanto nel Centro-Nord i tagli sono stati compensati dall’avvento dei treni veloci, delle Frecce, ma la situazione in Sicilia è veramente grave e anche paradossale se, accanto all’insufficienza ponderale generica della rete, prendiamo in considerazione il suo stato di manutenzione e l’età media delle macchine motrici e dei convogli che hanno da tempo superato quella ‘pensionabile”, rimarca il presidente dei deputati Questori in Ars.

Assenza, poi, sottolinea come “forse soltanto dalle nostre parti, nel 2020, si impiegano ancora quattro ore e mezza per coprire gli appena 250 chilometri della Ragusa-Palermo, al netto dei ritardi per imprevisti che sono piuttosto probabilità come nel ‘Monopoli’ e, concedetemi un’esagerazione che è però esplicativa, ci sono più stazioni ferroviarie attive in questo gioco che sull’Isola: intere località sono del tutto prive di un servizio passeggeri, che questa proposta di legge, la quale non comporta maggiori oneri per il Bilancio regionale, intende invece nuovamente creare tenendo conto della domanda potenziale di trasporto e delle cosiddette linee sospese (virtualmente efficienti) e delle linee dismesse (eventualmente da ristrutturare)” che la Giunta regionale dovrà far censire e valutare, onde rivalutare. Un esempio di penalizzazione del Turismo? La direttissima Trapani-Segesta-Alcamo-Palermo (via Milo) è chiusa da nove anni”.

Le linee dismesse individuate saranno inserite nella programmazione degli investimenti e la priorità del loro ripristino è determinata in base al rapporto tra il bacino potenziale di utenza e i costi di riattivazione.

Le infrastrutture dismesse, inclusi i fabbricati viaggiatori e le opere accessorie realizzate per l’esercizio delle stesse, che risultino non ripristinabili saranno inserite in un apposito elenco al fine di ottenerne il riconoscimento come parte del patrimonio storico, culturale e paesaggistico della Regione e le loro valorizzazione e tutela.

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