Cresce l’allarme internazionale per l’epidemia di Ebola che sta colpendo l’Africa occidentale. I morti, secondo l’OMS sono saliti a circa mille mentre i casi accertati sono circa 1800. Dall’ultimo aggiornamento, datato 4 agosto, non si sono registrati nuovi casi in Guinea, mentre aumenta il conto in Nigeria. Lo stato più colpito rimane al momento la Sierra Leone, dove sono stati chiusi i cinema e gli stadi e ci sono forti limitazioni alla circolazione, con 717 casi e 298 morti
“Voglio rassicurare i cittadini europei, il rischio che l’Ebola arrivi su territorio europeo è estremamente basso”: così il commissario alla salute Tonio Borg in una nota. Inoltre, “la Ue ha uno standard sanitario, anche sulla prevenzione, molto elevato”. E comunque, “nell’improbabile caso che il contagio arrivi, l’Europa è pronta”.
In Italia il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha ribadito che “non c’è alcun pericolo in relazione al virus Ebola e non ci devono essere forme di psicosi, bensì forme di allerta che tutti i paesi hanno attivato e l’Italia per prima, a partire da porti, aeroporti e luoghi di fruizione turistica”. Chi invece ha portato ‘volontariamente’ il virus sul proprio territorio è la Emory University di Atlanta, che dopo aver accolto il medico volontario Kent Brantly, che si è infettato in Liberia, ha ricoverato nei giorni scorsi anche l’infermiera Nancy Writebol. Entrambi sono stati curati con un siero sperimentale, mai testato prima sull’uomo, che sembra dare buoni risultati. La corsa alle cure riguarda anche l’Italia, con un farmaco allo studio da parte del gruppo di Giorgio Palù, presidente della Società Europea di Virologia, a Padova.
”La nostra molecola agisce bloccando l’entrata del virus nelle cellule – spiega Palù – sfruttando gli endosomi, delle piccole vescicole cellulari. Siamo ancora alle fasi preliminari della ricerca, con gli studi in vitro e su modelli animali”. In aiuto dei paesi che stanno affrontando l’epidemia arriverà anche la Banca Mondiale, che ha annunciato lo stanziamento di 200 milioni di dollari. La gara di solidarietà ha contagiato anche l’Italia, con la Farnesina che ha stanziato 200mila euro per la Guinea, e altri paesi come la Germania, che invece donerà un milione di euro.