Carne rossa sì carne rossa no. Ecco che da qualche giorno al suon di questa frase scatta nella mente dell’uomo un meccanismo di timore e di psicosi. La causa? L’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) secondo cui la fettina e la carne lavorata sarebbero cancerogeni come fumo e amianto.
Da diverse ricerche è emerso che un consumo eccessivo di carni rosse, soprattutto quelle trattate (salumi, insaccati e carne in scatola), aumenterebbe il rischio di sviluppare alcuni tumori. Ciò però è proporzionale alla quantità e frequenza dei consumi, ma i nutrizionisti ritengono che un consumo modesto di carne rossa (una o due volte a settimana al massimo) sia accettabile anche per l’apporto di nutrienti preziosi (soprattutto vitamina B12 e ferro), mentre le carni rosse lavorate andrebbero consumate solo saltuariamente.
Anche la Ministra alla Salute, Beatrice Lorenzin, preso atto della situazione, ha voluto intervenire sull’argomento: “Non bisogna mai essere spaventati dalle ricerche. Bisogna leggere attentamente. Il segreto sta nella dieta mediterranea che prevede un corretto apporto nutrizionale con una base di carboidrati, con tanta frutta e verdura fresca, pesce, legumi, carne bianca e anche la carne rossa, con una certa moderazione. Il segreto è mangiare poco e di tutto.”
Dalle dichiarazioni dell’Oms, milioni di persone e soprattutto i consumatori assidui di carne rossa si pongono diverse domande: La carne fa davvero male? È davvero come si afferma? Bisogna aver paura? Sarà eccessivo l’allarme scattato? Giornale Cittadino Press ha cercato di capire sia da parte dei consumatori che dei commercianti come stanno vivendo la situazione e quanto allarmismo e quanta tranquillità c’è nel consumare e nel vendere questi prodotti.
“Il calo di vendite al momento, qui in paese, non ce n’è stato. – Ci dice A. Caruso, macellaio da diverse generazioni. – Il cliente consuma la carne nella normalità. Se pensassimo a tutto ciò che fa male, allora non vivremmo più”.
“La carne è ricca di ferro anche se molti studiosi dicono che faccia male, penso che sia necessaria. – Ci dice a noi , il Signor Parlapiano, altro macellaio caltabellottese. – Questi messaggi scatenano nell’uomo paura nell’acquistarla, ma sono convinto che in pochissimi pensano che bisogna non consumarla”.
La signora Lorita Di Noto, massaia che si dichiara consumatrice di carne rossa, ci dice: “Io la mangio due volte a settimana, è importante per la nostra nutrizione. Nella dieta mediterranea è inserita e poi cotta nella giusta maniera e accompagnata ad un buon piatto di verdure, che male potrebbe fare?”
Massimo Ribecca, giovane vegetariano, afferma: “Da un anno non mangio carne e vivo benissimo, non sento neanche la necessità di assaggiarne una fetta. Secondo me è un allarmismo eccessivo, studiato a tavolino per far introdurre gli insetti nelle nostre tavole”.
Per avere un quadro più chiaro della situazione dell’hinterland agrigentino, Giornale Cittadino Press ha sondato la situazione anche a Sciacca chiedendo pareri in giro tra i macellai saccensi. Uno di loro, il Sign. Cusumano, macellaio di un noto supermercato della cittadina, ci ha dichiarato: “Qui le vendite di carne sono in calo, si ha una leggera paura, per noi commercianti la crisi si fa sentire sempre di più. Prima la “mucca pazza” che ci ha arrecato un danno esorbitante, ora da un po’ circola la notizia che la carne provocherebbe il tumore al colon. Come si fa? Le sigarette fanno male e si fuma, l’alcol fa male e i pub sono pieni di gente che lo consuma. Se stessimo ad ascoltare tutte le notizie sugli alimenti che potrebbero causare malattie, ci ciberemmo d’aria”.
Da pochissimi giorni da Strasburgo è arrivata una novità: si è parlato e si è dato il via al ‘Novel Food’, cioè la consumazione degli insetti, degli scorpioni e delle alghe, pare che questi potrebbero finire nelle nostre tavole. Infatti proprio nei giorni scorsi si è svolta ad Expo la prima degustazione di insetti autorizzata dal Ministero della Salute.
Beh che dire, ci sorge spontanea una domanda: si può rinunciare ad una fetta di salame per un piatto a base di formiche? Se si tratta di gusti, in Europa sono ancora in pochi a preferire la seconda opzione.L’unico appello che può essere fatto è di mangiare tutto, ma con moderazione e non farsi prendere da falsi allarmismi