Dopo una permanenza di diversi giorni in Svizzera, invitata di Piero Melissano, che, da oltre un ventennio vive in Svizzera, è quasi doveroso esternare delle riflessioni. La cultura Svizzera rappresenta, a mio avviso, uno dei migliori modelli, per i sistemi di controllo e della qualità dei servizi erogati. Tutti gli sforzi sono indirizzati, per sostenere uno sviluppo sostenibile positivo. Ciò che colpisce e attira l’attenzione, è la constatazione che, nella maggior parte dei cantoni della Svizzera tedesca, le strade sono perfette, un “tavolo da biliardo” come si suole dire, i tombini allineati al manto stradale, molteplici passaggi pedonali ben visibili. Basta fare un giro in macchina o in bici, per accorgersi che la sicurezza è uno dei primi obiettivi.
Non ci sono buche nelle strade, le cunette sono pulite e l’asfalto è in perfette condizioni. L’aria è salubre e il tessuto urbanistico è ben conservato. Lo sviluppo sostenibile e il rispetto per l’ambiente, sono fattori di crescita economica per la Svizzera. Spesso, di fronte ad un disagio, dovuto all’assenza o al malfunzionamento di un servizio, è facile immaginare civiltà diverse e all’avanguardia.
E’ facile pensare che altrove sia tutto migliore e più semplice. Toccare con mano, il segno della civiltà Svizzera, ha il sapore della concretezza. La Svizzera, con le sue case dai tetti spioventi, le chiese, i musei, le strade e le piazze con arredi e decori, offre uno straordinario paesaggio, dove è visibile il segno della civiltà artistica e ambientale. Bisognerebbe chiedere perdono agli alberi della Sicilia, spesso maltrattati, trascurati, talvolta abbattuti e sostituiti dal cemento. Ciò ci rende aridi e non ce ne accorgiamo. Non sono un’ambientalista attivista, ma la cura del verde mi sta molto a cuore.
Ritengo che sia uno dei segni che contraddistinguono la civiltà di una città, proiettata al futuro e rappresenta per di più, una forma di rispetto nei confronti di noi stessi. Istituzioni e cittadini devono essere uniti su questo. Non è retorica, ma tante città siciliane hanno pochi parchi, poche piante, poco verde. Curare quel che c’è e valorizzarlo, è segno di civiltà. La qualità dell’arredo urbano, del verde pubblico e dell’ambiente, garantisce una migliore qualità della vita, in un’ottica di sviluppo. Una grande città si giudica dai suoi progetti, da quanto è in grado di volare alto e di fornire ai cittadini spazi e servizi adeguati.
È su questo campo che si gioca la partita del futuro. Troppo spesso, presi dalla frenesia di ogni giorno, dimentichiamo quanto sia importante vivere in paesi sani, ricchi di oasi verdi per i nostri bambini. Siamo prigionieri della fretta e dello stress. Così, da un lato, occorre che le istituzioni s’impegnino di più e acquisiscano una maggiore sensibilità ambientale. Dall’altro, che i cittadini non si distraggano e dimostrino senso civico e rispetto per la natura e l’ambiente. Il verde è un patrimonio da salvare ed è importante crederci.
Collegato con la terra è il contadino, che vanta una tradizione millenaria. E’ un mestiere che gli svizzeri e le istituzioni rispettano, nella consapevolezza di agevolare chiunque sia disposto a coprire tale settore. Si tratta spesso di attività da svolgere in zone isolate, visto che le campagne svizzere si trovano per lo più in zone montane, lontane dunque dalle sue città. Basta recarsi in fattoria, conoscere il contadino, farsi raccontare le specialità della sua azienda agricola e comperare prodotti freschi e genuini. Il mercato del contadino può essere raccontato come un momento enogastronomico e sociale, dove i prodotti agroalimentari delle aziende agricole, vengono proposti, tramite la vendita diretta, dal produttore al consumatore. Tale formula commerciale tanto moderna, quanto antica, tiene in vita le tradizioni contadine del paese. La stessa formula viene adottata per la vendita in pieno campo, dei fiori. In talune rivendite, sistemate in mezzo alle campagne, non c’è neppure il venditore. In questo caso si scelgono i fiori, si comperano e si deposita, in un’apposita cassetta, il corrispettivo indicato.
Un altro caso che, vale la pena di citare, è la collocazione della cartellonistica elettorale. Niente muri imbrattati, niente affissioni selvagge. I cartelloni vengono sistemati in modo da non alterare il decoro urbano e della città. Vengono collocati in aperta campagna, in posti ben visibili, poggiati su appositi cavalletti in legno.
Certo, per molti, l’idea di cambiare vita non si limita solo all’aspirazione di trovare un impiego fuori dall’Italia, ma si pensa ad un luogo dove trovare legittima soddisfazione alle proprie aspettative. La Svizzera è una meta favolosa, sia in inverno, grazie all’abbondanza di neve, sia in estate, grazie ai grandi sentieri che attraversano le città. Vivere e guardare Zurigo e altre località, con gli occhi di chi vede tutto per la prima volta, è un’esperienza unica. Ringrazio Piero Melissano per avermi guidato in questo itinerario ed avere arricchito le mie conoscenze.
Ma aldilà della bellezza della Svizzera, terra dove penso di ritornare, sono convinta che i siciliani abbiamo le materie prime e soprattutto abbiamo il sole dentro, i colori, come il giallo dei limoni e l’arancione delle arance. La Sicilia, infatti pur, tra le luci e le ombre, le tante contraddizioni ed anche tanta disoccupazione, è un’isola meravigliosa, situata nel cuore del Mediterraneo. E’ un universo culturale, una terra da gustare, vedere e vivere in ogni suo aspetto. E’ una terra ricca di storia, di bellezze artistiche e naturali, dai profumi e i luoghi magici. Una terra dove gli abitanti, benché spesso delusi, nutrono, una vera e propria passione sicula.