L’esposizione è un originale dialogo tra la pittura di Marc William Zanghi, uno tra i più importanti rappresentanti della giovane arte siciliana, la cui figurazione s’inserisce nel sentiero tracciato dai protagonisti della cosiddetta “Scuola di Palermo”, e gli interventi architettonici di Gianni Pettena, uno degli esponenti più accreditati dell’architettura radicale, corrente nata a Firenze alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso.
La mostra fa parte del progetto ideato da Andrea Di Marco, che entusiasticamente lo avviò con una sua esposizione prima di mancare, di indagine sui linguaggi della contemporaneità sviluppato in un territorio, quello di un Museo con una collezione storicizzata, estraneo, almeno secondo logiche tradizionali, a questo tipo di sperimentazioni. Un progetto portato avanti dall’Associazione Ars Mediterranea che ne ha curato la realizzazione con il sostegno di Elenka s.r.l..
Questa ulteriore tappa ha la peculiarità di creare una maggiore attenzione al confronto tra oggetto osservato e osservatore, contenuto e contenitore – che Zanghi ha da sempre sottolineato nella sua ricerca – grazie alle installazioni di Gianni Pettena, che per l’occasione propone alcuni degli lavori nati nel 1968 proprio nel capoluogo siciliano.
La mostra, curata da Lorenzo Bruni, presenta 30 dipinti e sculture di Marc William Zanghi negli spazi del museo, appositamente modificati da tre interventi di Gianni Pettena.
Il percorso espositivo scandito dalle opere di Marc William Zanghi prende avvio da sei nuove tele di grandi dimensioni, con soggetti di foreste tra l’esotico e il fantasy e continua con quattro esili sculture-installazioni, teste in miniatura che evocano reperti archeologici, realizzate con resina poliuretanica e acrilico. Si chiude con quindici quadri appartenenti a cicli della produzione precedente, associati in un’originale riflessione sulla figura dell’antieroe. Inoltre saranno esposti due lavori inediti su carta e due teche contenenti altre sculture/teste che, dialogando con gli interventi monocromi realizzati su tre pareti, stabiliscono una relazione particolare con la visita/scoperta del luogo da parte del pubblico.
L’itinerario di Gianni Pettena corrisponde a tre interventi spaziali volti a scardinare il normale rapporto di contenitore e contenuto su cui si fonda l’architettura occidentale. Questo è evidente con le “sedie indossabili” – utilizzate per una performance/happening nel centro urbano di Minneapolis nel 1967 – che, durante l’inaugurazione, vestiranno alcuni studenti in un’azione “surreale”. Le stesse saranno successivamente esposte, sospese al centro della sala per dare vita ad un’insolita installazione/scultorea.
L’opera APPLAUSI, una valigia portatile con la luce che si accende a intermittenza – creata per la prima volta nel 1968 per il VI Festival della Musica d’Avanguardia, tenutosi al Teatro Biondo di Palermo, quindi presentata alla VI Biennale di Berlino nel 2010 – animerà il secondo ambiente. In questo caso il lavoro, nato come sfida ironica all’allora nascente pubblico televisivo, acquista una dimensione amara rispetto all’attuale assenza di pubblico nel mondo globale digitale, dal momento che tutti gli utenti si considerano protagonisti attivi. L’installazione MILITE IGNOTO, le cui lettere saranno visualizzate tramite sagome in cartone alte due metri ciascuna, organizzeranno lo spazio di una sala della GAM in maniera unica. All’esterno del museo saranno visibili due oggetti scultorei recanti le scritte CARABINIERI e GRAZIA&GIUSTIZIA, realizzati per la prima volta a Palermo nel 1968 durante una performance che prevedeva una processione per le vie della città.
Come scrive Lorenzo Bruni nel testo contenuto nel volume che accompagna la mostra, “…Il loro coesistere in questa mostra è reso possibile dalla simile volontà dei due artisti di mettere in discussione proprio il ruolo di pittore (per Marc William Zanghi) e di architetto (per Gianni Pettena) in cui hanno scelto di iscrivere da sempre il loro vocabolario e campo di azione. Così, visitando la mostra appare evidente che per Gianni Pettena è fondamentale stabilire un confronto/scontro con il pubblico per stimolarlo a percepire in maniera differente il luogo che attraversa, più che a fornirgli una delimitazione dello spazio fisico per fini solo funzionali. Mentre, per Marc William Zanghi si tratta di un’infinita attrazione/repulsione per la superficie pittorica, che da sempre ha aggredito per renderla una dimensione magmatica e allucinatoria per mezzo del colore denso e i dei toni squillanti sul rosa”.
Scheda della mostra
Artisti: Gianni Pettena / Marc William Zanghi
Titolo: Immaginari di uno stare
Sede espositiva: GALLERIA D’ARTE MODERNA, VIA SANT’ANNA, 21 – 90133 PALERMO
Date: dal 27 Giugno 2015 al 7 settembre 2015
Inaugurazione: venerdì 26 giugno 2015 ore 18.30
Orari: martedì- domenica ore 9.30 – 18.30, lunedì chiuso; la biglietteria chiude alle ore 17.30
Ingressi: intero € 6,00 | ridotto € 4,00 | cumulativo mostra + museo € 9,00
Catalogo: Afa/Glifo Edizioni con testi di Leoluca Orlando, Andrea Cusumano, Antonella Purpura, Lorenzo Bruni 96 pagine, € 15,00
Progetto: Ars Mediterranea, Galleria Bonelli
Ufficio stampa: Civita press@gampalermo.it
Main sponsor: Elenka, Palermo – www.elenka.eu
Sponsor tecnici: Cantina Settesoli, Hotel Principe di Villafranca, Hotel Plaza Opera, Palermo, C&S congressi ed eventi
Relazioni Pubbliche: CLP Relazioni Pubbliche, Francesco Sala, www.clponline.it
Info al pubblico: 091.8431605
Comunicazione Galleria d’Arte Moderna
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Rosanna Piscione
Note biografiche – giugno 2015
William Marc Zanghi (Wichita, Kansas, 1972; Vive e lavora a Palermo) è noto per i suoi quadri caratterizzati da personaggi che manifestano, tramite la particolare narrazione di un paesaggio e l’uso del colore fluido e squillante, un forte valore psicologico. L’artista, al di là dell’apparente staticità delle immagini, punta sempre a rappresentare il conflitto tra desiderio di nuovo e preservazione della memoria collettiva, conflitto che va al di là del collegamento alla dimensione allucinatoria o al riferimento al caos post apocalittico. L’ultimo ciclo di opere 2014/2015 è caratterizzato da uomini e animali che si muovono come visioni in paesaggi artificiali dai colori acidi, in un istante di tempo dilatato che è espressione della vita stessa. Principali mostre personali: Strade perdute, a cura di Lorenzo Bruni, Artabled, Palermo (2013); Matteo Bergamasco | William Marc Zanghi, Villa Manin, Passariano di Codroipo, Udine,(2012); Bring there, Bianca ArteContemporanea, Palermo (2011); Glue, Mito Contemporary Art Gallery, Barcellona (2011); Principali collettive: Il volo della Fenice, Palazzo Panichi, Pietrasanta, Lucca (2014); Come una bestia feroce, a cura di A. Bruciati, D. Capra, F. Mazzonelli, A. Zanchetta, BonelliLAB, Canneto sull’Oglio, Mantova; L’esperienza inganna, l’apparenza insegna, a cura di Alessandro Romanini, Villa Bottini, Lucca; Die Grosse NRW, Kunstpalast, Düsseldorf, Germania; XXS, Galleria Pasaža, Lubiana, Slovenia (2012); 54. Esposizione Internazionale d’Arte, Padiglione Italia sezione Accademie, a cura di Vittorio Sgarbi, Biennale di Venezia (2011); T.R.I.P. to Heaven, a cura di Maria Chiara Valacchi, Istituto degli Innocenti, Firenze (2010)
Gianni Pettena (Bolzano, 1940; vive e lavora a Firenze) è tra i fondatori, alla fine degli anni ’60, del movimento “architettura radicale” a Firenze insieme a Superstudio, Archizoom e UFO. Nel 1972 realizza la sua prima mostra personale alla John Weber Gallery a New York. Negli anni successivi si dedica sia all’attività di artista, che a quella accademica, la quale lo porterà ad insegnare per un lungo periodo negli anni Settanta nelle Università americane, dove incontrerà i protagonisti della Land Art, della musica sperimentale e dei movimenti studenteschi. I linguaggi sulla ricerca ‘spaziale’ dell’arte e della conceptual art sono da lui adottati e condotti in territori inusuali, soprattutto per la dimensione performativa dominata dalla casualità dell’esperienza diretta. Il suo lavoro è stato presentato in musei e istituzioni come la Biennale di Venezia, il Mori Museum di Tokyo, il PAC di Milano, il Barbican Center di Londra, il Gamec di Bergamo, i centri Pompidou di Parigi e Metz, la Biennale di Berlino, il Padiglione Italia all’Expo 2010 di Shangai; UMOCA Salt Lake City (2013), FRAC Lorraine Metz (2014), e al Los Angeles Comtemporary Exibitions. Principali mostre personali: Radical Tools- Gianni Pettena, performance, Base Spazio per l’arte, Firenze (2014) Architecture ondoyante, installazione, Frac Lorraine, Metz (2014); Gianni Pettena. Forgiven by Nature, UMoCA, Salt Lake City (2013); Gianni Pettena. Vers une rétrospective, Galleria Mercier & Associés, Parigi (2011); Gianni Pettena. Acquisizioni per la collezione del museo, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato (2010). Principali mostre collettive: Les Turbulences. Relief(s) – Designing the Horizon, Frac Centre, Orléans; Soleil politique. Il museo tra luce e ombra, MUSEION, Bolzano (2015); Lo spettatore emancipato, a cura di Angela Madesani, Galleria Giovanni Bonelli, MilanoBeyond environment, LACE (Los Angeles Contemporary Exhibitions), Los Angeles; Le statue calde, Museo Marino Marini, Firenze(2014); Paint it Black, Le Plateau, Frac Ile-de-France, Parigi (2013); Véhicules rȇvés, Frac Centre, Orléans, Vienna e dintorni. Abraham/Hollein/Peintner/Pettena/Pichler/Sottsass, Galleria Giovanni Bonelli, Milano, (2012).