Pericolosi al volante perché ubriachi o perché amano la trasgressione, comunque recidivi e più volte causa di incidenti stradali: ci sarebbe una personalità precisa e profili neurobiologici specifici dietro queste forme di guida pericolosa che mette a rischio la vita propria e altrui. Ma una migliore comprensione dei processi inconsci ed emotivi di questi ‘high risk driver’ potrebbe fare la differenza, secondo una ricerca condotta dalla McGill University pubblicata su PLoS ONE.
Lo studio ha esaminato uomini di età compresa tra 19 e 39 anni: un gruppo di persone con due o più condanne per guida in stato di ebbrezza, un gruppo di persone fermate per eccesso di velocità almeno tre volte negli ultimi due anni, un gruppo che aveva avuto entrambe le problematiche e, infine, uno di controllo. I ricercatori hanno raccolto informazioni sulla propensione all’uso di droga e alcool, i livelli di inibizione e impulsività, tendenza a ricercare ricompense o emozioni e la capacità di imparare dalle esperienze passate. I risultati hanno rivelato che ogni gruppo aveva un profilo emotivo e comportamentale distinto, che risponde a diverse strategie di prevenzione. Per cambiare il comportamento di chi ama eccedere con la velocità, secondo i ricercatori, potrebbe essere utile passare più tempo impegnati in attività stimolanti in un ambiente sicuro. Chi è a rischio per abuso di alcol, potrebbe essere più sensibile a esercizi volti a migliorare la capacità di ricordare le conseguenze negative del bere. “Questi driver di solito non si considerano a rischio”, commenta l’autore Thomas G. Brown, “d’altra parte, se non capiscono il loro comportamento, come possono essere spinti a cambiare?”.